Orsi uccisi e orsi imprigionati Politica trentina «nel mirino»

L'uccisione dell'orsa KJ2 diventa caso giudiziario (è stata aperta un'inchiesta della Procura di Trento) e oggetto di scontro politico (con il deputato Lorenzo Dellai - ex presidente della Provincia - che, nella sua veste di presidente della Commissione dei 12, fa notare al governatore Ugo Rossi che l'abbattimento dell'animale, per garantire l'incolumità pubblica, rischia di mettere una pietra sopra alle speranze del Trentino di ottenere la competenza della gestione degli orsi).

Intanto c'è attesa per la manifestazione animalista che si terrà sabato a Trento: una protesta che arriva dopo i tanti annunci di boicottaggio di tutto ciò che profuma di Trentino.

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Le modalità di "annientamento" dell'orsa - con gli agenti del Corpo forestale della Provincia costretti nel ruolo di "killer" (fra i Forestali c'è chi dice che la Provincia avrebbe dovuto assegnare questo ruolo alla Federazione Cacciatori, evitando di assegnare il compito ingrato a chi è chiamato a difendere flora e fauna trentine) - a livello nazionale stanno creando qualche problema di immagine al Trentino.

Alcuni esperti targati Pat hanno sostenuto che è stato giusto uccidere KJ2 perché imprigionarla sarebbe stato come torturarla. Eppure abbiamo a tutt’oggi un orso recluso nella buca malsana del Santuario di San Romedio per il sollazzo dei turisti, e altri nelle cosiddette aree faunistiche (Spormaggiore), che sono aree più grandi di una gabbia, ma pur sempre di prigioni si tratta

C'è chi si domanda se la cattura dell'orsa sarebbe stata una scelta migliore. L'uso del sedativo e una gestione diversa forse avrebbero permesso di evitare il polverone ferragostano a cui abbiamo assistito.

Altri orsi sono rinchiusi nel lager di Casteller, una specie di "Guantanamo" per orsi in salsa trentina, alle porte del capoluogo. Questi orsi dunque possono essere torturati, con la scusa magari che erano nati in cattività o che dove stavano prima stavano peggio

E sul web si rincorrono le accuse e controaccuse di ipocrisia.

Leggiamo da Facebook l'intervento di Alessandro Ghezzer, che da sempre si occupa di ambiente: «Alcuni esperti targati Pat hanno sostenuto che è stato giusto uccidere KJ2 perché imprigionarla sarebbe stato come torturarla. Eppure abbiamo a tutt’oggi un orso recluso nella buca malsana del Santuario di San Romedio per il sollazzo dei turisti, e altri nelle cosiddette aree faunistiche (Spormaggiore), che sono aree più grandi di una gabbia, ma pur sempre di prigioni si tratta. Per un animale che in natura si sposta decine di km al giorno, dev’essere un’esperienza terribile. Altri orsi sono rinchiusi nel lager di Casteller, una specie di "Guantanamo" per orsi in salsa trentina, alle porte del capoluogo. Questi orsi dunque possono essere torturati, con la scusa magari che erano nati in cattività o che dove stavano prima stavano peggio. Come siamo generosi noi trentini. Nessun esperto spende una parola, neppure di pietà, per lo sfruttamento della sofferenza degli animali ad uso turistico».

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Ghezzer ricorda, con tanto di foto, anche i tempi in cui a Sardagna, che si affaccia sulla città capoluogo, c'era la "busa degli orsi", meta di pellegrinaggi di tante famiglie trentine.

Ecco qui sotto il suo intervento nella versione integrale:

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