Giovani al lavoro d'estate: boom nel turismo Gettonata anche l'agricoltura, ma salari bassi

Gettonata anche l'agricoltura

di Matteo Lunelli

Estate e giovani: con le scuole chiuse, promossi o bocciati, si tratta di tre mesi senza impegni. Lago, piscina, gite, caccia ai Pokémon e selfie da pubblicare su Facebook, penserà qualcuno. Vero, ma non solo: per migliaia di studenti trentini, infatti, l'estate è all'insegna del lavoro. La classica stagione, infatti, non è passata di moda.

E i giovani trentini, per smentire il ministro Fornero, non sono certamente «choosy», ovvero schizzinosi, e hanno voglia di rimboccarsi le maniche per guadagnare qualche soldo e fare un'esperienza formativa. Due sono i settori che trascinano il mercato: turismo e agricoltura, ovvero lavorare negli alberghi, bar o ristoranti e nei campi, raccogliendo mele, piccoli frutti e uva. In seconda fila troviamo industria e sociale, ovvero impieghi come operai o educatori.
Dati e numeri.
Per l'estate 2016, ovviamente, non ci sono ancora dei dati definitivi. Ma dall'agenzia del lavoro di Trento spiegano che la prima sensazione è che potrebbero ricalcare in gran parte quelli del 2015, con l'unica incognita della Buona Scuola, ovvero di stage e tirocini obbligatori che potrebbero aver portato delle variazioni nelle assunzioni. Analizzando la fascia d'età tra i 15 e i 29 anni, si registrano 5.440 assunzioni (sia a tempo determinato sia a tempo indeterminato) a giugno, 5.545 a luglio, 3.280 ad agosto e addirittura 6.598 a settembre. Per dare un'idea, a febbraio il dato si ferma a 2.054.
I settori.
Incrociando i dati sulle assunzioni dei giovani, i mesi e i settori, si trova la conferma che agricoltura e turismo sono al top in provincia. Tra maggio ed agosto 2015, sempre restando tra gli under 29, sono state assunte 2.874 persone (37% del totale) nel comparto agricolo, mentre in quello turistico 6.313. A seguire industria e terziario. Su un totale di 130 mila assunzioni in Trentino nel 2015, circa 40 mila sono di under 29 solo nei mesi estivi, ovvero poco meno del 30%: una conferma dell'interesse per il lavoro stagione e di come in provincia siano importanti turismo e agricoltura.

Un'altra distinzione va fatta tra italiani e stranieri: i numeri smentiscono il luogo comune per cui il lavoro nei campi e negli alberghi è «riservato» a persone provenienti dall'estero. Se, sempre restando tra i giovani, a raccogliere mele, uva e piccoli frutti, ci vanno più stranieri (1.707 contro 1.167), in hotel, alberghi e strutture ricettive «vincono» gli italiani 4.663 contro 1.650. In totale su 16.859 assunzioni di under 29 tra maggio e agosto 2015, 12.258 sono di italiani e 4.600 di stranieri. Il tempo indeterminato, grazie agli sgravi contributivi e alla maggiore flessibilità in uscita prevista per il contratto a tutele crescenti, cresce del +66,7% e di 5.462 unità lavorative. È interessante osservare come tra i 15-29 anni, i contratti a tempo indeterminato stipulati nel 2015 siano aumentati di 2.042 unità per un +140,2%: è dunque soprattutto tra i giovani che il nuovo contratto ha avuto successo.

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La Buona Scuola.
Buona scuola e lavoro estivo? Sì, il legame c'è. Tanti piani giovani, progetti per favorire i ragazzi e rapporti contrattuali nella stagione più calda sono di fatto saltati «per colpa» della riforma del governo Renzi. Da quest'anno, anche in Trentino, gli scenari sono cambiati. Riassumendo (e banalizzando un po' il discorso), possiamo dire che le pubbliche amministrazioni hanno azzerato le proprie attività, le scuole devono agire in prima persona e le aziende devono valutare il fatto che, oltre ad assumere stagionali per un incremento del lavoro o per fare le sostituzioni dovute alle ferie, devono anche farsi carico di stage e tirocini.
Gli stipendi.
Quando può riuscire a guadagnare un giovane lavorando l'estate? Ovviamente fare una cifra è impossibile: dipende dal tipo di lavoro, dal datore, dalla durata, dal tipo di contratto (o non contratto). La grande novità sono i voucher, usati soprattutto nell'agricoltura. Per dare l'idea si parla di 7,40 euro lordi all'ora per lavorare nei campi e di almeno 1.200 euro al mese lavorando negli alberghi. Per i tirocini obbligatori, la Buona Scuola prevede una cifra dai 300 ai 600 euro al mese.
Le interinali e l'online.
La ricerca di un impiego a volte non è facile: oltre a bacheche (online e non) e annunci, le agenzie interinali restano un punto di riferimento. La filiale di Trento di Randstad, ad esempio, ci dice che nel mese di giugno almeno una cinquantina di studenti si sono presentati cercando un'occupazione. Le richieste? Tante nel turismo, ma non mancano le richieste per lavorare nelle fabbriche.

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SETTORE TURISMO

«Non è ancora tempo per avere dati e numeri precisi, però mi pare di constatare meno interesse da parte dei giovani a fare la stagione negli alberghi e nelle strutture turistiche». Parola di Luca Libardi , presidente dell'Associazione albergatori del Trentino. Sul perché le ipotesi sono tante. «È difficile capire: forse i turni il sabato e la domenica danno un po' di fastidio e forse c'è una questione culturale, con le famiglie che non spronano più di tanto i ragazzi, ma noto che è più difficile reperire personale. Nonostante questo il nostro settore assorbe la gran parte dei giovani stagionali».
I tirocini scolastici non aiutano: «Quest'anno abbiamo fatto fatica a gestire in tempi molto stretti un numero molto più elevato di persone. L'auspicio è che si possa fare meglio l'anno prossimo, soprattutto liberando le aziende da un po' di burocrazia. In ogni caso gli stage di due settimane servono a dare un'occhiata al lavoro, non certo ad impararlo».
A proposito di burocrazia: carte, scartoffie, permessi, iter, uffici, non sono certo d'aiuto né per i ragazzi né per le aziende. «Bisogna assolutamente semplificare i rapporti tra aziende, agenzia del lavoro, scuole e lavoratori. Garanzia Giovani è il classico esempio di un progetto fallimentare per via dell'eccessiva burocrazia e delle difficoltà per passare dalla teoria alla pratica. Rappresenta un'occasione persa per colpa di un sistema poco friendly. Poi ci sono le questioni dei tetti di reddito per gli studenti universitari: se guadagnano una cifra troppo alta in un anno perdono i diritti ad agevolazioni e borse di studio. Come dire, se si fanno troppi lavoretti ci si rimette: è un cane che si morde la coda, perché l'intraprendenza e la voglia di fare andrebbero premiate più che castigate. Nel nord Europa una percentuale altissima di ragazzi ha esperienze lavorative durante il percorso di studi, anche in settori differenti da quelli che affrontano con gli esami. In Italia questo accade molto meno, ed è un grande peccato».

IL CASO VAL DI FASSA

 
La stagione è in corso e capire cosa stia accadendo non è facile. E, in generale, il fenomeno del lavoro è complesso: se poi si cerca di analizzare solo quello giovanile, solo quello stagionale, solo quello turistico e solo quello di una determinata area geografica, le variabili diventano veramente tantissime. Premesso questo, in val di Fassa c’è stata difficoltà per reperire personale stagionale.
A confermarlo è Davide Moser, presidente degli albergatori di Moena. «È vero, non è stato facile. Tanti colleghi hanno faticato fino all’ultimo per completare gli organici. Gli anni scorsi arrivavano migliaia di curriculum e si doveva solamente scegliere, quest’anno notiamo un’inversione di tendenza. Nulla di troppo preoccupante, la stagione ormai è iniziata e tutti sono a posto, ma in generale i problemi per reperire il personale qualificato è crescente».
Una delle chiavi di lettura che ci è stata data è che tanti rumeni, dopo aver lavorato qui per tanti anni, ora sono tornati a casa per aprire lì un’attività loro. Può essere vero? «In qualche caso può essere vero, magari la situazione economica è più favorevole in Romania. La cosa certa e vera è che se qui in val di Fassa non ci fossero i rumeni sarebbe difficile, difficilissimo».
Perché queste difficoltà in una località sempre molto amata e frequentata dai turisti?
«Sulla stagione invernale non abbiamo problemi, su quella estiva sì: questo può accadere perché qui l’estate è breve. Il contratto è di due mesi, luglio e agosto, con l’incognita dei quindici giorni di giugno e settembre che dipendono un po’ dal tempo. In certe località di mare si può lavorare da maggio a settembre senza problemi».
Ma non con lo stesso stipendio.
«Qui da noi uno stagionale è meglio retribuito: un ragazzo alle prime armi parte dai 1.200 euro al mese. Poi si sale a seconda delle competenze, degli orari e del ruolo».

SETTORE AGRICOLTURA

«C’è un bel ritorno ai campi. I dati 2016, ovviamente, li avremo tra qualche mese, ma già in queste prime settimane e soprattutto guardando alla scorsa estate, possiamo dire che i giovani sono tornati a lavorare nella raccolta, che da noi vuol dire principalmente frutta, ovvero mele, uva e piccoli frutti».
Il direttore di Coldiretti Mauro Fiamozzi è senza dubbio soddisfatto e prova a dare alcune chiavi di lettura di questo fenomeno. «Negli ultimi anni c’era stato un certo abbandono da parte degli studenti, nella fascia d’età tra i 16 e i 25 per capirci. Una volta si sfruttava solamente la manodopera della zona, poi, con le produzioni aumentate e la necessità di una tempistica diversa, si è iniziato ad assumere anche da fuori. Molti lavoratori arrivavano, e continuano ad arrivare, dall’est Europa, ma adesso ci sono anche tanti studenti. Diciamo che da una parte è un bene, perché sono giovani seri ed impegnati, dall’altra è anche un segnale che la crisi è arrivata anche da noi. Molti, infatti, vengono nei campi per recuperare un po’ di soldi visto che le famiglie fanno fatica».
Soldi, in realtà, non ne girano tantissimi: chi ricorda le vecchie (almeno) diecimila lire l’ora, ora sappia che sono diventati voucher per 7,5 euro l’ora lordi. «I voucher sono comodi nel nostro settore perché avere delle tempistiche è molto difficile: non si può sapere con anticipo quando inizierà la raccolta, perché le variabili sono molte. Bastano due giorni con determinate condizioni climatiche per anticipare o posticipare l’inizio del lavoro e non per tutti i tipi di frutta è lo stesso. Il contratto provinciale per quanto riguarda il lavoro di raccolta, comunque, prevede la cifra di 7,5 euro l’ora lordi».

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SETTORE SOCIALE

Si sono presentati in 273, vogliosi di fare un’esperienza unica (divertente e formativa, anche se non certo facile) e retribuita: l’assistente in colonia, nello specifico in quella estiva di Cesenatico curata dall’Aerat. Un must per tantissimi trentini: chi a Calambrone, una volta, chi a Cesenatico, negli ultimi anni, in centinaia hanno trascorso l’estate a prendersi cura e far divertire i bambini. Alla fine, dopo un lungo iter, ne sono stati assunti 128, con una netta prevalenza di ragazze: 77 contro 51.
Ragazzi, praticamente tutti studenti, che si alterneranno nei quattro turni previsti prendendosi cura dei 1.250 bambini iscritti. «Gli educatori fanno solitamente un turno, mentre i coordinatori due», spiega il presidente di Aerat Edo Grassi. Che prosegue: «Essere assunti non è facile: c’è una pre-selezioni quando arrivano i curriculum, poi i colloqui e infine delle giornate formative, 32 ore nelle quali spieghiamo ai ragazzi il lavoro che andranno a fare. Cerchiamo di selezionare i migliori, con un mix tra chi ha già fatto quest’esperienza e chi è completamente nuovo. Gli inservienti? Non ci sono più, nel senso che ci affidiamo a una ditta esterna e del posto. Ci piacerebbe portare persone dal Trentino, ma la questione è logistica, perché nella struttura della colonia non c’è lo spazio fisico per ospitare anche chi lavora nelle cucine».
Oltre all’esperienza, gli educatori portano a casa anche qualche soldo, che non fa mai male. «Lo stipendio per le due settimane di lavoro è di 450 euro netti, circa 600 lordi». 

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LE REGOLE D'ORO

Ecco le regole d’oro da seguire per il lavoro stagionale. L’obiettivo, naturalmente, è quello non farsi fregare e non andare incontro a spiacevoli sorprese. La visita medica è obbligatoria solo in alcuni settori, mentre i minorenni non possono somministrare alcolici e lavorare in orario notturno. Poi bisogna: firmare sempre un contratto e tenerne una copia, visto che il datore di lavoro è obbligato dalla legge a presentare un contratto di lavoro ai propri dipendenti, anche stagionali. Controllare la regolarizzazione della propria posizione sul sito dell’Agenzia del Lavoro. Importante è anche tenere una contabilità e non accettare mai una soluzione che preveda, ad esempio, una parte di stipendio «regolarizzata» e un’altra «fuori busta».

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