L'Itas scarica l'ormai ex top manager Grassi Cda straordinario: solidarietà a Di Benedetto

di Flavia Pedrini

Il gruppo Itas scarica il suo ormai ex top manager Ermanno Grassi, indagato dalla procura di Trento per estorsione, truffa e calunnia. «Con riferimento alla nota vicenda giudiziaria che vede coinvolto l'ex direttore generale - si legge in una nota ufficiale emessa ieri per placare la bufera scatenatasi sulla compagnia assicurativa - Itas conferma la più totale fiducia nella magistratura cui ha offerto la più ampia collaborazione sin dall'apertura dell'indagine, fase in cui si è altresì immediatamente costituita come parte lesa». A proposito della presunta estorsione, il presidente Giovanni Di Benedetto sottolinea: non sono ricattabile.

I RETROSCENA DELL'INCHIESTA

«Il consiglio di amministrazione - prosegue la nota dell'Itas - riunitosi in seduta straordinaria nella giornata di ieri (mercoledì ndr ), all'unanimità ha manifestato completa solidarietà al Presidente, ha accettato con effetto immediato le dimissioni del direttore generale, attivando le procedure di legge, si è riservato ogni azione, sia in sede civile che penale a tutela della società in relazione ai danni patrimoniali e non patrimoniali derivanti».
«Se qualcuno mi ha "seguito" - afferma il presidente Di Benedetto a proposito dei presunti pedinamenti organizzati da Grassi - si sarà accorto che cammino con i piedi per terra, schiena dritta e fronte alta. Conseguentemente ogni illazione su ogni mia presunta ricattabilità è destituita di fondamento».

«Voltiamo quindi la triste pagina di ieri - aggiunge Di Benedetto - da rileggere nella sua portata oggettiva a conclusione dei lavori della magistratura. Riprendiamo da oggi con la stessa determinazione e impegno al servizio della comunità e dei nostri soci assicurati. Gli storici valori di mutualità, onestà e trasparenza vanno e saranno salvaguardati sempre a favore e nell'interesse della grande famiglia dell'Itas».
Grassi ha lasciato la carica di direttore generale dell'Itas e, anche a seguito della misura interdittiva del Gip, gli altri incarichi direttivi in Itas Vita e Itas Holding. Ma l'ex direttore era anche nel cda di Itas Patrimonio fino al 6 dicembre scorso, quando è stato sostituito. Una delle presunte truffe che gli vengono attribuite riguarda proprio un immobile in capo a Itas Patrimonio.

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