Primi passi dell'inchiesta su KJ2

Muove i primi passi l’inchiesta, allo stato ancora conoscitiva, aperta dalla procura sulla morte dell’orsa KJ2. Questa mattina sul tavolo del procuratore della Repubblica Marco Gallina dovrebbe arrivare un corposo dossier sulla vicenda predisposto dal Corpo forestale della Provincia.

Al momento non ci sono indagati e non c’è neppure un titolo di reato anche se tutto fa pensare che all’arrivo degli esposti delle associazioni animaliste - ripetutamente annunciati, come quello dell’ex ministro Michela Vittoria Brambilla, ma fino a ieri non pervenuti presso la procura di Trento - le indagini muoveranno su un’ipotesi di violazione dell’articolo 544 bis, cioè uccisione di animali (pena da 4 mesi a 2 anni)
Il dossier predisposto dalla forestale dovrebbe chiarire perché, ad avviso della Provincia, l’abbattimento di KJ2 era non solo legale e legittimo, ma anche opportuno a causa della pericolosità dimostrata in più occasioni dal plantigrado.

Lo snodo del procedimento penale è proprio relativo all’aggressività dell’animale che configurava lo stato di necessità. È probabile che la documentazione predisposta dal Corpo forestale elenchi nel dettaglio tutte le scorribande di KJ2. L’ultima, la più grave che ha portato all’ordinanza di «rimozione» forzata dal governatore Ugo Rossi, è l’aggressione del 22 luglio sopra Terlago ai danni di Angelo Metlicovec, 69 anni, idraulico di Cadine.

Non ci sono dubbi che il plantigrado che ha aggredito il pensionato fosse proprio KJ2, lo dimostra il test del dna. L’orsa però pare sia «recidiva» per usare un termine giuridico: sempre lei è la principale «indiziata» per l’aggressione a  Wladimir Molinari nella zona di Zambana. Ma forse ci sono anche altri episodi, meno gravi, che confermano il carattere «problematico» di KJ2 tanto da consigliare la sua rapida rimozione dai boschi del Bondone.

Tra gli atti che saranno acquisiti dalla procura c’è anche l’ordinanza del 24 luglio scorso con cui Rossi ha autorizzato un «intervento di monitoraggio, identificazione e rimozione di un orso pericoloso per l’incolumità e la sicurezza pubblica» che prevedeva la doppia possibilità: cattura o abbattimento. Ma secondo i forestali la prima soluzione si è dimostrata impraticabile, i tempi per portare a buon fine la cattura di KJ2 rischiavano di dilatarsi troppo alla luce della prognosi di pericolosità dell’orsa.

La Provincia ha spiegato infatti che i metodi di cattura sono tre: il laccio, la trappola a tubo e il dardo narcotico. I primi due metodi però andavano  esclusi perché KJ2 non si avvicinava alle trappole, anzi si teneva alla larga. Restava il dardo, ma per utilizzare il narcotico ci si deve avvicinare a 20-30 metri e dunque o ci si trova in un capanno o sul fuoristrada, altrimenti si rischia di essere caricati dall’orsa visto che dopo lo sparo non crolla subito a terra. Condizioni che non si sono realizzate in tempi ragionevoli e così i forestali sono passati all’opzione K: l’abbattimento.

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