Cameriere trentino pestato a sangue a Rimini

di Andrea Bergamo

Un maitre d’hotel della Val di Sole è stato picchiato selvaggiamente a Rimini, dove stava dormendo su una panchina. «Quella persona mi voleva uccidere, devo la vita a tre giovani che sono intervenuti per salvarmi» è il racconto di Simone Rice, 46 anni, rimasto gravemente ferito poco prima della mezzanotte di mercoledì. Il suo aggressore è ora ricercato dalle forze dell’ordine.

Il ferito, originario di Gorizia ma residente a Malé da una quindicina d’anni, parla da una stanza della Comunità Papa Giovanni XXIII dove è stato ospitato dopo le dimissioni dall’ospedale della città romagnola. «Mi ha preso a pugni, calci e sprangate urlando “ti ammazzo”, “ti massacro”. Ha colpito anche il mio cane. Era ubriaco fradicio, una vera furia» riferisce Rice, responsabile di sala che nel corso degli anni ha lavorato in diversi alberghi, ristoranti e pizzerie della città e delle valli trentine. È stato ricoverato d’urgenza mercoledì notte dopo l’aggressione subìta in viale Principe Amedeo, che collega la stazione al mare. I sanitari gli hanno dato una prognosi di 35 giorni: ha contusioni, ferite, lesioni e fratture.

Rice non è peraltro un clochard per scelta: ha perso il lavoro ma nonostante le evidenti difficoltà non si dispera. «Per tutto il pomeriggio di quel maledetto giorno sono stato infastidito da quella persona, un nordafricano che peraltro conosco di vista perché, come me, frequenta giornalmente la mensa della Caritas. In serata mi sono spostato in direzione della spiaggia con la mia cagnolina Yuma, ma lui mi ha trovato. Mi sono svegliato quando ha iniziato a colpirmi con la spranga in ferro. Mi hanno detto che nella stessa mattinata aveva pestato altre due persone in città».

Il cane dell’uomo è stato provvisoriamente «adottato» e fatto curare dall’avvocato Paola Carli, che ha preso a cuore la triste vicenda. «Se quella sera non fossero intervenuti tre ragazzi passati di lì per caso - sono le parole del legale - Simone sarebbe stato massacrato, e così la povera Yuma». Carli si rivolge dunque a istituzioni e servizi sociali, affinché aiutino il 46enne a trovare un alloggio, «anche se non è un profugo e il ministero non pagherà 35 euro al giorno per lui».

Ma per quale motivo Rice si trova a Rimini? «Ho sempre lavorato come maitre d’hotel, ma ho perso il mio lavoro in Val di Sole. Sono venuto qui tra aprile e maggio per cercare un’occupazione anche stagionale, ma non l’ho trovata, credo soprattutto per la presenza di Yuma, la mia cagnolina di 15 anni, sorda e con varie patologie». Fino a qualche giorno fa divideva col suo cane l’unico pasto giornaliero alla Caritas: «Aspettavo di tornare in Trentino per la raccolta delle mele. Ora, con una vertebra fratturata e oltre un mese di prognosi non posso fare nulla. Mi auguro di poter trovare almeno un alloggio finché non sarò guarito. Potrò rimanere in questa struttura solo fino a metà settimana».

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