Victory è nata 13 giorni fa nel deserto libico

di Franco Gottardi

Il suo nome è Victory. E una vittoria per lei è esserci, essere nata ed essere viva. Victory ha visto la luce tredici giorni fa lungo una strada polverosa ai margini del deserto libico. La sua giovane mamma, 23 anni, era partita mesi prima dalla Nigeria, incinta. Un drammatico viaggio della speranza con la bambina in grembo.

Ora Victory e la mamma sono al sicuro in un appartamento protetto di Trento messo a disposizione dal Cinformi. La giovane donna è frastornata e sfinita, ma sta bene. E sta bene anche la bimba, solo un piccolo raffreddore eredità della traversata del Mediterraneo su un barcone.

A Trento sono state accolte con tutte le cautele e l’amore che il caso richiede. Mai fino a oggi la rete di accoglienza di profughi e richiedenti asilo si era trovata a dare assistenza a un neonato di pochi giorni.
Lunedì scorso, dopo la telefonata del Cinformi riguardo un nuovo arrivo di migranti, i partner si sono attivati per trovare un posto letto per la neomamma e una culla per Victory.

Ad accompagnarla nella struttura sono stati i volontari della Croce Rossa Italiana. Gli operatori hanno visto scendere dall’auto una ragazza alta e giovanissima con un fagottino in braccio. Ha salutato ed è salita in casa e le altre ragazze - raccontano gli operatori - non si sono subito rese conto di ciò che stava accadendo. Poi, appena una di loro ha visto Victory l’ha presa dolcemente dalle braccia della madre, ha iniziato a cullarla e a festeggiare per il nuovo arrivo. Anche tutte le altre donne accolte in struttura le hanno dato il benvenuto attraverso preghiere e saluti. E si sono subito messe al lavoro per rifocillare con un pasto caldo la donna, esausta. «Si è coricata insieme alla figlia per tutta la notte e per tutto il giorno seguente» racconta il personale della Croce Rossa.

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Mamma e figlia sono state accompagnate alle visite di routine previste dal progetto di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale in Trentino coordinato dalla Provincia. I medici hanno detto che è una bimba fortunata. La mamma ha raccontato di aver perso molto sangue mettendo alla luce la bimba. Ciononostante, ha preso la difficile decisione di imbarcarsi trascorrendo in mare un’intera giornata. Anche durante il terribile viaggio della speranza la mamma ha sempre allattato la propria piccola e forse anche per questo Victory sta abbastanza bene nonostante i disagi e le condizioni estreme di una traversata del Mediterraneo in tenerissima età.

Nella struttura che oggi accoglie la giovane mamma una delle ragazze ha intrecciato tutti i capelli di Victory. L’altro ieri ulteriore controllo medico in ospedale e il bilancio di salute per mamma e figlia è ottimo. La giovane sta lentamente entrando in una serena quotidianità: ha cominciato a fare la spesa accompagnata dalle operatrici imparando a pesare il pane e la frutta e ad orientarsi, più in generale, in un mondo per lei nuovo ma certamente più sicuro. I primi pasti sono stati, col supporto delle operatrici, improntati sulla cucina italiana, di cui è entusiasta.

Ora per lei inizieranno le diverse attività previste dal progetto di accoglienza: dai corsi di lingua e cultura italiana e regole della comunità ai percorsi mirati a favorire l’incontro con la stessa comunità, in attesa della risposta dello Stato alla sua richiesta di protezione internazionale.

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