Al ladro «residenziale» non basta più il bottino Utilizzava casa e auto della vittima in ferie

Si affaccia all’ampia finestra del crimine una nuova, anomala, tipologia di topo d’appartamento: lo chiameremo ladro residenziale. È chi non solo nell’immobile fa razzia di tutti i beni di valore, ma si appropria - mentre, ignaro, sei in vacanza lontana da casa - della tua vita. Il ladro residenziale, all’opposto di quello comune, non prende i soldi e scappa, ma si insedia: usa la tua automobile, mangia dal tuo frigo, dorme nel tuo letto, sgranocchia pop corn sdraiato sul tuo divano.

Quella del ladro residenziale, per fortuna, è una tipologia ancora assai rara. Potrebbe appartenere a questa categoria di malviventi un algerino 21enne, difeso dall’avvocato Francesco Moser, che ieri in tribunale era imputato di furto aggravato a Trento.

Il processo è stato rinviato su richiesta della difesa.

Ad “inchiodare” il giovane immigrato sarebbero le testimonianze dei vicini di casa che, entrati nell’appartamento di via Matteotti per dare acqua alle piante in assenza della proprietaria, hanno trovato l’odierno imputato in mutande. Dopo un attimo di comprensibile imbarazzo, i vicini hanno chiesto all’intruso cosa ci facesse nell’abitazione. La risposta è stata disarmante nella sua spontaneità: «Dormo qui perché non ho altro posto dove andare...».

Detto questo il giovane ha raccolto rapidamente le sue cose e si è dileguato (ma è stato riconosciuto dai vicini a cui la polizia ha poi mostrato delle foto segnaletiche).

Il guaio è che, secondo l’accusa,  l’algerino non si sarebbe limitato ad usare il letto della donna che abitava l’appartamento.  La polizia ritiene che l’imputato abbia dapprima colpito in garage, dove la serratura era rotta, rubando per cominciare due biciclette. Nel box il giovane avrebbe trovato un mazzo di chiavi dell’appartamento. In questo modo, senza necessità di alcuna effrazione, il ladro si è intrufolato in casa. Immaginando che la proprietaria fosse in ferie, era infatti agosto, il ladro  si è letteralmente insediato. Avrebbe addirittura utilizzato, in modo maldestro, l’auto della proprietaria, una Polo che in quei pochi giorni ha collezionato danni per  1.814 euro.

Non è chiaro per quanti giorni si sia protratto il soggiorno del ladro: il 3 agosto 2015 i vicini entravano per dare acqua alle piante e trovavano tutto a posto. Il 5 agosto notavano un piatto con residui di cibo, ma non ci davano troppo peso. Il 7 agosto il vicino si trovava a tu per tu con l’ospite abusivo in mutande.

Il ladro stanziale come quello comune ruba quel che può. Il giovane algerino è infatti accusato di aver razziato dall’appartamento tutti gli oggetti di valore, anche affettivo. Si va da un coltello yemenita ad un girocollo in oro; da due computer ad una macchina fotografica digitale; da un anello d’oro bianco con acquamarina ad un orologio d’oro antico.

Un bottino ricco che però, secondo la difesa, non può essere addebitato all’algerino: il fatto che si trovasse in casa in mutande potrebbe non bastare a dimostrare che il ladro è proprio il giovane algerino che in mancanza di un tetto soggiornava in via Matteotti. La parola ora spetta al giudice ma certo - stanziale o comune che sia - il topo d’appartamento rimane una specie difficile da acciuffare.

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