Non supera l’esame, studentessa rischia l’espulsione

Per un esame di inglese non superato, si è ritrovata senza borsa di studio, senza soldi e soprattutto senza il permesso di soggiorno.

di Marica Viganò

Per un esame di inglese non superato, si è ritrovata senza borsa di studio, senza soldi e soprattutto senza il permesso di soggiorno. Protagonista della disavventura formativa ed umana è una studentessa straniera iscritta a Sociologia, che ad un passo dalla laurea triennale (aveva già scritto la tesi) è stata costretta a tornare nel suo Paese d’origine e, quanto è riuscita tornare a Trento con la speranza di riprendere l’università, si è trovata in una delicata situazione di «irregolarità» (con possibile espulsione), senza i documenti per poter rimanere in Italia e senza poter coronare il sogno di una laurea in Sociologia e della successiva specialistica biennale. La studentessa, assistita dall’avvocato Svetlana Turella, ha dovuto ricorrere al Tar per poter rimanere a studiare a Trento, riuscendo - al momento - ad ottenere la sospensione del provvedimento con cui le è stato negato il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di studio.

La laureanda è iscritta al Corso di studi internazionali presso il dipartimento di Sociologia. Era il 2014, il permesso di soggiorno per motivi di studio era in scadenza ma non aveva fatto richiesta di rinnovo pensando di riuscire nel frattempo a laurearsi e prendersi un po’ di tempo per valutare se far rientro nel suo Paese d’origine per un periodo di riposo, o se rimanere a Trento ed iscriversi subito al biennio di specializzazione.

Le sarebbe bastato solamente conseguire l’abilitazione in lingua inglese per fissare la discussione della tesi, ma la studentessa, seria e diligente (ha sempre ottenuto la borsa di studio grazie ai risultati nello studio), di fronte all’ultimo esame sarebbe entrata nel panico. Non è riuscita a passarlo, ha avuto una serie di difficoltà personali, il documento che le permetteva di rimanere in Italia è scaduto e, senza il sussidio della borsa di studio, nel 2015 è stata costretta a tornare nel suo Paese per alcuni mesi. Tuttavia non si è persa d’animo e in una scuola internazionale ha proseguito lo studio della lingua inglese. È riuscita ad entrare in Italia, a fine anno, con un visto di reingresso per il rinnovo di permesso.

La prima «doccia fredda» l’ha ricevuta dall’università: l’abilitazione in lingua inglese non è stata riconosciuta ai fini della laurea. Ne è seguita un’altra, peggiore: le due istanze presentate in questura per il rinnovo del permesso soggiorno sono state dichiarate irricevibili per i «motivi di studio». Era infatti in corso una procedura di verifica da parte dell’università nei confronti della studentessa, in merito alla regolarità di un esame sostenuto, e la sua iscrizione risultava sospesa. A marzo 2016 è arrivata anche l’espulsione, poi annullata dal giudice di pace.

I giudici amministrativi hanno tenuto conto della situazione della laureanda, evidenziando che «l’intimato allontanamento dal territorio nazionale impedirebbe alla deducente, dopo aver pressoché completato il ciclo di studio, di conseguire il diploma conclusivo». Il provvedimento con cui le era stato negato il permesso di soggiorno per motivi di studio è stato sospeso, in attesa della trattazione del merito. L’udienza è stata fissata a febbraio 2017.  

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