Il Ministro dello Sport Luca Lotti sposa l'idea: «Olimpiadi 2026, ipotesi Innsbruck, Trento e Bolzano»

di Andrea Bergamo

«Con i presidenti Ugo Rossi e Arno Kompatscher ho parlato della possibile candidatura dell'Euregio per i Giochi olimpici invernali del 2026. Il Governo è pronto a fare la sua parte, se l'Austria lo vorrà». L'ipotesi che Innsbruck possa candidarsi ad ospitare il prestigioso evento entusiasma il ministro dello sport Luca Lotti, che venerdì sera ha raggiunto la Val di Sole per la cerimonia di premiazione dei Campionati del Mondo di Four Cross. «I Mondiali qui sono un evento internazionale di grande rilievo, che rappresenta un'opportunità di valorizzare il territorio e la collettività anche attraverso un ritorno economico rilevante. Il nostro Paese non deve avere paura di organizzare in Italia grandi eventi sportivi, perché rappresentano motore di sviluppo e promozione». 

Ministro Lotti, il Governo ha sostenuto l'appuntamento di Daolasa anche sotto il profilo economico.
«Lo abbiamo fatto con estrema convinzione. Grandi eventi come queste finali di Coppa del Mondo di mountain bike hanno capacità di attrazione turistica e di avvicinamento allo sport da parte delle nuove generazioni con un indotto di assoluta rilevanza, basti pensare ai 30mila spettatori che hanno raggiunto la Val di Sole in questi giorni. Per questo le istituzioni, ognuno per la propria parte, devono supportare anche economicamente eventi sportivi come questo per garantirne la continuità nel tempo».
Come valuta l'organizzazione di questo appuntamento?
«In questi cinque anni l'organizzazione da parte del Comitato Grandi Eventi è andata migliorando in modo continuo. Un ottimo lavoro che è frutto dell'impegno e dell'esperienza di tantissimi volontari, ai quali va il nostro grazie».
La città di Innsbruck si sta preparando alla candidatura olimpica del 2026. Non viene peraltro escluso il coinvolgimento del Trentino e dell'Alto Adige che assieme al Tirolo formano l'Euregio. Un progetto di collaborazione simile può trovare l'appoggio del Governo?
«Valuto questo progetto molto positivamente e mi auguro di poterne parlare presto con il Governo austriaco, che per il momento non ci ha ancora contattato. Questo è un tema che ho affrontato con i governatori Rossi e Kompatscher: in testa abbiamo alcune idee da sviluppare. Una candidatura esclusivamente del Trentino Alto Adige non sarebbe possibile, per questo sarebbe bello organizzare un'Olimpiade invernale nel Tirolo storico. Dovremo anche metterci d'accordo sulle discipline da ospitare, perché immagino non sarà facile decidere se svolgere la discesa libera sulle piste italiane o del Tirolo (sorride, ndr)».
Insomma, il Governo è pronto a fare la sua parte.
«L'idea di poter organizzare con l'Austria un evento simile non ci ha mai visto fare un passo indietro. Credo di poter parlare anche a nome dei presidenti di Trentino e Alto Adige: siamo prontissimi ad accettare una sfida di questo tipo, a sederci attorno a un tavolo per concretizzare questa idea».
Come valuta il rapporto tra il Governo e la Provincia di Trento?
«Molto positivamente. Il lavoro che in questi anni è stato fatto dal governo provinciale di Ugo Rossi ci fa capire che qui l'autonomia funziona, è molto sentita e va preservata, visti i risultati che sono sotto gli occhi di tutti».
Il Trentino sostiene finanziariamente i ritiri dei grandi team del calcio sul proprio territorio. Ritiene che questo impegno sia vincente sul fronte del marketing?
«L'attrattività del calcio è indubbia e può aiutare lo sviluppo dell'economia locale. Sono convinto che il connubio tra sport e turismo vada percorso con determinazione. Lo stesso vale per il Four Cross, le escursioni e le ferrate».
La Val di Fiemme ha già ospitato più edizioni dei Campionati mondiali di sci. Lo Stato è interessato a puntare nuovamente su quel territorio?
«Perché non investire ancora in val di Fiemme? Chiaramente servono progetti seri e concreti che devono vedere prima di tutto il coinvolgimento e il rispetto del territorio. Qualora ci fosse il desiderio di puntare su una manifestazione di questo genere, il Governo non si tirerà indietro».
La classifica sulla sportività degli italiani stilata dal Sole 24 Ore vede il Trentino tra i territori più sportivi del Paese. Cosa è bene fare per mantenere questo primato?
«La strada che sta seguendo la Provincia di Trento è quella giusta. A livello nazionale dobbiamo ancora lavorare molto perché, ahimè, la sedentarietà e l'abbandono dello sport in età adolescenziale sono molto preoccupanti. Per questo motivo a settembre è in programma la "settimana dello sport" che non vuole essere un'iniziativa spot, ma servirà per evidenziare il valore sociale delle diverse discipline. Ciò che bisogna fare è lavorare con società sportive e scuole: dobbiamo far capire ai nostri ragazzi che sport è sinonimo di salute, cultura, rispetto delle regole e degli altri».
In un territorio demograficamente piccolo come il Trentino esistono squadre che si sono imposte a livello nazionale come Aquila Basket e Trentino Volley. Come è possibile, secondo lei?
«La domanda andrebbe posta a quei dirigenti che hanno conseguito questi risultati. Dietro il successo delle società c'è il lavoro organizzativo di dirigenti, atleti e tesserati che riescono a dare il massimo. Questo vale anche per le società più piccole, che riescono a costruire un tessuto sportivo e sociale fondamentale per i buoni risultati».


 

Ovviamente siamo ancora nel campo delle ipotesi, ma l'idea di un'Olimpiade targata Euregio sta diventando qualcosa di più di una semplice suggestione. Quando un ministro scende in campo pubblicamente in maniera così chiara, pronto a spendersi con il governo austriaco e forte di aver già coinvolto, ed evidentemente incassato il sì, i governatori Rossi e Kompatscher, si può iniziare a parlare di un'idea che prende forma. 
Trentino, Alto Adige e Tirolo sarebbero già pronti per ospitare un evento di portata mondiale come l'Olimpiade: basta pensare alle varie discipline per trovare in pochi secondi una location idonea. Trampolino? Innsbruck. Fondo? Val di Fiemme e val d'Anterselva. Discesa? Ovunque, da Madonna di Campiglio a val Gardena e val Badia, oltre a Kitzbühel e Sölden. Hockey? Bolzano. E avanti così. Tutti e tre i territori in questi anni hanno ospitato manifestazioni di carattere nazionale, europeo e internazionale legate agli sport invernali, a dimostrazione che molte strutture sarebbero in realtà già pronte, senza bisogno di costruire da zero delle cattedrali nel deserto, uno dei problemi maggiori e delle eredità economiche più difficili da gestire per tante località che in passato hanno ospitato edizioni olimpiche. 
Restando nel territorio provinciale sono tre le strutture che sembrano in pole position per poter ospitare le gare. In primis, naturalmente, la val di Fiemme per quanto riguarda lo sci di fondo. I tre Campionati del Mondo di sci nordico ospitati nel 1991, 2003 e 2013 e le competizioni del Tour de Ski di Coppa del Mondo che la valle nel 2018 ospiterà per la dodicesima volta consecutiva sono un biglietto da visita importante. Certo, un'Olimpiade rappresenta un evento probabilmente ancora più importante rispetto a un mondiale e qualche accorgimento logistico sarebbe d'obbligo, ma la base di partenza sarebbe già ottima e poco o nulla dovrebbe essere costruito da zero. Lo conferma anche il direttore dell'Apt Bruno Felicetti: «Certo, noi saremmo pronti: qualcosa dovrebbe essere ultimato, ci sarebbero delle strutture mobili da portare, ma abbiamo già la capacità di poter ospitare gare olimpiche per quanto riguarda combinata e fondo. E volendo ci sono anche i trampolini per il salto».
Dal fondo alla discesa. E qui il primo nome che salta alla mente è Madonna di Campiglio, in particolare il Canalone Miramonti, che dopo aver assegnato negli anni medaglie mondiali a miti dello sci come Alberto Tomba o Ingemar Stenmark, potrebbe trovare una storica e definitiva consacrazione ospitando una gara olimpica. 
Il terzo nome trentino è quello dell'Ice Rink di Piné per le gare di pattinaggio. Tra due anni l'altipiano ospiterà i Campionati Mondiali juniores e la struttura, con opportuni interventi e lavori, potrebbe essere adatta anche per le gare a cinque cerchi. 
Tra pochi mesi la ventritreesima edizioni dei giochi olimpici invernali si svolgerà a Pyeongchang in Corea del Sud, dal 9 febbraio al 25 febbraio 2018. Già assegnata anche l'edizione successiva, la numero 24, dal 4 al 20 febbraio 2022: a vincere è stata Pechino. Per il 2026, invece, per ora solo disdette: l'ultima in ordine di tempo è stata quella di Stoccolma, che ha accusato il Cio di non aver quantificato il contributo economico. 
L'unica candidatura ufficialmente presentata resta quella di Sion in Svizzera,che però probabilmente dovrà passare da un difficile referendum. L'annuncio finale verrà fatto nella sessione Cio del 2019 a Milano. E chissà, potremmo sentire un « and the winner is... Euregio».


 

«Se si concretizzasse sarebbe una grande notizia e una grande opportunità per tutta la nostra provincia». Quando riferiamo al presidente del Coni trentino Paola Mora le dichiarazioni del ministro Lotti non ci sono tentennamenti: un sì convinto. Perché, da qualsiasi punto di vista la si guardi, la possibilità di un'Olimpiade 2026 realizzata in collaborazione tra Innsbruck, Trento e Bolzano, sarebbe da promuovere.
«Lasciando da parte per un attimo l'aspetto prettamente sportivo, un Euregio olimpico rappresenterebbe un messaggio forte dal punto di vista sociale e politico. Questa area ha tradizione e storia che verrebbero riscoperte e valorizzate e vorrebbe dire che mettendosi insieme si può fare di più e meglio. Poi sarebbe un segnale economico per tutti i Paesi del mondo: l'organizzazione ha costi importanti, in alcuni casi addirittura eccessivi, ma ottimizzare quello che c'è sul territorio sarebbe la soluzione vincente. Si eviterebbe di costruire cattedrali nel deserto, perché tra Trentino, Alto Adige e Tirolo esistono già una serie di strutture d'eccellenza per lo sport». 
Almeno sulla carta, infatti, ci sarebbero tutte le carte in regola per evitare buchi economici, inchieste, opere incompiute, sfregi del territorio, cose di cui, purtroppo, si è sentito spesso parlare al termine di alcuni eventi olimpici negli ultimi anni. 
«Qui da noi si tratterebbe semplicemente di sfruttare al meglio ciò che già c'è, magari solo ristrutturando alcune strutture per renderle all'avanguardia con le nuove tecnologie. E alcune opere, a basso impatto ambientale, sono già in fieri». 
Insomma, la strada è segnata e si tratta «solamente» di imboccarla e percorrerla. 
«Decisamente. Ritengo sia un evento sul quale puntare e spero che la politica ci creda e faccia in modo che le chiacchiere possano diventare fatti. E stiamo dimenticando l'aspetto turistico della faccenda: già adesso, senza Olimpiade, il territorio dell'Euregio attira migliaia di persone ogni inverno per fare sport. Con una vetrina promozionale come quella olimpica sarebbe possibile avere un ritorno economico e di immagine decisamente incredibile, con i media di tutto il mondo qui e migliaia di persone a seguire le gare».

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