Pioggia di banconote finte all’inaugurazione della Buc

Biblioteca universitaria centrale. «Troppi sprechi». Il collettivo Refresh: «Non ci feremeranno»

di Andrea Tomasi

Durante l’inaugurazione della nuova biblioteca centrale d’ateneo alle Albere, a Trento, protesta degli studenti del Collettivo Universitario Refresh, che hanno lanciato su relatori e pubblico una piccola pioggia di finte banconote da 100 euro.

I giovani sono stati buttati fuori dalla struttura durante la cerimonia e identificati dalle forse dell’ordine.

La protesta è andata in scena mentre stava parlando il governatore del Trentino, Ugo Rossi, che ha proseguito il suo intervento.

«Il rettore Collini e il presidente della Provincia Rossi - si legge in una nota del collettivo - hanno presentato questa nuova sede della biblioteca come un regalo che la Provincia ha generosamente fatto all’Università e alla città.

Ma questa non è la verità, infatti l’edificio che da oggi ospiterà la biblioteca inizialmente era destinato ad altre funzioni, tutt’altro che universitarie. Cosa ha fatto cambiare idea alla Provincia? Il fatto che il quartiere delle Albere sia di fatto un quartiere fantasma e si sia rivelato dunque un gran fallimento per la Provincia, che ci ha investito milioni e milioni di euro.

Per questo motivo si è deciso di investire fondi universitari per trasformare questo quartiere nel nuovo centro della vita universitaria a Trento. E cosa potrebbe esserci di meglio che speculare sull’università e relegare gli studenti ai margini del centro cittadino, risolvendo così anche il famoso problema della «movida» e del «degrado».

Ciò che volevamo dimostrare è che la Provincia è una delle maggiori protagoniste della speculazione edilizia nella città di Trento

Noi, come Collettivo Universitario Refresh, però sappiamo che non è così: mentre per la nuova biblioteca sono stati spesi 75 milioni di euro (secondo i calcoli ufficiali, si tratta di 43 milioni) in contemporanea assistiamo a una riforma delle borse di studio che taglierà 2,2 milioni e che diminuirà di un terzo il numero dei beneficiari.

Abbiamo partecipato anche noi oggi all’inaugurazione, portando le nostre ragioni, le nostre criticità e volendo portare avanti il percorso di #sgancialaborsa, che ci ha visti in piazza il 17 novembre, nella giornata internazionale del diritto allo studio.

Appena abbiamo provato ad intervenire durante la cerimonia siamo stati cacciati dalla polizia, che ha poi voluto identificare alcuni di noi. Per noi non è stato possibile assistere ed invervenire alla cerimonia presentata come aperta a tutta la comunità universitaria e cittadina.

Per il rettore Collini era più importante mantere l’ordine e la tranquillità della cerimonia, motivo per cui ha schierato la polizia davanti agli studenti e alle studentesse dell’ateneo, negando loro qualsiasi spazio di espressione e dissenso. Ma l’Università non dovrebbe essere il luogo della libertà d’espressione per eccellenza?»

E ancora: «Ciò che volevamo dimostrare andando lì oggi - spiegano i ragazzi del collettivo - è semplicemente il fatto che la Provincia sia una delle maggiori protagoniste della speculazione edilizia nella città di Trento e che, ogni qualvolta i suoi investimenti si rivelino dei gran fallimenti, tenta di riparare ai danni togliendo fondi preziosi all’istruzione. Ma l’università non è e non deve essere il portafoglio di politicanti vari che vogliono solo arricchire le proprie tasche.

Sono tanti gli stabili abbandonati a Trento di proprietà della Provincia, eppure si continuano a finanziare grandi opere inutili, invece che andare a riaprire gli spazi che già ci sono».

«L’Università è una risorsa per questa città - conclude il collettivo - e il diritto allo studio deve essere garantito a tutti e tutte. Cosa ce ne facciamo di una biblioteca all’avanguardia, in un quartiere moderno, se poi ci tolgono le borse di studio?»

«Non hanno voluto ascoltarci oggi, ma dovranno farlo molto presto perchè non siam disposti a fermarci qui. Abbiamo iniziato questo percorso di #sgancialaborsa e abbiamo tutte le intenzioni di portarlo avanti. Rilanciamo infatti un’assemblea pubblica a Sociologia il 24 novembre alle 18».

IL VIDEO della protesta del Refresh:

 

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