Terrore sulla Rambla a Barcellona Furgone killer: 13 morti e 80 feriti Pochi minuti e non so dove sarei ora I trentini scampati al pericolo Paura per un italiano lombardo

«No tinc por!», «Non ho paura!», ha gridato Barcellona oggi al mondo e in faccia agli sceicchi del terrore jihadista. Un urlo ripreso dalle migliaia di cittadini riuniti in Plaza Catalunia attorno a re Felipe VI e a tutti i leader politici del paese per rendere omaggio alle vittime dell’attentato e gridare la sfida ai terroristi.

Colpita due volte in poche ore - ieri dal furgone omicida lanciato sulla folla nella Rambla che ha ucciso con altre 11 persone anche gli italiani Bruno Gulotta e Luca Russo, e poi nella notte a Cambrils, dove sono stati abbattuti cinque terroristi - la Catalogna «non si piega», ha detto il presidente Carles Puigdemont. L’attentato di Barcellona, che ha fatto anche oltre 100 feriti, tre dei quali italiani, è stato rivendicato dall’Isis.
Sulla caccia ai jihadisti da parte della polizia catalana sono arrivate oggi notizie contraddittorie. L’unica cosa sulla quale tutte le fonti sembrano convergere è che il conducente del furgone killer è stato ucciso a Cambrils. Chi fosse è invece ancora incerto. Alcune fonti sostengono che sia il giovane Moussa Oukabir, 17 anni. Altre invece riferiscono che non sarebbe lui l’esecutore materiale della strage, ma un altro dei terroristi abbattuti questa notte, e che Moussa sarebbe alla macchia assieme ad altri terroristi. Per entrambe le versioni, non ci sono state conferme da fonti ufficiali.[[{"type":"media","view_mode":"media_preview","fid":"1615821","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"180","style":"float: right;","width":"180"}}]]

Sulla Rambla ieri il primo attacco. Alle 16.50 un furgone Fiat bianco si è lanciato sulla folla - quasi tutti turisti - puntando e inseguendo a zig zag centinaia di persone senza difesa per 600 metri prima di schiantarsi contro un’edicola. Il conducente è fuggito a piedi, lasciando dietro a sè scene di orrore. Corpi a terra, una folla impazzita in fuga, fra grida, pianti, sangue. Nella notte i terroristi hanno colpito di nuovo.
Intercettati verso l’1.30 ad un posto di blocco, 5 uomini armati di coltelli e con false cinture esplosive sono riusciti a forzare il passaggio e, inseguiti dalla polizia, sono piombati sul Lungomare di Cambrils, una cittadina balneare a 120 km a sud di Barcellona. La loro auto si è capovolta. Sono scesi coltelli in mano e si sono lanciati sui passanti. Hanno ferito cinque persone - una donna è morta in ospedale, portando a 14 il bilancio complessivo delle vittime - prima di essere abbattuti.
Un’agente donna ha ucciso da sola 4 terroristi. Il comandante della polizia catalana non ha escluso che fra i cinque uomini abbattuti ci possa essere anche il conducente del furgone della morte di Barcellona, che però non ha identificato.

Le indagini della polizia puntano verso due basi arretrate dei terroristi nella Catalogna profonda, dove è forte l’influenza dell’estremismo salafita nell’importante comunità marocchina della regione, 200mila persone. Due cittadine, Ripoll nei Pirenei vicino alla frontiera francese, e Alcanar, nella provincia di Tarragona a sud, sono al centro dell’inchiesta. A Ripoll - 10mila abitanti, 10% di origine marocchina - si è formata la cellula attorno a Moussa Oukabir e al fratello Driss, ora in manette. Da Ripoll vengono sei dei presunti membri della cellula. Tutti marocchini, giovani, fra 17 e 34 anni, senza precedenti penali per terrorismo, finora sfuggiti al radar della polizia. Ad Alcanar c’era la base operativa della cellula, dove erano in preparazione ordigni esplosivi per un attentato di grandi dimensioni a Barcellona. Ma nella notte fra mercoledì e giovedì qualcosa è andato storto. La casa è esplosa, forse ‘un incidente di lavorò. Due uomini sono  morti, un altro è stato ferito. Ora è in arresto. Secondo il capo della polizia catalana Josep Lluis Trapero, l’incidente ha costretto i jihadisti, che preparavano attentati «di grandi dimensioni», a cambiare piani e «agire alla disperata», senza esplosivi, a Barcellona e Cambrils.

La Spagna intanto stringe le fila davanti all’attacco del terrorismo islamico. Il premier spagnolo Mariano Rajoy ha proclamato l’unità nazionale davanti alla minaccia jihadista. A Barcellona ha tenuto un vertice con il presidente catalano Carles Puigdemont. I due uomini - durissimi avversari sulla corsa della Catalogna verso l’indipendenza - hanno promesso totale collaborazione sulla sicurezza e si sono stretti la mano per ben tre volte, ha registrato la stampa spagnola. Domani Madrid deciderà se portare al livello 5, il più alto, l’allarme terrorismo, una misura che dispiegherebbe anche l’esercito a difesa dei punti sensibili del Paese. (ore 20.45)


 

AGGIORNAMENTO (20.25): Moussa Oukabir, il ragazzo ricercato per l’attentato di ieri a Barcellona, non sarebbe morto, ma si troverebbe in un luogo sconosciuto. Lo riferiscono fonti investigative a La Vanguardia, secondo cui l’autista del furgone che si è lanciato sulla Rambla è tra i cinque attentatori uccisi a Cambrils, ma non si tratta di Moussa.

AGGIORNAMENTO (ore 19.25): La polizia catalana è convinta che la cellula terroristica che ha colpito sulla Rambla e a Cambrils preparasse da tempo l’attacco. Sul selciato della capitale catalana sono rimasti in 13, anche due italiani: Bruno Gulotta e Luca Russo. Si attende conferma che Moussa Oukabir, il diciottenne conducente del furgone della strage, sia tra i 5 terroristi uccisi dagli agenti Cambrils. I fuggitivi sarebbero quattro.
In un comunicato diffuso oggi, la Grande Moschea di Parigi ha condannato con fermezza «la cieca violenza» degli attentati avvenuti ieri a Barcellona. «Questo ignobile atto terroristico deve rinforzare tutti coloro che lottano contro l’oscurantismo e il radicalismo» ha detto il rettore dell’Istituto musulmano, Dalil Boubakeur, a nome della moschea.

AGGIORNAMENTO (ORE 17): La polizia catalana è a caccia di quattro persone collegate agli attentati in Spagna: si tratta di Moussa Oukabir (17 anni), Mohamed Hychami (24), Younes Abouyaaqoub (22), di Ripoll, e Said Aallaa (18), di Ribes de Freser. Tutti e quattro hanno origini marocchine. Lo scrive La Vanguardia pubblicando la loro foto segnaletica.

AGGIORNAMENTO (ORE 16): Sono Bruno Gulotta (a destra nella foto), 35enne di Legnano, e Luca Russo (a sinistra nella foto), 25 anni, di Bassano del Grappa, le due vittime italiane dell’attacco terroristico sulla Rambla di Barcellona. Gulotta, racconta la moglie, si è messo davanti ai figli di 7 mesi e 6 anni salvandoli dalla corsa del van. Russo si trovava nella città catalana con la ragazza, ferita e ancora in ospedale. «Aiutatemi a riportarlo a casa» chiede la sorella del giovane veneto. Morta una donna, il bilancio dell’attentato sale a 14 vittime. Oltre 100 i feriti.

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Sono saliti a quattro gli arrestati per l’attentato a Barcellona, mentre sarebbe ancora in fuga il conducente del furgone della strage. Si tratta di Moussa Oukabir, 18 anni, il cui fratello Driss era stato indicato ieri come un presunto sospetto per l’attentato, ed è stato arrestato. Forse è sfuggito a un posto di blocco su un’auto dentro cui è stato trovato il corpo del proprietario. Due anni fa sul web, Oukabir scriveva di voler “uccidere gli infedeli”. A Cambrils, località turistica a pochi chilometri dalla città catalana, la polizia ha ucciso in un blitz cinque terroristi che avevano investito e ferito con l’auto sei persone e si preparavano ad un nuovo attacco a Barcellona. In totale negli attacchi sarebbe coinvolta una cellula di otto persone.

Migliaia di cittadini si sono riuniti attorno a Re Felipe VI, al premier Rajoy e al presidente catalano Puigdemont in Plaza Catalunya, cuore di Barcellona, per un minuto di silenzio in omaggio alle vittime dell’attentato di ieri. Dopo il raccoglimento la folla si è sciolta in un lungo applauso, fra grida di ‘No Tengo MiedO', ‘Non ho paurà. «La lotta contro il terrorismo - ha detto Rajoy - è il primo problema dell’Europa».
Messaggi di cordoglio e solidarietà dai leader di tutto il mondo. Merkel: ‘I fondamentalisti non ci potranno mai sconfiggere'

VIDEO ESCLUSIVO POCHI ATTIMI DOPO L'ATTENTATO

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AGGIORNAMENTO: La cellula terroristica che ha colpito sulla Rambla e a Cambrils preparava «da tempo» gli attentati, ha detto il comandante della polizia catalana Josep Lluis Trapero.
L’esplosione della casa di Alcanar - mercoledì - dove il gruppo preparava esplosivi e ha pianificato gli attentati ha cambiato i loro piani ha aggiunto, e quindi sono stati costretti ad attuare gli attacchi in forma «più rudimentale».

AGGIORNAMENTO:  Il comandante della polizia catalana Josep Lluis Trapero non ha escluso che il conducente del furgone killer che ieri ha falciato decine di persone sulla Rambla possa essere stato ucciso la notte scorsa dalla polizia a Cambrils. Trapero ha detto però di non poterlo confermare, e ha inoltre affermato che per il momento il conducente non è stato formalmente identificato. Secondo i media, potrebbe essere Mousa Oukabir, 17 anni, considerato tuttora in fuga. Per ora tre dei cinque terroristi uccisi a Cambrils sono stati identificati.

AGGIORNAMENTO
(ore 15.00): È di 14 persone morte, tra cui anche due italiani, e un centinaio di feriti il bilancio degli attacchi terroristici in Spagna, dove a Barcellona un furgone ha investito i pedoni nella Rambla.

L'autista, il 18enne Moussa Oukabir, è ancora in fuga e quattro suoi presunti complici sono stati arrestati. Altri cinque terroristi sono stati invece uccisi a Cambrils, durante un secondo attacco, ed erano in attesa di progettarne un terzo. 

La lotta contro il terrorismo «è il primo problema dell’Europa», ha detto il premier spagnolo Mariano Rajoy dopo un vertice di crisi a Barcellona con il presidente catalano Carles Puigdemont, all’indomani della strage della Rambla.


Erano pronti a sferrare un nuovo attacco a Barcellona i cinque kamikaze uccisi nella notte dalla polizia a Cambrils, una cittadina balneare a 120 km a sud di Barcellona. Secondo fonti polizia il progetto era dunque quello di continuare a seminare terrore con un terzo attacco dopo quello che nella Rambla ha lasciato a terra 14 morti e un centinaio di feriti e il successivo, tentato nella notte nella vicina cittadina, con sei persone ferite.

Continua intanto il lavoro per accertare il coinvolgimento di italiani nell'attentato. Tre sono rimasti feriti, due dei quali già dimessi dall'ospedale. I colleghi di Bruno Gulotta, l'italiano del quale si sono perse le tracce, hanno postato un suo ricordo su Facebook: «Purtroppo è vero - scrive uno di loro - È stato ucciso dai terroristi». Una seconda persona di cui non sono note ancora le generalità, come accertato dal capo dell'Unità di Crisi della Farnesina Stefano Verrecchia.

Il gruppo sgominato stanotte sarebbe legato alla cellula responsabile dell'attacco di Barcellona. Il conducente del furgone che ha falciato la folla sulla Rambla è tuttora in fuga. Forse è proprio lui l'uomo che nella notte ha forzato un posto di blocco, ferendo un poliziotto e fuggendo poi a piedi. Nell'auto è stato trovato il cadavere del proprietario ucciso a coltellate. Tre suoi presunti complici sono stati arrestati.

I cinque uomini sono stati intercettati verso le due del mattino a un posto di blocco all'ingresso di Cambrils. Sono riusciti a fuggire inseguiti dai Mossos d'Esquadra, la polizia catalana. La loro auto ha investito alcune persone che passeggiavano sul lungomare della cittadina. Poi, scesi dalla vettura, hanno iniziato a colpire a coltellate i passanti. Sei persone sono state ferite, una delle quali in forma grave.

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I cinque terroristi sono stati uccisi dalla polizia. Portavano apparenti cinture esplosive, che si sono rivelate false. I cinque uomini volevano fare un nuovo attentato a Barcellona. È intanto in corso l'identificazione delle vittime della strage della Rambla. Fra i morti, riportano i media spagnoli, c'è anche una bambina di tre anni.

Sono stati identificati fra le vittime per ora tre turisti tedeschi e un belga, riferisce La Vanguardia. L'ambasciatore italiano in Spagna Stefano Sannino ha indicato che due dei tre feriti italiani sono stati dimessi. Il terzo è in ospedale per fratture. L'ambasciatore ha aggiunto di non avere conferma della morte di un italiano.

In un primo momento la polizia aveva riferito di aver arrestato Driss Oukabir, la cui identità corrispondeva ai documenti forniti per noleggiare il furgone. Ma più tardi un uomo - sempre identificato come Driss Oukabir Soprano - si è presentato al commissariato di Ripoll (Girona), dove risiede, denunciando il furto dei suoi documenti. Lo riferisce La Vanguardia. La polizia aveva diffuso la sua identità e la sua foto come colui che aveva affittato il furgone usato nell'attentato. Il sindaco della località ha confermato l'identità dell'uomo. Gli agenti stanno cercando di chiarire perché Oukabir non abbia denunciato prima il furto e sospettano il fratello minore di Driss, Moussa.

L'Isis ha rivendicato l'attentato di Barcellona attraverso la sua "agenzia" Amaq, definendo gli attentatori «soldati dello Stato islamico». Lo riferisce il Site, il sito di monitoraggio dell'estremismo islamico sul web, pubblicando una immagine della rivendicazione in arabo.

Il conducente aveva abbandonato il veicolo e sarebbe fuggito a piedi. Il furgone è salito sulla parte centrale del celebre viale del centro di Barcellona, percorso da numerosi turisti e si era schiantato contro un'edicola dopo aver investito una decina di persone.


«Stavamo camminando in direzione di Plaza de Catalunya, quando un folto gruppo di persone ha iniziato a correre in direzione opposta. In quel momento ho subito pensato a un attentato».

Barcellona è la città dove i trentini Marco Zotta e la fidanzata Sara Forti pensavano di trascorrere una settimana di vacanza: avevano raggiunto la città spagnola da soli due giorni e improvvisamente si sono trovati a vivere lunghi minuti di autentico terrore. 

«Un negoziante ci ha detto di entrare nel suo negozio. Ho avuto paura. C'ero praticamente dentro».

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Terrore che ha inevitabilmente investito anche quei trentini che da anni vivono nel capoluogo della Catalogna e che nel periodo di Ferragosto sono rientrati in provincia per ritrovare amici e parenti. È il caso di Carlotta Daldoss, giovane perginese da tempo in Spagna per lavoro e per amore. «Gli amici che sono in città mi stanno tenendo aggiornata sull'evoluzione della situazione minuto per minuto. Il timore è che presto ci sia un secondo attacco omicida. Tutto questo è assolutamente terribile».

Chi può, dunque, scappa. «Domani andremo da amici a Valencia, il clima in città è diventato invivibile e la tivù trasmette a ripetizione le immagini della tragedia. Dove mi trovavo questo pomeriggio potevo vedere le camionette delle forze dell'ordine. Le sirene erano ovunque» è il racconto di Zotta. 

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SILENZIO SULLA RAMBLA

Colpisce il silenzio. Un silenzio che la Rambla di Barcellona non ha probabilmente mai conosciuto. Un silenzio, nel cuore della notte, interrotto soltanto dai motori dei furgoni blindati dei Mossos d'Esquadra, la polizia catalana che ha isolato quasi totalmente un'area che da Gran Via passando per calle Pelayo raggiunge Plaza de Catalunya e quindi la Rambla colpita a morte, che scende verso il porto della città.

Lontano si sentono gli spazzini che lavorano nella grande piazza centrale della metropoli catalana. Il tempo si e' come fermato, dopo l'attacco terroristico rivendicato dall'Isis che ha fatto almeno 14 morti e decine di feriti. Il grande marciapiede centrale che porta alla statua di Cristoforo Colombo non è fruibile, bloccato dai nastri isolanti della polizia.

Percorrendo i primi duecento metri della Rambla, presidiata da decine di poliziotti, spesso cortesi ma piuttosto nervosi, si vedono poche tracce del furgone che a zig zag sull'ampio marciapiede ha seminato morte e terrore. Ad un certo punto ci sono due edicole di cartoline rovesciate, in mezzo a vetri frantumati.

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BLITZ A CAMBRILIS: UCCISI 5 TERRORISTI

L'attacco della scorsa notte nella località turistica di Cambrils è legato a quello di ieri pomeriggio sulla Rambla a Barcellona. Lo ha detto il ministro regionale degli Interni della Catalogna Joaquim Forn alla radio RA C1 nelle prime ore del mattino precisando che l'attacco «segue la stessa traccia. C'e' un collegamento». La polizia non ha dato dettagli dell'attacco a Cambrils ma i media locali affermano che un'automobile ha investito un mezzo della polizia e la gente che si trovava nelle vicinanze. 

Otto ore dopo l'attentato di Barcellona, con il suo carico tragico di 14 morti e un centinaio di feriti stimati, lo scenario stava per ripetersi nella notte a Cambrils, località turistica della costa a sud-ovest della capitale catalana. Ne è convinta la polizia locale, che in un blitz ha ucciso cinque sospetti terroristi, confermando in un secondo momento che il gruppo aveva investito alcune persone con un'automobile. Sei i civili investiti che sono rimasti feriti. Nelle prime ore del mattino la polizia aveva riferito che quattro sospetti terroristi erano stati uccisi nella cittadina a sud di Barcellona in un'operazione dei polizia per «rispondere ad un attacco terroristico».

La polizia regionale della Catalogna aveva detto inizialmente di non poter dire come le sei persone fossero rimaste ferite, e aveva postato sui social network la notizia di un'indagine in corso per accertare se i sospetti attentatori indossassero cinture esplosive da kamikaze, supposizione che si è poi rivelata fondata.

Posti di blocco sono stati allestiti alle principali uscite dalla capitale catalana. Un secondo furgone bianco collegato all'attacco a Barcellona è stato trovato nel villaggio di Vic, nei pressi della città: si ipotizza che il mezzo sia stato usato per la fuga.

Guarda il video:

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