Sanifonds, domani scadono i termini

Fondo integrativo al centro delle polemiche. Ma adesso si parte con 5,2 milioni pubblici

Venerdì 15 aprile sarà l'ultima data utile - per chi vuole - per non aderire al fondo sanitario integrativo Sanifonds. Dopo quella data il dibattuto fondo partirà. Ad oggi, su 39.106 dipendenti pubblici provinciali, circa 4.800 hanno disdetto: la gran parte fanno parte del mondo sanitario, ovvero sono dipendenti dell'Apss. La polemiche per la formula di adesione, il cosiddetto silenzio-assenso, sono durate mesi, con una parte dei sindacati (quelli contrari come Nursing Up in primis) che hanno stimolato i propri iscritti a non aderire a Sanifonds. Per esplicitare il proprio dissenso - sostengono i promotori della campagna di boicottaggio - basta una telefonata allo 0461.420681 o una email entro venerdì. Tutti gli altri, quindi poco più di 34 mila persone, saranno iscritti fino al 31 dicembre 2017.

Sanifonds è finanziato interamente con risorse della Provincia, quindi con denaro pubblico, stanziate in bilancio quale quota extracontrattuale: in altri termini, queste risorse non vengono decurtate da altri istituti o finalità sociali.
La contribuzione annuale a Sanifonds, pari a 128 euro per dipendente, è interamente a carico dei datori di lavoro: la Provincia Autonoma di Trento ha già accantonato le risorse finanziarie necessarie alla copertura integrale dell'annualità 2015 e delle annualità 2016, 2017 e 2018. Per l'anno 2015, dei 128 euro versati procapite a titolo di iscrizione, il 90% è destinato al rimborso delle prestazioni sanitarie sostenute dal dipendente. Il rimanente 10%, invece, è destinato, alle spese di funzionamento, quantificabili in circa 400.000 euro annui. Le prestazioni sanitarie rimborsate da Sanifonds, suddivise in specialistica ambulatoriale, odontoiatria e altre spese mediche, sono compatibili con le detrazioni fiscali del 730.

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Tre, in sostanza, le macroaree per le quali il fondo è attivo. La prima sono le visite odontoiatriche, igiene orale, otturazioni: il rimborso massimo è fissato nel 50% della spesa sostenuta, per un massimo annuo compreso tra i 45 e i 100 euro. Ci sono poi le visite specialistiche ambulatoriali: anche in questo caso il rimborso massimo annuale è del 50%, e si va dai 65 ai 100 euro annui. Infine ci sono le visite psicologiche, psicoterapeutiche, dietistiche: rimborso massimo annuale della metà della spesa, massimo nei dodici masi tra i 100 e i 150 euro. 

Dato che il massimale previsto per i rimborsi è il 50% di quanto pagato per la singola prestazione, il recupero fiscale del 19% andrà calcolato sulla base di quanto speso effettivamente dal dipendente. Per ogni lavoratore è stato calcolato un massimale medio di 350 euro per il 2015. I rimborsi partiranno dal gennaio dello scorso anno. Sono previsti massimali più alti per malattie gravi e riabilitazioni (5.000 euro annui) e per persone non autosufficienti (7.000 euro).

Nursing Up lamenta mancata trasparenza, procedure farraginose e lacunose, modalità di rimborso che non premiano le situazioni di reale necessità, ma elargiscono rimborsi su miriadi di interventi di poche decine di euro che costituiscono benefici inconsistenti.

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