Amianto, sentenza a metà per il petrolchimico di Ravenna

Condanna per uno solo dei molti episodi contestati, otto mesi di carcere (pena sospesa e non menzione) a sei dei 15 imputati. La Procura aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati per un totale di 113 anni di carcere. Mentre i legali delle parti civili avevano chiesto risarcimenti per un totale di 33 milioni di euro

Condanna per uno solo dei molti episodi contestati, otto mesi di carcere (pena sospesa e non menzione) a sei dei 15 imputati.

Prescrizione o assoluzione per tutte le altre imputazioni (tra malattie, decessi e reati ambientali) ricondotte dall’accusa all’esposizione lavorativa da amianto.

Dopo due anni e mezzo di udienze, si è chiuso così il maxiprocesso sugli effetti dell’amianto al petrolchimico di Ravenna. Gli indagati coinvolti nel fascicolo tra dirigenti, legali rappresentanti e responsabili di settore erano inizialmente 56, ma molti sono via via deceduti. Per quanto riguarda le parti offese (operai o loro familiari ammalatisi o morti in seguito a presunta esposizione da amianto), ne erano state individuate inizialmente 78: per 32 già in udienza preliminare era stata dichiarata la prescrizione.

Ora il giudice Milena Zavatti ha dichiarato il non doversi procedere, sempre «per intervenuta prescrizione», per le lesioni colpose rimediate da 11 operai (perlopiù placche pleuriche).

Assolti tutti gli imputati, «perché il fatto non sussiste», sia per le diverse morti di operai che per il contestato disastro ambientale.

L’unica condanna, per un totale di 4 anni di carcere, è stata pronunciata per le lesioni (asbestosi e placche pleuriche bilaterali) di un pensionato 78enne che aveva lavorato al petrolchimico con varie mansioni fino al 1994 e a cui era stata diagnosticata la malattia nel 2012.

In questo caso il giudice Zavatti ha riconosciuto il risarcimento da pagarsi in solido con Syndial spa, società del gruppo Eni, e da quantificare in separata sede. Sempre per questo solo caso, il risarcimento è stato esteso anche alle associazioni costituitesi parte civile: Cgil, Cisl e Uil; Inail, Ausl Romagna; Legambiente nazionale e l’associazione «Esposti amianto».

La Procura aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati per un totale di 113 anni di carcere. Mentre i legali delle parti civili avevano chiesto risarcimenti per un totale di 33 milioni di euro. Visibilmente amareggiati in aula i parenti degli operai ammalati o deceduti.

L’indagine, la più vasta sull’esposizione da amianto mai compiuta a Ravenna, era scattata nel 2009 da dati Inail abbracciando un arco di tempo compreso tra gli anni ‘60 e la fine del 2012 e interessando 28 isole produttive del polo chimico ella città romagnola.

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