Montagna, tragedia in alta val di Peio escursionista precipita scendendo dal Vioz La vittima è un trentino di 59 anni

di Leonardo Pontalti

Ha perso la vita nel cedere spazio, lungo il sentiero, ad altri escursionisti, che provenivano in senso contrario al suo: è precipitato nel vuoto per una quarantina di metri, sotto gli occhi della compagna, degli amici e e degli ex colleghi che erano con lui. Il dramma si è consumato nel primo pomeriggio di ieri a valle del rifugio Mantova al Vioz, dove Fabio Malfer, 59 anni di Dro, ex dirigente commerciale di Trentingrana era salito in mattinata.

L'escursione ai 3.535 metri di quota della struttura, nel gruppo dell'Ortles Cevedale, era riuscita nel migliore dei modi ed il gruppo stava affrontando il rientro. Per l'uomo, la giornata, era stata coronata, inoltre, anche dall'incontro del tutto fortuito al rifugio di un gruppo di ex colleghi, che si erano uniti alla compagnia della vittima nell'intraprendere il cammino verso valle. Dopo essere scesi a quota 3.200 metri - quando erano le 14.45 circa - Malfer e gli amici stavano affrontando un tratto di sentiero esposto e piuttosto angusto, non lontano da un punto chiamato Brich, dove si trova un breve tratto attrezzato con corda fissa.

Proprio in quel punto il cinquantanovenne - avrebbe festeggiato i sessant'anni ad ottobre - vedendo arrivare verso di sé un gruppo di escursionisti si è scostato, per cedere loro il passo prima di proseguire nella sua discesa. Si è spostato sul ciglio esterno del sentiero, poggiando il piede su un masso che improvvisamente si è mosso, cadendo a valle e facendo perdere l'equilibrio a Malfer: privo di un appiglio, l'uomo è a sua volta precipitato nel vuoto, finendo violentemente con il capo contro le rocce prima e rimanendo esanime quaranta metri circa più a valle.

Immediata la chiamata degli amici al 112 numero della centrale unica per le emergenze, con l'elicottero dei vigili del fuoco permanenti di Trento che si è alzato in volo raggiungendo la zona della tragedia ed individuando Malfer. Purtroppo, una volta calatisi con il verricello, i soccorritori non hanno potuto che constatare la morte dell'uomo, che ha perso la vita sul colpo a causa della gravita dei traumi al capo riportati finendo sulle rocce.

In pensione da poco più di un anno, Fabio Malfer si era dedicato soltanto da allora in maniera intensiva alla montagna, dando spazio ad una passione che aveva sempre avuto ma alla quale in precedenza non aveva mai potuto dedicare troppo tempo. Non era però poco esperto, dato che nel giro di una manciata di mesi aveva inanellato numerose escursioni. Non era un caso che ieri avesse potuto affrontare agevolmente un'ascesa difficile come quella al rifugio più alto del Trentino.
Il recupero della salma di Malfer è stato reso difficoltoso da un temporale che ha interessato la zona un'ora circa dopo l'incidente. Le operazioni si sono concluse con il trasferimento della vittima a Peio paese, dove il corpo è stato ricomposto al cimitero dell'abitato, già a disposizione della famiglia dopo che l'autorità giudiziaria, alla luce della dinamica purtroppo chiara - e ricostruita dai militari dell'Arma della compagnia di Cles - ha subito concesso il nulla osta alla sepoltura.

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