Trento: boom di nuovi avvocati Più di 70 passano l'esame di stato

di Matteo Lunelli

Gli esami sono terminati venerdì sera, i numeri sono solamente ufficiosi e cambieranno certamente (anche se la sostanza resterà la stessa) già questa mattina, con il bilancio definitivo. Però c'è un dato, già incontestabile: nel Foro di Trento arriverà una nuova, grande, per certi versi storica, infornata di avvocati. La percentuale sarà almeno del +10% in un solo anno.

Procediamo con ordine: lo scorso dicembre si sono svolti gli esami di stato scritti. A Trento hanno partecipato circa 150 candidati. Di questi una percentuale vicina al 70% è stato promosso, quindi più di ottanta persone hanno affrontato in questi giorni l'esame orale. E i risultati delle prime settimane di interrogazioni stanno dando delle conferme, ovvero che quei giovani sono bravi e preparati e le bocciature si contano sulle dita di una mano. La sessione è terminata ieri sera e quindi i numeri non possono essere ancora definitivi, ma possiamo già dire che a Trento ci saranno più di 70 nuovi avvocati, anche se non tutti necessariamente nati in Trentino. Un numero altissimo, che permetterà all'Ordine di superare la soglia degli 800 iscritti e quindi di incrementare almeno del 10% il totale.

Poi va sottolineato che non tutti quelli che hanno superato anche l'orale si iscriveranno all'Albo, perché alcuni hanno già deciso di intraprendere altre strade. Ma nella sostanza cambia poco. Svelati i coscientemente e incolpevolmente imprecisi numeri, sono molte le chiavi di lettura. Prima di tutto va detto che il gruppo «candidati 2015/2016» è di qualità e di alto livello: i loro esami scritti sono stati corretti dal Foro di Potenza (mentre quello di Trento ha valutato i temi di un'altra città d'Italia), mentre l'orale viene «fatto in casa», ovvero presso la città dove è stato svolto il periodo di pratica più lungo. 

Quindi giovani bravi e preparati, ma con un futuro incerto. Perché, dopo i meritati festeggiamenti, la fine esaltante di un lungo percorso di formazione, il comprensibile orgoglio di parenti e amici, tra qualche giorno per tutti i promossi , o almeno per molti, si porrà l'inevitabile domanda: e adesso? Noi la giriamo al presidente dell'Ordine degli Avvocati Andrea de Bertolini. «Adesso, sottolineo il purtroppo, non ci sono grandi prospettive. C'è una situazione socio economica non certo vivace e tutti questi neo avvocati potrebbero non ricevere risposte positive. Chi è più fortunato potrà entrare negli Studi di famiglia o rimanere dove ha svolto la pratica, altri dovranno lottare di più. Qui da noi, comunque, il rapporto tra avvocati e abitanti non è così ingombrante come in altre città».

Altra considerazione: l'avvocato, che resta evidentemente una professione attrattiva, richiede parecchi anni di formazione, tra università e praticantato. Se la percentuale di promossi è così alta, di chi è il merito? «Credo che in provincia si sia innescato un circuito virtuoso: l'Università è di ottimo livello, la qualità degli studi legali è medio alta e l'Ordine, con la scuola forense, fa la propria parte. Un'altra considerazione è che il rischio dell'intraprendere questa strada è molto alto, così come l'impegno necessario per arrivare alla fine. Da noi, comunque, c'è un'avvocatura seria e giovane, di ottimo livello. E mi preme smentire una possibile lettura impropria dei dati che avete svelato: il fatto che ci siano più avvocati non va di pari passo con il fatto che ci siano più cause. Anzi».

Per ovviare al momento di crisi, qual è la strada che intraprendono i neo avvocati? «In concreto si è visto negli ultimi anni che tanti giovani professionisti tendono a mettersi insieme, a fare gruppo, ad associarsi per contenere i costi e per garantire, grazie al fare rete, un servizio efficiente». In attesa dei dati definitivi, ai 70 e più neo avvocati vanno i complimenti e l'augurio di buoni festeggiamenti. Perché anche in tribunale del doman non c'è certezza.

Il fondo del direttore Pierangelo Giovanetti

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