«In politica poche donne» Pari opportunità a rilento


In Consiglio provinciale le donne sono il 17%. Una sola è in giunta. «Bastano questi numeri per capire quanto la strada per una vera democrazia paritaria sia ancora lunga», dice prima di presentare il bilancio dell’attività 2016 della Commissione provinciale Pari opportunità la presidente Simonetta Fedrizzi.

In consiglio provinciale è approdato il disegno di legge sulla doppia preferenza di genere a firma Maestri-Bezzi ma è stato bloccato dagli oltre 5 mila emendamenti della minoranza e da una maggioranza che fino ad ora non si può dire si sia data troppo da fare per raggiungere l’obiettivo.

«In questi mesi abbiamo speso molte energie sulla rappresentanza di genere in politica e per una vera democrazia paritaria - ha spiegato la Presidente - . Dispiace sentir dire che la doppia preferenza di genere è una scelta antidemocratica quando la stessa Corte costituzionale ha affermato che è solo un’azione positiva. Si è visto che là dove è stata introdotta ha portato ad un aumento di donne elette e ad un diverso approccio».

Poco rappresentate in politica, ma anche ancora lontane da una reale parità sul lavoro. «Le criticità non mancano - ha evidenziato Claudia Loro -. Difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro, numeri elevati di abbandoni per difficoltà a conciliare lavoro e famiglia, sottovalutazione delle competenze.

Anche nel 2015 il divario tra occupazione maschile e femminile è stato del 13,4%». Preoccupa anche l’aumento di part-time involontari e posizioni non qualificate per lavoratrici con un elevato livello di istruzione.

Positivo, invece, il dato generale sull’occupazione femminile, 64.7%, ancora lontano, però, dall’obiettivo Europeo del 2020 che vorrebbe il 75% delle donne occupate.

«Una recente ricerca ha dimostrato che i vari contratti prevedono trattamenti diversi durante il periodo della maternità e la commissione auspica che almeno in Trentino venga istituito un correttivo per questa che riteniamo “un’ingiustizia”», dice Claudia Loro consapevole che questo è solo un punto di partenza per poter, in futuro, colmare altre disuguaglianze.

Altro aspetto importante, per la commissione, è il lavoro e la campagna informativa e di sensabilizzazone effettuata sulla violenza di genere. Per le donne tra i 14 e i 50 la violenza è purtroppo ancora la prima causa di morte e la prima causa di malattia.

E proprio in tema di salute la Commissione ha auspicato che in Trentino vengano presi indirizzi precisi in tema di medicina di genere e soprattutto in tema di parto e analgesia epidurale.

«Come è possibile che ancora adesso l’anestesia durante il parto non venga garantita a tutte le donne? Anche sul tema dei punti nascita in questo ultimo anno abbiamo assistito a molti incontri pubblici ma in nessuno abbiamo mai sentito una donna parlare. Tutti uomini. Pare che la gravidanza e il parto siano temi di prerogativa maschile», ha detto con tono comprensibilmente polemico la presidente.

Uomini che decidono su tutto, anche su argomenti tipicamente femminili. Uomini che usano modalità e linguaggi, anche in politica, piuttosto discutibili. «Le consigliere provinciali sono testimoni delle modalità con le quali vengono portati avanti certi dibattiti - è stato detto durante la conferenza stampa - e i comportamenti maschili prevalenti denotano una certa immaturità nel riuscire a dialogare con le donne. Manca il rispetto delle differenze». Sul tema della cultura paritaria c’è ancora molto da fare.

Nella foto l'ex assessore alla salute Donata Borgovo Re

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