Lavoratori ex Whirlpool in Provincia per protesta

Sindacati di base Sbm e licenziati della ex Whirlpool, in tutto circa 70 persone, sono entrati nel pomeriggio di oggi nell’atrio del palazzo della Provincia a Trento (fotoservizio di Alessio Coser).

È stato un atto di protesta contro l’assessore allo sviluppo economico e lavoro Alessandro Olivi (Pd) che aveva promesso un incontro oggi per le 15, poi disertato. In realtà, in un secondo momento, Olivi ha incontrato la delegazione.

Motivo del presidio nel Palazzo della politica trentina sono le cifre della ricollocazione degli ex operai dello stabilimento di Spini. Secondo la Provincia la metà di loro sarebbero già al lavoro, in parte alla Vetri Speciali (assunti 118 su 608) e in parte in altre aziende.

MODELLO WHIRLPOOL/VETRI SPECIALI

La Giunta ha ribadito che il modello «Whirlpool/Vetri Speciali» diventerà la norma, ma i sindacati raccontano una storia diversa: «La maggior parte è senza lavoro oppure ha trovato un lavoro con voucher e contratti da fame - si legge in un comunicato - L’Agenzia del lavoro si è limitata a spedirci nelle agenzie interinali, i tirocini sono stati in buona parte inutili, i criteri di scelta dei 118 lavoratori assunti sono stati lasciati all’arbitrio dell’azienda, le professionalità acquisite in tanti anni di lavoro alla Whirlpool sono andate perdute per sempre».

In mattinata i consiglieri (provinciale e comunale) dei Cinque Stelle, Filippo Degasperi e Giovanni Rullo, avevano tenuto una conferenza stampa parlando del denaro speso per la formazione dei lavoratori ex Whirlpool. I lavoratori dicono che i corsi sono serviti a poco o a nulla, tanto che molti di loro sono rimasti senza lavoro.

LAVORATORI DELL'AUTOSTRADA

Dall’ex Whirlpool all’Autobrennero. L’assessore Olivi, contestato per la «latitanza» nel caso della «Vetri Speciali», ieri ha fatto sapere che organizzerà un incontro con i vertici della società Autobrennero sui 116 addetti alle pulizie che da gennaio rischiano di restare senza lavoro.

Un impegno, secondo quanto riporta la Cgil del Trentino in una nota, assunto all’incontro con le organizzazioni sindacali. L’assessore trentino ha assicurato, viene spiegato, che insieme alla collega altoatesina faranno il possibile per evitare i licenziamenti.

Filcams Fisascat e Uiltrasporti hanno ribadito che la netta contrarietà all’ipotesi che si mandino a casa 116 persone e che nessuno si faccia carico di questa responsabilità.

«Non possiamo accettare che l’A22 se ne lavi le mani - hanno detto Paola Bassetti della Filcams, Ermanno Ferrari della Fisascat e Francesca della Uiltrasporti -. La verità è che nel cambio appalto non si è prevista nessuna salvaguardia per questi lavoratori. La nostra sensazione è che pur di portare a casa un servizio ad un costo più basso si siano sacrificate 116 famiglie.

MANCANO CERTEZZE

Dal 1 gennaio qualcuno dovrà comunque svolgere i servizio di pulizie. Chi lo farà? Nessuno sembra porsi il problema, quantomeno in maniera esplicita».

A determinare questa situazione, come noto, è il fatto che Autobrennero, a differenza del passato, assegnerà la gestione delle pulizie delle 22 aree di servizio direttamente alle società che hanno vinto l’appalto dell’intera area di sosta. E per questi lavoratori, oggi alle dipendenze della cooperativa B&B service di Lucca, non c’è nessuna clausola di riassunzione.

E sulla questione gli stessi vertici dell’Autobrennero, chiamati in causa dai sindacati, fino a questo momento non hanno preso posizione, rimandando lavoratori e sindacati all’indirizzo delle società che vinceranno le gare d’appalto per le aree di servizio.

 

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