Cattedre trentine nel caos L’affondo dei Cinque Stelle

Cattedre trentine nel caos. Provincia nel «mirino» del Consiglio di Stato e ora arriva anche la critica del movimento Cinque stelle

Cattedre trentine nel caos. Provincia nel «mirino» del Consiglio di Stato e ora arriva anche la critica del Movimento Cinque Stelle. La scuola provinciale è a rischio commissariamento. I giudici amministrativi hanno accolto il ricorso di 164 insegnanti delle primarie con il diploma magistrale che non avevano accettato l’esclusione dalle graduatorie.

Questo significa che altrettanti docenti (tutti laureati) dovranno cedere i loro posti, anche se già iniziato da alcuni mesi. Il presidente della Provincia Ugo Rossi ha commentato: «Il commissario non arriverà: spiace solo per i prof che dovranno lasciare il loro posto. Ma in pochi giorni sarà tutto risolto». I docenti in questione sono tutti precari.

«Il rischio di commissariamento della scuola trentina - dice Filippo Degasperi, conigliere provinciale pentastellato - è conseguenza delle scelte sue e dei dirigenti di sua fiducia. Ne è scaturita una serie di affermazioni discutibili cui non è stato possibile ribattere in aula dato che il presidente Dorigatti ha pensato bene di chiudere la seduta senza concedere repliche».

RISCHIO DI COMMISSARIAMENTO
«Rossi - dice Degasperi - ha sostenuto che non sarebbe in corso alcun iter di commissariamento e che l’ordinanza del Consiglio di Stato sarebbe inutile. Ciò perché ci si aspettava la decisione di reinserire i docenti quindi ci si era preparati prima all’eventualità di doverlo fare. Qui pare proprio che la logica faccia difetto. Visto che per evitarlo si ottempera ora all’ordinanza (del 5 agosto), il rischio commissariamento c’è eccome. E a sua volta l’ordinanza (la seconda) non è affatto inutile.

I RICORRENTI
Sono 164. «Questi di colpo si erano visti togliere lavoro e diritti ed hanno dovuto adire le vie legali a spese proprie per tutelarsi dalle decisioni del loro stesso datore di lavoro (...) Ma se andiamo a vedere bene, di chi è la responsabilità? Al momento di chi con le proprie decisioni ha generato la situazione in questione.

GRADUATORIE E MERITO
Il consigliere grillino dice che il presidente della Provincia avrebbe lasciato «le graduatorie così come stanno, con tutte le conseguenze del caso, fino al giugno 2017. E proprio su questa interpretazione è intervenuta la seconda (“inutile”) ordinanza, statuendo che gli atti posti in essere dalla Provincia “risultano elusivi” di quanto deciso dal Consiglio di Stato il 5 agosto».

RESPONSABILITÀ
Secondo il consigliere provinciale pentastellato «la responsabilità tecnica esiste eccome, a prescindere dagli ordini del presidente». E infine: «Devono seguire provvedimenti. Troppo comodo dire “è colpa mia” tanto poi non succede niente. Rossi o chi per lui ha sbagliato? Se ne traggano le conseguenze»

LA SCUOLA È NAZIONALE
Sulla linea Degasperi è la consigliera comunale indipendente di Trento, Giovanna Giugni: «Piaccia o, più probabilmente non piaccia, la normativa sulla scuola ha carattere nazionale e non potrà diventare, neppure con pattuizioni ardite, competenza primaria di questo territorio, in nessun caso, qualunque esito abbia il referendum costituzionale di dicembre». Cita l’articolo 97 della Costituzione (quello sull'imparzialità della pubblica amministrazione) e conclude ricordando l’importanza di efficacia, efficienza ed economicità. «Doti che, insieme all’umiltà e alla lungimiranza, mancano alla politica scolastica trentina da molto, troppo tempo».

 

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