Riforma dei servizi agli anziani, restano solo 14 aziende Budget unico, confermati i posti letto nelle case di riposo

Arriva al rush finale la seconda fase della riforma delle politiche per gli anziani, che vede come fulcro quello della riorganizzazione dei numeri e delle funzioni delle Aziende per i servizi alla persona (Apsp).

Dopo aver concluso la serie di incontri sul territorio con gli enti e le associazioni interessate, l'assessore provinciale alla salute, Luca Zeni, spiega che si sta per arrivare a una serie di proposte operative tra le quali la Provincia sceglierà quella da applicare al Trentino. A supporto dell'iter decisionale della giunta, è stato affidato un nuovo incarico alla Sda della Bocconi di Milano.

Con la scuola di management dell'università lombarda la Provincia ha siglato una nuova convenzione affinché dalle osservazioni arrivate dai soggetti ascoltati dall'assessore si arrivi a una serie di sintesi operative tra cui scegliere la nuova organizzazione dei servizi agli anziani. 

«È in atto la seconda fase che abbiamo avviato con gli incontri con sindacati, Upipa, territori - afferma Zeni - E ora la Sda farà proposte operative
e nelle prossime settimane ci saranno delle sintesi sulla riforma riepilogative dei confronti fatti e poi prenderemo delle decisioni come Provincia».

Il punto fermo è quello di avere sui singoli territori un interlocutore unico che possa occuparsi di politica per gli anziani. E come elemento organizzativo, quindi, occorre che si arrivi a una riduzione del numero delle Apsp senza toccare le Rsa che dipendono da quelle oggi operative. «La nostra idea è quella di passare da 41 a 14 Aziende per la persona, mantenendo la struttura delle Rsa, ossia i posti letto». Questi ultimi sono solo uno dei tasselli della politica per gli anziani, che si basa e si baserà sempre di più anche su altri servizi alle persone over 65. A partire dall'assistenza domiciliare, per continuare con i servizi che sempre di più dovranno essere erogati agli anziani alternativi alla lungo degenza in Rsa.

«Negli incontri che abbiamo avuto - sottolinea ancora Zeni - abbiamo avuto un larghissimo riscontro positivo per quanto riguarda le analisi e la direzione presa dalla riforma».

In particolare, sottolinea l'assessore, c'è stata «la condivisione del fatto che occorre mettere insieme le risorse con un budget unico sugli anziani rispetto ai rivoli attuali, che finanziano singole realtà che fanno benissimo il loro pezzettino, ma per le quali occorre ora arrivare a un coordinamento per riuscire a spostarsi dai servizi singoli agli anziani a una serie di misure complessive per quella fascia di popolazione».

In particolare, secondo Zeni, si dovrà «passare dalla presa in carico dei singoli casi alla possibilità di fare politica per gli anziani. Proprio per questo puntiamo ad avere un interlocutore unico sui territori per riuscire a coordinare i soggetti che si occupano di anziani e le risorse che oggi ci sono». La strada per arrivare alla nuova organizzazione ha bisogno del consenso degli attori coinvolti, e per Zeni, dagli incontri avuti con gli attori del comparto è emersa «la consapevolezza che è necessario cambiare, perché gli autosufficienti crescono al ritmo di 1.000-1.500 l'anno. Con la proposta di riforma intendiamo mettere assieme tutta la filiera che si occupa di anziani».

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