Trento, la notte di «guerriglia» in Santa Maria Maggiore Il comitato dei residenti: responsabilità di chi governa

di Leonardo Pontalti

«Questa amministrazione si continua a dimostrare incapace di tutelare i bisogni primari della sua comunità: scrive documenti, propone dichiarazioni di intenti. Ma fatti, zero».

Per i residenti riuniti nel comitato Rinascita Torre Vanga, quella della notte tra lunedì e martedì è stata la classica goccia di troppo.
Il vaso, in effetti, trabocca già da parecchio. Come non capirli: anni di iniziative, incontri, proposte. Di parole ascoltate, di fiducia riposta.
Poi le cose stanno a posto qualche settimana finché di colpo la zona in cui vivono, le «loro» strade che sono poi le strade di tutti i cittadini, tornano ad essere teatro di episodi inqualificabili.

In quel pezzo di città sono stufi di sentire il ritornello «eh ma va sempre meglio», «eh ma non succedeva da un po'». I problemi o si risolvono, o restano. Le mezze misure non esistono.

«Siamo delusi, siamo stufi. Siamo esterrefatti davanti alla pochezza di un'amministrazione che permette lo svolgimento di una serata, dalle 20 alle 24, di lunedì, in una zona delicata come quella tra via Orfane e via Cavour, fingendo di non sapere che un evento del genere non può che ingolosire chi vive di spaccio e bazzica sotto le nostre case. Possiamo sopportare gli schiamazzi, le urla, la musica: viviamo in centro ed è giusto che il centro viva. Ma dando il via libera a determinate iniziative in determinate zone della città non puoi non prevedere una forma di vigilanza, di sorveglianza, di attenzione. Ed ecco che così abbiamo assistito ad un copione fin troppo scontato, con la serata conclusasi con gruppi di spacciatori in discussione tra loro in mezzo ad altre persone ubriache. È finita nel modo in cui non poteva che finire».

Una critica, seppur più attenuata, anche alle forze dell'ordine: «Capiamo che non possano intervenire due agenti a fronte di un gruppo di decine di persone. Sappiamo che gli organici sono quelli che sono. Non ce la prendiamo con chi lavora in strada. Ma con chi ci fa arrivare comunicati brillanti riguardo alle consistenti presenze di agenti in città. Che noi però non vediamo. La zona in cui viviamo ha bisogno di una presenza costante di forze dell'ordine, che tenga lontano chi per le strade non ci deve stare».
Infine, l'affondo conclusivo: «Come comitato, alla luce di quanto accaduto, per l'ennesima volta, non possiamo che individuare una responsabilità diretta, piena, inequivocabile in capo a chi ha la responsabilità di guidare questa città e di curarne l'ordine pubblico. Se i risultati sono questi, non possiamo che essere di fronte ad una incapacità, a questo proposito».

Parole durissime, che fanno il paio con la delusione degli operatori economici, anche l'indomani: «Adesso la piazza è bella pulita, baciata dal sole, con i gruppi di turisti in visita alla chiesa. Purtroppo la nostra piazza non è questa. Questa è solo la sua faccia per alcune ore, ma di sera e di notte è un'altra cosa. Ben diversa, molto meno piacevole», argomentavano amari ieri mattina gli esercenti dei vari negozi che si affacciano sulla piazza. Che è ancora malata, ferita e attende di liberarsi dalle ricadute troppo frequenti e sempre più dolorose.


Notte da dimenticare, quella tra lunedì e ieri, tra in piazza Santa Maria Maggiore, via Orfane e via Cavour.

Mentre in Consiglio comunale si discute su quali zone cittadine, rispetto ad altre, meritino una tutela rafforzata dell'ordine pubblico tramite il Daspo, proprio in una delle aree più a rischio della città un manipolo di persone ha dato vita ad una nottata di disordini.
Campionario completo: dai danneggiamenti a negozi e locali pubblici agli schiamazzi, dalle liti tra i vari «partecipanti» a vetrate mandate in frantumi - con tanto di schizzi di sangue sparsi attorno - e all'espletamento di fisiologici bisogni en plein air . Con il gran finale di quattro bidoni dell'immondizia trascinati in mezzo alla strada in via Prepositura da uno dei protagonisti della nottata che, in evidente stato confusionale, si è scagliato anche contro alcuni tra passanti e residenti che volevano convincerlo a desistere dai suoi propositi.

Il bilancio della nottata di follia è di una denuncia per minacce e danneggiamento aggravato da parte delle volanti della polizia, a carico di un tunisino di trentuno anni che è stato identificato come responsabile del danneggiamento ad una vetrina, quella del «Mini Market», all'incrocio tra via Orfane e vicolo Colico, oltre che della creazione della singolare «barriera» di bidoni.

Tutti gli altri soggetti che hanno preso parte ai disordini sono riusciti invece ad allontanarsi prima dell'arrivo delle forze dell'ordine. A seguito del degenerare delle discussioni qualcuno dei coinvolti pare sia rimasto contuso: una persona, in particolare, è stata assistita da uno dei negozianti della piazza, che era accorso per capire che cosa stesse succedendo.

Tutto è cominciato poco prima dell'una quando la serata proposta dal cafè Cavour era terminata e nei pressi del locale si era soffermato un gruppo di persone: in particolare, una quindicina di tunisini - volti che alcuni dei residenti, affacciatisi dalle loro finestre per comprendere che cosa stesse succedendo, hanno riconosciuto come spacciatori abitaualmente «attivi» in zona - che hanno iniziato a discutere sempre più animatamente, finché uno di loro in preda molto probabilmente all'alcol, ha sollevato un bidone della spazzatura in metallo scagliandolo contro la porta del «Mini Market» e procurandosi pure tagli alla mano.

Le intemperanze sono poi proseguite con altri componenti del gruppo che hanno rovesciato alcuni tavolini del Cavour, ormai chiuso.
A quel punto l'arrivo delle forze dell'ordine ha riportato la calma: numerosi tra i residenti hanno lamentato la scarsa tempestività degli agenti, di fronte alla quale è necessario spiegare come l'intervento non sia avvenuto immediatamente dopo le chiamate - ma comunque nel giro di un quarto d'ora circa, precisa la questura - solo per la necessità di intervenire in forze. Una prima pattuglia era, infatti, transitata in zona notando la decina di esagitati. A quel punto è stato necessario organizzare un intervento forte di più unità.

La polizia ha potuto così bloccare il trentunenne responsabile dei danneggiamenti, che nel frattempo aveva anche scaraventato sull'asfalto nel mezzo di via Prepositura, davanti alla piazza - quattro bidoni della spazzatura, piantandosi poi in mezzo alla strada, a cavalcioni di uno dei contenitori metallici.
Dopo l'intervento della polizia il gruppo si è disperso: purtroppo, però, alcuni dei tunisini - hanno riferito i residenti - sono poi tornati in piazza proseguendo le loro discussioni con urla ed altri comportamenti incivili fino a notte inoltrata.

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