Ferrara, coniugi massacrati con l'ascia Fermati il figlio sedicenne e un amico

È un’ascia l’arma usata per compiere il duplice omicidio dei genitori nel Ferrarese. Salvatore Vincelli, 59 anni, e Nunzia Di Gianni, 45 anni, sono stati massacrati nella loro villetta a colpi in testa e poi avvolti in sacchi di plastica.

Sono stati gli interrogatori del figlio sedicenne e dell’amico a portare i carabinieri al luogo dove recuperare l’ascia e i vestiti sporchi di sangue dei due adolescenti.

Erano in un corso d’acqua a Caprile, frazione adiacente a Pontelangorino, luogo del delitto, dove fino a qualche mese fa la famiglia Vincelli abitava e dove vive il presunto complice, che compirà 18 anni a novembre.

Il movente non sarebbe economico, ma dettato dai forti contrasti tra il minorenne e i genitori.

L’amico lo avrebbe aiutato per «vicinanza».

La plastica sarebbe stata usata per non lasciare tracce di sangue durante lo spostamento dei corpi, probabilmente per confondere le acque e inscenare una rapina.

Il provvedimento di fermo per i due adolescenti è scattato dopo gli interrogatori durati tutta la notte in caserma dei carabinieri a Comacchio alla presenza del pm Giuseppe Tittaferrante della procura di Ferrara e della collega Silvia Marzocchi della procura minorile.

Le misure nei confronti dei due sono scattate dopo che erano emerse contraddizioni e incongruenze nei loro racconti. Era stato lo stesso figlio a dare l’allarme, prima a una zia e poi ai carabinieri, in lacrime: diceva di aver trovato lui i corpi dei genitori.

Dopo una serie di perquisizioni e di ricerca di riscontri all’ipotesi, emersa fin dai primi atti di indagine, che fosse stato lui l’autore, magari insieme a un complice, i due fermi. L’altro giovane sarebbe l’amico da cui aveva dormito la notte precedente. Il cadavere della madre era stato trovato vicino al letto, quello del padre in un garage, dove era stato trascinato dall’abitazione.


 

Si tratta dell'ultimo di una serie di casi di cronaca nera che vedono figli uccidere i genitori. 

Uno dei primi casi eclatanti che si ricordi e che torna spesso nelle cronache è la strage della famiglia Carretta, avvenuta nel 1989. Tre dei 4 membri - la madre Marta Chezzi, il figlio minore Nicola, il padre Giuseppe - furono uccisi il 4 agosto dell'89 con una pistola dal figlio maggiore Ferdinando. 

Poi il caso di Pietro Maso, che uccise i genitori a Montecchia di Crosara nel 1991.

E' il 1995 e Carlo Nicolini viene arrestato a Sestri Levante per avere ucciso e fatto a pezzi i genitori Mario e Letizia.

A Novi Ligure nel 2001 un altro fatto choc: i giovani fidanzatini Erika e Omaruccisero a sangue freddo la mamma e il fratellino di lei.

Poi ci fu Guglielmo Gatti, condannato all'ergastolo per il duplice delitto degli zii, Aldo e Luisa Donegani avvenuto a Brescia nell'estate del 2005.

L'ultimo caso eclatante è quello di Igor Diana, 28 anni, figlio adottivo di Giuseppe Diana, 67 anni, e Luciana Corgiolu, di 62, massacrati a bastonate e finiti a coltellate a Settimo San Pietro, Cagliari. Il ragazzo si è poi ucciso in carcere il 5 dicembre scorso.

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