Cittadini contro Sativa La discarica può riaprire

Sardagna, il comitato per la salvaguardia e la tutela della salute pubblica: c'è il rischio che da febbraio (per 20 anni) vengano conferiti nuovi rifiuti e che fra questi vi siano anche residui «speciali». Giovedì sera alle 20.30 l'assemblea informativa

Il Comitato di Sardagna per la salvaguardia e la tutela della salute pubblica e del territorio si mobilita contro la possibile riapertura della discarica Sativa, che negli anni scorsi è stata al centro dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Trento sul traffico di rifiuti pericolosi, condotta con il Corpo forestale dello Stato.

Giovedì si terrà un’assemblea informativa, alle 20.30 presso la sala dell’oratorio parrocchiale. Come è stato notato da molti cittadini della frazione, a fine novembre la società Sativa ha iniziato nel sito della discarica le attività preparatorie per spianare la strada alla ripresa dei conferimenti di rifiuti inerti e speciali.

La discarica sarebbe dunque ad un passo dalla sua riapertura. «Inizialmente sembrava che la ripresa dei conferimenti fosse da attribuire ad una stabilizzazione del versante di frana in discarica - sottolinea Gabriele Gattozzi, presidente del Comitato - ma poi anche grazie alle attività di informazione del nostro Comitato si è scoperto che questa frana non sarebbe così incombente come si voleva far credere alla popolazione».

Del caso della discarica Sativa si è parlato anche in occasione di una riunione congiunta delle Commissioni ambiente e urbanistica del Comune tenutasi il 3 novembre. «In quell’occasione il responsabile del Servizio geologico della Provincia aveva di fatto ridimensionato la effettiva minaccia del movimento franoso».

Gli esiti della riunione sembravano avessero determinato la necessità di maggior spazio di riflessione.

Il parere del consiglio comunale - che inizialmente doveva pervenire entro il 31 dicembre 2016 e che darebbe il via libera alla ripresa dei conferimenti - sarà posticipato di uno o due mesi, come fa sapere il Comitato.

Esisterebbe quindi il rischio che entro febbraio 2017 Sativa possa riprendere la propria attività in discarica. «Una delle principali preoccupazioni - aggiunge Gabriele Gattozzi - è che nella discarica, già sovraccarica, vengano destinati non solo inerti ma anche rifiuti speciali.

L’altra preoccupazione dei cittadini è la durata dei conferimenti che, a detta degli stessi tecnici Sativa, potrebbe richiedere una ventina di anni».

Il consiglio circoscrizionale ha annunciato un’assemblea pubblica che potrebbe tenersi a gennaio 2017, a cui potrebbe seguire anche una consultazione informale della popolazione del sobborgo.


Le inchieste sulle discariche in Trentino nel documentartio "Veleni in paradiso"

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