Vigolana in lacrime per Gloria Valcanover Papà Tullio: «Era la continuazione della mia vita»

di Leonardo Pontalti

«Gloria ora sta correndo, sta correndo qua e là nel paradiso. Speriamo che ci faccia un sorriso e ci aiuti». Si aggrappa alla fede, papà Tullio Valcanover: prega, stringe la mano fredda della figlia, non riesce ad immaginare la vita senza la «sua» Gloria. «Era la continuazione della mia vita. E adesso non c’è più», sussurra.
 
L’appezzamento di terreno in cui si è verificato l’infortunio mortale (I fatti) dista poche centinaia di metri dall’abitazione della famiglia Valcanover, in via Miralago a Bosentino, dove ha sede anche l’azienda agricola. Domenica pomeriggio, Gloria - ventidue anni, fresca di laurea triennale in Scienze e tecnologie alimentari, un entusiasmo contagioso per la vita, per lo studio, per il lavoro, per la sua terra - stava raccogliendo le ciliegie assieme ai suoi familiari (erano presenti il papà Tullio ed il fratello Michele) e ad alcuni collaboratori.
 
Era alla guida del trattore a cui era attaccata la piattaforma mobile utilizzata per cogliere la frutta sui rami più alti, e nella fase di spostamento del mezzo il terreno avrebbe ceduto: il trattore è rotolato per una quindicina di metri e la giovane sbalzata sul terreno. Un impatto così devastante da non lasciare alcuna speranza ai soccorritori. Gloria è morta sul colpo ed i familiari, per starle accanto fino all’ultimo, ieri hanno allestito la camera ardente in una stanza dell’azienda destinata solitamente ad ospitare un piccolo punto vendita.
 
Tullio per tutta la giornata di ieri è rimasto accanto al feretro di sua figlia, nella camera ardente. Sempre a stringerle le mani, a sussurrarle le parole dolci e piene dell’amore di un padre per una figlia. Sempre a chiedersi, quasi a volerlo gridare contro il Cielo, «perché», per quale inspiegabile e inaccettabile disegno tutto questo si è dovuto compiere. Non ha voluto allontanarsi da Gloria se non per qualche breve istante perché - ha confidato con una dolcezza struggente a chi lo invitava a riposare - «è con lei che devo stare, perché poi non la vedrò più».
 

La tragedia di Bosentino

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