Trento, in 200 al corteo contro il degrado urbano

di Lorenzo Basso

In duecento sono scesi in strada nel tardo pomeriggio di ieri a Trento per chiedere maggiore rigore nel contrasto alla criminalità ed al degrado nel capoluogo, nell'ambito del corteo organizzato dalla Lega Nord del Trentino.

La manifestazione, alla quale hanno aderito anche gli esponenti di Forza Italia, Agire per il Trentino e Civica trentina, assieme ad alcuni portavoce di comitati dei cittadini, si è svolta sotto lo stretto controllo delle forze di polizia, presenti in grande numero sia in borghese, sia in assetto antisommossa, allo scopo di evitare tafferugli con un gruppo di antagonisti presenti in piazza Santa Maria Maggiore. I manifestanti, che si proponevano il duplice obiettivo di richiamare l'attenzione delle istituzioni sul problema della sicurezza urbana e sollecitare le dimissioni del sindaco Alessandro Andreatta, ritenuto dai presenti inadeguato ad affrontare la questione, sono sfilati con bandiere e striscioni sotto lo sguardo incuriosito dei passanti e dei residenti dei quartieri maggiormente interessati dal problema del degrado.

Partito da piazza Leonardo Da Vinci, il corteo - aperto dai rappresentanti dei partiti aderenti, tra cui capeggiavano il segretario provinciale della Lega Nord Maurizio Fugatti, ed i consiglieri Giacomo Bezzi (Forza Italia) e Claudio Cia (Agire) - ha toccato il margine meridionale di piazza Dante, spostandosi poi, assieme allo straordinario schieramento di forze dell'ordine, in piazza della Portela e, lungo via della Prepositura, in piazza Santa Maria Maggiore.

«Con questa manifestazione intendiamo dare un messaggio forte all'amministrazione comunale dopo i numerosi e gravi episodi di degrado che vi sono stati nelle scorse settimane. Ormai la situazione è sfuggita al controllo e servono provvedimenti forti in città», ha chiosato Fugatti poco prima di dare inizio al corteo. «A Trento - ha quindi aggiunto - serve una presa di coscienza del problema: negli ultimi 5 anni non sono mai state prese azioni di controllo del territorio. Serve un pugno duro quotidiano per restituire la città ai nostri cittadini».

La marcia, per la maggior parte del tempo silenziosa, ha visto la presenza anche di diversi giovani, mentre ad ogni tappa venivano scanditi gli slogan riportati anche sugli striscioni, come «Vogliamo una città più sicura», «Vogliamo giustizia» oppure «Andreatta a casa». Al contempo, gruppi di agenti di polizia di stato e dell'arma dei carabinieri si spostavano lungo la colonna per disporsi nei punti ritenuti più sensibili. L'attenzione è rimasta alta per tutta la durata della manifestazione, mentre in piazza Santa Maria una ventina di antagonisti, tenuti a bada dalle forze dell'ordine, hanno lanciato urla e insulti contro i partecipanti al corteo.

Dopo un rapido passaggio in via Rosmini e di fronte al Punto d'incontro di via del Travai, i manifestanti si sono diretti in piazza Fiera, dove ha avuto luogo un breve comizio. L'assembramento, durato pochi minuti, ha fornito ai presenti l'occasione per affrontare anche alcuni temi di grande attualità, quali l'applicazione del Daspo urbano, recentemente introdotto mediante delibera nel regolamento di polizia cittadina, i servizi di inserimento dei migranti oppure la possibilità di recintare i giardini antistanti alla stazione dei treni di Trento. Su questi punti, tuttavia, le posizioni sono state divergenti, e, mentre tutti gli esponenti presenti si sono detti convinti dell'inutilità delle misure di allontanamento provvisorio dal centro su ordinanza del sindaco, la questione di piazza Dante e quella dei migranti ha visto emergere posizioni differenti. «Il parco - ha infatti detto Cia, in controtendenza rispetto ai rappresentanti di Lega Nord e Forza Italia - deve rimanere ai cittadini, mentre sui migranti non possiamo fare di tutta l'erba un fascio. L'amministrazione deve però fare di più per evitare che si inasprisca il disagio sociale».

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