Il soccorso sempre più spesso dal cielo

di Patrizia Todesco

Il sistema dell’emergenza trentina punta sempre più sugli elicotteri e lo dimostrano i numeri.

Nel 2016 i soccorsi effettuati con questo mezzo sono stati 2.893, dei quali 2.082 gli interventi primari e 821 quelli secondari, ossia trasferimenti di pazienti dagli ospedali periferici verso il S. Chiara o Rovereto. In crescita anche i voli notturni.

Tra le 21 e le 8 ci sono stati 565 interventi con l’equipe dell’elisoccorso. Di questi 359 primari e 216 trasferimenti sanitari. Dei 565, 170 sono stati effettuati dall’automedica o perché le condizioni meteo non hanno consentito all’elicottero di volare o perché il soccorso era in città.
In questi anni il trend di crescita degli interventi con l’elicottero è stato costante, sia per quanto riguarda i trasferimenti primari che i secondari.

Quelli secondari dagli ospedali di valle, sono passati dai 643 del 2014 ai 694 del 2015, fino agli 821 dello scorso anno. Quelli primari erano stati 1.688 nel 2014, 1.927 nel 2015 e hanno superato quota 2 mila nel 2016. L’aumento dei voli notturni è legato soprattutto all’aumento del numero delle piazzole utilizzabili dall’elicottero per poter atterrare, che in provincia sono ora più di 30 e alla centralizzazione dei pazienti più gravi.

Naturalmente il soccorso non è solo quello effettuato con l’elicottero, anche se negli anni i medici dell’emergenza e i rianimatori sono concentrati nella città capoluogo o sui due elicotteri. L’unica auto sanitaria che esce col medico della Centrale è quella di Trento, mentre in provincia ci sono 12 postazioni con mezzi di soccorso avanzato con l’infermiere e una quarantina di ambulanze legate a varie associazioni che operano in regime di convenzione.

Nel 2016 le richieste di soccorso giunte alla centrale operative di Trentino Emergenza sono state 43.393 e hanno comportato 50.345 missioni (più mezzi su un unico evento). Oltre a questi numeri vanno segnalati 5.676 trasferimenti urgenti con l’ambulanza dagli ospedali di valle per la centralizzazione dei pazienti più gravi.

Diversa l’organizzazione dell’Emergenza in Provincia di Bolzano dove i due elicotteri di stanza uno a Bolzano e l’altro a Bressanone, insieme allo «stagionale» dell’Aiut Alpin, hanno effettuato lo scorso anno un numero di soccorsi simili a quelli trentini. Più consistente, invece, il numero dei soccorsi con l’auto medicalizzata. Questo anche perché, non essendoci l’elicottero nelle ore notturne, Bolzano ha mantenuto presidi medici in un tutti gli ospedali h24.

In provincia di Bolzano, nel 2016, gli interventi effettuati con l’elicottero sono stati 2.994 e di questi 2.393 primari e 338 secondari (meno della metà di Trento). A questi vanno aggiunti 263 voli che per vari motivi non si sono conclusi con il trasporto del paziente in ospedale.
Per quanto riguarda i soccorsi in generale, nel 2015 sono stati 69.300 in totale, ma, assicura il primario del Servizio Emergenza Provinciale Manfred Brandstaetter, i numeri di quest’anno sono sovrapponibili. Di questi quasi 70 mila interventi, 10 mila sono stati effettuati con medico a bordo o di auto medico o di elicottero. In particolare 7 mila con auto medicalizzata e, come detto, 3 mila circa con l’elicottero.

«Diversamente da Trento - spiega il primario dell’emergenza bolzanino - noi abbiamo un medico per ogni ospedale pronto a partire con l’ambulanza H24. Sul territorio abbiamo 8 mezzi medicalizzati. Uno per ogni ospedale, più una macchina aggiuntiva a Bolzano». Alle auto mediche o medicalizzate vanno aggiunte 40 ambulanze sul territorio, 4 delle quali con infermiere, che effettuano il resto dei soccorsi. Ambulanze tutte in convenzione in quanto l’Azienda sanitaria bolzanina non ne ha di proprie.

Per quanto riguarda il Network elaborato dal S. Anna di Pisa in tema di emergenza Bolzano sembra essere al top. Appena sotto Trento, mentre il Veneto si colloca nel mezzo dell classifica. Il sistema di valutazione Sant’Anna di Pisa monitora il percorso di emergenza-urgenza (C16), alla luce dell’importanza strategica del Pronto Soccorso e del 118.

L’indicatore valuta sia l’attività del Pronto soccorso (tempi di attesa dei pazienti, tempi di permanenza per alcuni codici colore e capacità di filtro verso i ricoveri), che alcuni aspetti del sistema 118 (ad esempio, tempestività tra la ricezione della chiamata e l’arrivo sul posto del primo mezzo di soccorso).

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