Orsi, ipotesi espatrio nell'Est Europa

di Domenico Sartori

Si sono presentate sei automobili alla manifestazione in programma per oggi in Trentino. Un flop. Si prevede un afflusso superiore sabato prossimo: annunciate a Trento centinaia di persone. Blitz animalista contro la sede di Vaneze dell'Apt di Trento e scritte sulla ciclabile in Busa.


C’è anche l’«espatrio» nell’area montuosa delle Alpi Dinariche e dei Balcani tra le soluzioni allo studio della Provincia per governare la presenza dell’orso in Trentino e dare continuità al progetto europeo Life Ursus che non è nelle intenzioni mettere in discussione, dopo l'abbattimento di KJ2. Potrebbe sembrare un paradosso: dopo l’importazione dalla Slovenia per dare corpo al progetto, di valenza europea, di reintroduzione del plantigrado, la sua «deportazione» nei Paesi dell’Est Europa. Ma non lo è affatto. E a spiegarlo è l’assessore alla foreste, caccia e pesca Michele Dallapiccola, illustrando la strategia conseguente all’attesa approvazione, in Consiglio dei ministri, della norma di attuazione che la Commissione dei Dodici ha licenziato il 26 luglio scorso e che dà più autonomia alla Provincia per la gestione ordinaria, diretta e più rapida del progetto Life Ursus.

Assessore Dallapiccola, ha avuto contatti con il ministro Gian Luca Galletti in queste ore?

«I contatti con il ministro li tiene il presidente Rossi. Da parte mia, dico che i contatti con il ministero dell’Ambiente sono costanti, ottimi e costruttivi. Il ministro, e così l’Ispra, sono sempre stati informati su ogni nostro passo, come previsto dalle regole del Pacobace, tavolo che coinvolge anche la Provincia di Bolzano e le regioni Veneto e Lombardia. Dopo Ferragosto, incontrerò i responsabili del ministero assieme al dottor Romano Masè (dirigente del Dipartimento territorio, ambiente e foreste, ndr). Ma il ministro ha detto che non c’è nulla da commentare riguardo al provvedimento preso per KJ2».

Adesso, attendete il passaggio in Consiglio dei ministri della norma di attuazione?

«A noi preme che la norma diventi esecutiva per darci ulteriori possibilità di intervento, per una gestione ordinaria del progetto orso, non solo in situazione di emergenza. Per KJ2 s’è posta una questione di sicurezza, e la pubblica sicurezza, in casi come questo, è in capo al presidente della Provincia».

Quali ulteriori interventi avete in mente per una «gestione ordinaria» del progetto?

«Le ipotesi sono lo spostamento, il trasferimento in altri luoghi, la costruzione di recinti dedicati... Insomma una gestione in maniera diversa. Non è pensabile di aspettare l’autorizzazione del ministero per poter mettere un radiocollare ad un orso».

Il ministro vi ha dato qualche speranza?

«Il ministro, quando è venuto a Trento e ha visitato il Casteller, credo abbia capito che cosa significhi chiudere in gabbia un orso e che la soluzione non sia mettere in gabbia tutti gli orsi cattivi e problematici. È peggio che eliminarli, in gabbia vanno in psicosi: è uno dei tanti motivi che ci hanno fanno optare per la eliminazione di KJ2. Il ministro vuole prima chiudere la partita sul lupo, poi affronterà la questione orso. Solo che per il lupo, di fronte alla proposta di prelievo fino al massimo del 5%, si sono messe di traverso le regioni, a parte noi, Bolzano e la Toscana...».

Assessore, l’obiettivo della «gestione ordinaria» è anche quello di porre un limite massimo al numero di orsi in Trentino?

«Non lo escludiamo, perché ora, di fatto, un limite non c’è. Ma vogliamo definire con il ministro come porre questo limite. Nelle migliaia di opzioni che ci sono, non c’è necessariamente, anzi non c’è quasi mai, l’abbattimento».

Il presidente Rossi ha già spiegato che spostare altrove gli orsi non è servito a nulla, perché ritornano poi sui luoghi originari, che sono poi quelli a più alta concentrazione antropica, e quindi più problematici.

«Certo. Io, quando parlo di spostamento, mi riferisco all’autorizzazione al trasferimento in altri luoghi dove vivono gli orsi, fuori dai confini nazionali».

Dove, in particolare?

«Mi riferisco all’area Dinarico Balcanica».

Un “espatrio”, lontano da qui, in modo che non possano ripresentarsi in Trentino, perché se li si sposta in Fiemme o altrove in Trentino, c’è il rischio che che ritornino nell’area tra il Brenta e il Bondone?

«Esatto, anche perché c’è il rischio, poi, che anche nelle altre zone del Trentino si riproducano gli stessi problemi».


 

PROTESTE GIÀ OGGI, SABATO IL CORTEO

Sono annunciate già da oggi le prime manifestazioni dei movimenti animalisti in provincia, per protestare contro l’amministrazione provinciale dopo l’abbattimento dell’orsa KJ2: a partire dalle 10 a Riva del Garda si ritroveranno, infatti, i partecipanti all’«automanifestazione itinerante» organizzata «in memoria di KJ2 assassinata» nella giornata di Ferragosto dal movimento «Ombre nel buio».

I promotori attraverso la loro pagina Facebook hanno spiegato che «ha prevalso “il buon senso” di Ugo Rossi, presidente della Provincia Autonoma di Trento: si è giunti così ad un raccapricciante epilogo, con un’altra morte annunciata da tempo... È necessario che tutti sappiano - soprattutto i turisti - che il Trentino altro non è che una terra insanguinata, dove i carnefici circolano spavaldi, forti del ruolo che ricoprono...

Noi non dimentichiamo! Ci faremo vedere, faremo leggere una moltitudine di slogan, le nostre automobili veicoleranno la verità, attraverso un itinerario che dal lago di Garda toccherà varie località turistiche e la città di Trento».

Dopo la partenza dal porto di San Nicolò a Riva del Garda alle 11, il corteo attraverserà i centri di Arco, Ceniga, Dro, Pietramurata, Padergnone, Vezzano, Lon, Ciago, Covelo, Terlago. Qui verrà effettuata una sosta di circa mezz’ora, per poi proseguire per Cadine, teatro di un altro sit in, questa volta di un’ora e scendere verso Trento puntando al Muse per un nuovo sit in.
La «marcia» toccherà poi Ravina, Mattarello, Besenello, Calliano, Nomi, Pomarolo, Villa Lagarina, Rovereto con una protesta di mezz’ora al Millennium. Poi ancora Mori, Nago, Torbole e arrivo nuovamente a Riva.

Un’altra manifestazione è in programma poi per sabato 19 agosto: questa volta interamente in città. La sta organizzando il Fronte Animalista che tramite la sua pagina Facebook minaccia la Provincia: «Questa la pagate».
L’associazione ha organizzato un sit in di protesta a partire dalle 11 davanti alla sede dell’amministrazione provinciale, in piazza Dante, che sarà seguita poi, dapprima da un corteo lungo le vie del centro storico e poi ancora, nel pomeriggio, da un presidio nella zona di Cadine.


 

IL SINDACATO DI POLIZIA: ORA PROBLEMI DI ORDINE PUBBLICO

«Agire d’impulso senza valutare le conseguenze dei propri atti non è espressione di autonomia ma di incoscienza». Così il Coisp del Trentino, sindacato indipendente dei poliziotti, giudica l’abbattimento dell’orsa KJ2.

«Erano prevedibili - afferma il segretario provinciale generale Sergio Paoli - le reazioni dei movimenti ambientalisti e animalisti e comunque era naturale che l’uccisione dell’orsa avrebbe urtato la sensibilità di moltissime persone. Il risultato? Manifestazioni sul territorio, proteste, minacce di ritorsioni anche efferate e nuovi effettivi rischi per l’ordine pubblico della provincia di Trento».

«Ora - aggiunge - ci troviamo impegnati anche a prevenire e fronteggiare le possibili azioni illegali che qualche estremista paladino della natura potrebbe avere in programma. È evidente che questo problema in più causerà un allentamento nell’attività di prevenzione delle zone a rischio del centro». «Certe decisioni - conclude Paoli - dovrebbero essere prese con estrema attenzione ai rischi per l’ordine pubblico che si vanno ad innescare. Per questo il presidente Rossi doveva interessare del problema il Comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza pubblica, dove il Commissario del Governo che lo presiede ed il Questore avrebbero potuto evidenziare i rischi per l’ordine pubblico di tale decisione».

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