Vania non ce l'ha fatta: è morta la donna aggredita e data alle fiamme da un collega

È morta stamani poco dopo le 6 la donna aggredita ieri e data alle fiamme dopo essere stata cosparsa di liquido infiammabile.

Lo si è appreso dall’Azienda ospedaliera universitaria pisana.

Vania Vannucchi, 46 anni, era stata ricoverata ieri al centro ustionati dell’ospedale Cisanello di Pisa con ustioni estese e profonde sul 90% del corpo, dopo l’aggressione subita a Lucca.

Il presunto aggressore è stato arrestato: è Pasquale Russo, anche lui 46enne,a ddetto di una cooperativa di servizi per l’ospedale lucchese dove lavorava anche la vittima.

«Sembrerebbe che relazione tra la donna e l’uomo che abbiamo arrestato fosse stata a tratti anche burrascosa e anche su indicazioni di alcune amiche, che la donna si fosse determinata a denunciarlo. Denuncia che poi non è stata formalizzata», ha spiegato il dirigente della squadra mobile di Lucca Silvia Cascino, parlando degli elementi raccolti dalla polizia per ricostruire quanto accaduto martedì pomeriggio all’ex ospedale dove Vania Vannucchi è stata cosparsa di liquido infiammale e data alle fiamme.

La famiglia ha sperato per tutta la notte che il corpo martoriato di Vania Vannucchi rispondesse alle terapie e invece alle 6.30 i medici hanno comunicato ai genitori, ai figli di 15 e 21 anni e all’ex marito e padre dei due ragazzi che l’operatrice sociosanitaria non ce l’aveva fatta.

È stato l’ex marito di Vania, appuntato dei carabinieri, a ricevere la comunicazione ufficiale della morte dai responsabili del centro ustioni dell’ospedale di Cisanello. Subito dopo, sconvolti dal dolore, i familiari hanno lasciato l’ospedale mentre la salma è stata trasferita all’istituto di medicina legale a disposizione dell’autorità giudiziaria di Lucca.

Quella di Vania Vannucchi «è una morte orribile, che ripropone nella sua drammaticità il triste elenco di femminicidi che sembra non fermarsi mai».
È il commento di Simona Clivia Zucchett, vicepresidente di Equality Italia, che invita ad «andare oltre le belle parole di indignazione: è necessaria una moderna presa di coscienza da parte delle donne rispetto a ciò che sta accadendo».

«Si vuole colpire - dice Zucchett - la libertà e l’autonomia delle donne, la possibilità di interrompere rapporti sentimentali con uomini spesso violenti, immaturi, che vogliono al loro fianco donne asservite. Troppi uomini sono affetti da quella patologia sociale che va sotto il nome di ‘dominio sulla volontà e il corpo delle donnè. Per questo sono prima di tutto i maschi a doversi interrogare e, finalmente agire».

«Non bastano le buone leggi - continua - bisogna rendere obbligatoria la formazione nelle scuole al rispetto di genere, è necessario che agli uomini che picchiano, violentano, uccidono donne siano imposti, oltre alle dure pene, percorsi terapeutici affinchè possano guarire dai sentimenti di sopraffazione.

Le donne, che giustamente chiedono finanziamenti certi per i centri antiviolenza, l’attivazione nei pronto soccorsi del codice rosa, devono però oggi chiedere di più, perchè è chiaro che in tutti gli ambiti, compreso purtroppo quello della politica, è in atto una offensiva denigratoria che tenta di ricacciare le donne nel medioevo. È necessaria una reazione politica e culturale che abbandoni il vittimismo e contrattacchi culturalmente, alfine di contrastare la violenza degli uomini», conclude.


 

LA TRAGEDIA

In un attimo i suoi abiti hanno preso fuoco: ora Vania Vannucchi, un’operatrice sanitaria dell’ospedale di Pisa che in passato ha lavorato in quello di Lucca, ha ustioni estese e profonde sul 90% del corpo ed è ricoverata in gravissime condizioni.

L’uomo accusato di averla aggredita e di averle versato addosso del liquido infiammabile per poi darle fuoco, Pasquale Russo, anche lui 46enne, addetto di una cooperativa di servizi per l’ospedale lucchese, è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio: continua a negare ogni responsabilità nell’accaduto, ma avrebbe un’ustione a un braccio. Ma soprattutto Vania, mentre alcuni colleghi la soccorrevano cercando di spengere le fiamme con secchi d’acqua, ha trovato la forza di dire «È stato Pasquale...».

È stata la stessa donna, dunque, ad indirizzare le indagini degli uomini della questura di Lucca che dopo poco hanno rintracciato Pasquale Russo non lontano dai padiglioni del Campo di Marte. Portato in questura l’uomo ha negato ogni addebito, ma dopo essere stato ascoltato è stato arrestato. L’udienza di convalida nelle prossime ore.

I due si conoscevano proprio perché avevano lavorato insieme all’ospedale di Lucca. Una delle ipotesi seguite è che Russo avesse avuto una relazione con la donna, da tempo separata dal marito.

I rapporti si sarebbero però rarefatti in seguito, forse una vera e propria rottura, e questo potrebbe essere stato all’origine del gesto.

Tutto è accaduto verso le 13, nella zona dell’obitorio dell’ex ospedale Campo di Marte di Lucca. Non è chiaro se i due si fossero dati appuntamento o se l’aggressore abbia atteso Vania che era giunta a bordo della sua auto. La donna sarebbe stata affrontata dal suo aggressore appena scesa dalla sua auto, una Fiat 500 e, dopo un alterco, le avrebbe subito gettato addosso il liquido infiammabile e poi avrebbe appiccato il fuoco.

Alla donna non sarebbe rimasto altro da fare che buttarsi a terra in preda alle fiamme. Così è stata trovata dai primi soccorritori, arrivati con secchi di acqua, prima ancora dei vigili del fuoco.

Sul posto subito gli agenti delle volanti della questura di Lucca. «Abbiamo sentito urlare - racconta un testimone - siamo corsi e abbiamo visto la signora a pancia in giù, ormai avvolta dalle fiamme». «Per favore avvertite i miei familiari, chiamate il mio babbo...», ha chiesto la donna, dicono ancora i primi soccorritori, prima di fare il nome di colui che sarebbe l’autore del gesto.

Vania è rimasta lucida durante i soccorsi e, mentre la trasportavano al centro grandi ustionati di Pisa, è riuscita anche a parlare al telefono con l’ex marito che lavora a Firenze.

Purtroppo i disperati tentativi di salvarla sono stati vani.

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