Dodicenne scappa di casa dopo un diverbio con il prof

Non era mai arrivato a casa in ritardo: le rare volte che usciva con i compagni era sempre stato puntuale. I genitori hanno pensato ad un problema con l’autobus, che il figlio, dodicenne, avesse perso la corsa dopo esser stato a mangiare una pizza con gli amici, alla fine della scuola. Era l’ora di cena e il cellulare risultava staccato.

Comprensibilmente agitati hanno chiamato i carabinieri. Verso le 23 di venerdì sono stati allertati i vigili del fuoco. Una «task force» che ha portato all’esito sperato. Verso l’una di notte il ragazzo è stato ritrovato, a Villazzano: fisicamente stava bene, ma era molto provato sia per le ore trascorse fuori casa, nascosto al parco, sia per quello che era accaduto a scuola a fine lezioni. Aveva avuto un diverbio con una insegnante e temeva i provvedimenti del dirigente scolastico e, di riflesso, quelli dei suoi genitori nell’apprendere quanto era accaduto. L’ultima volta che aveva combinato un guaio, mamma e papà gli avevano vietato i videogiochi per tre giorni.

Come i genitori hanno ricostruito attraverso il racconto del figlio, tutto sarebbe nato per il cellulare. Nelle scuole i telefonini sono vietati, o comunque devono essere tenuti spenti o, al massimo, senza suoneria. Quello del dodicenne sarebbe squillato proprio al termine dell’ultima ora di lezione. La docente ha chiesto spiegazioni e, quando il ragazzo con una bugia ha negato di avere il telefonino con sé, ha deciso di trattenerlo in classe qualche minuto in più. I compagni nel frattempo erano fuori che l’aspettavano. Il ragazzo, temendo di perdere l’autobus, è sbottato in un’espressione poco felice e si è fatto largo, prendendo la via dell’uscita. La docente, evidenziando che l’episodio non sarebbe finito lì, ha subito riferito l’accaduto al dirigente scolastico, che a sua volta ha avvisato la famiglia.

Il ragazzo nel frattempo è riuscito a raggiungere gli amici e ha trascorso con loro buona parte del pomeriggio. Era d’accordo con i genitori che sarebbe andato a prendere una pizza, ma c’era un pensiero che non lo lasciava sereno. Non riusciva a togliersi dalla testa l’episodio accaduto a scuola a fine lezione. Temeva di essere espulso.

Ha quindi chiamato casa, per sapere se davvero il preside avesse telefonato: alla risposta positiva della madre non ha replicato, maturando dentro di sé la decisione di non rientrare. Quando ha salutato gli amici, verso le 17, anziché rincasare ha girovagato a Villazzano. Al calare della luce, si sarebbe rifugiato al parco di Villa de Mersi. Mancava poco a mezzanotte quando una trentina di soccorritori, fra vigili del fuoco del corpo permanente di Trento e vigili del fuoco volontari di Villazzano, Povo, Cognola e Gardolo, si sono ritrovati per un briefing: la città è stata divisa in zone e gli uomini si sono messi tutti alla ricerca del ragazzo. I familiari non avevano idea di dove potesse trovarsi.

L’avviso delle cessate ricerche è arrivato verso l’una di notte, quando i carabinieri hanno trovato il dodicenne vicino a casa, impaurito. Il ragazzo ha detto che ciò che era accaduto a scuola lo aveva terrorizzato: temeva di essere espulso e temeva anche la punizione dei genitori. Tutto si è risolto al meglio, con un abbraccio. «Ringraziamo i carabinieri ed i vigili del fuoco per il loro intervento, per la professionalità e per il sostegno psicologico che hanno dato alla nostra famiglia - evidenziano i genitori - In certi momenti pensavamo al peggio, ma ci hanno subito rassicurato e hanno dato un grande aiuto».

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