Legittime le multe sui parcheggi blu La Cassazione respinge i ricorsi

di Sergio Damiani

Dopo sette anni di battaglia legale, tre gradi di giudizio e molte polemiche, il Comune vince il contenzioso sui parcheggi blu. La seconda sezione civile della Corte di Cassazione ha di fatto promosso, ritenendole legittime, le sanzioni fatte ad alcuni automobilisti che avevano parcheggiato su stalli blu in zona semicentrale - in particolare la sentenza accenna a parcheggi in via Perini - senza pagare la relativa tariffa oraria.

La battaglia era di principio. Alle decine di automobilisti - che attraverso l’avvocato Stefano Pietro Galli avevano presentato ricorso prima al giudice di pace, poi anche in Tribunale e, a Roma, in Cassazione - il giudizio è costato certo di più della multa che ritenevano di non dover pagare. Ma il contenzioso andava ben oltre la singola sanzione e riguardava di fatto la legittimità di parte del piano parcheggi cittadino che, secondo i ricorrenti, attraverso un massiccio utilizzo degli stalli blu avrebbe violato l’articolo 7 del Codice della strada. Al comma 8 la norma prevede che, «qualora il comune assuma l’esercizio diretto del parcheggio con custodia o lo dia in concessione ovvero disponga l’installazione dei dispositivi di controllo di durata della sosta, su parte della stessa area o su altra parte nelle immediate vicinanze, deve riservare una adeguata area destinata a parcheggio rispettivamente senza custodia o senza dispositivi di controllo di durata della sosta». In sostanza accanto ai parcheggi blu a pagamento ci devono anche essere quelli bianchi gratuiti.

La norma però può essere derogata. Lo prevedo lo stesso articolo del Codice della strada per aree a traffico limitato o di particolare rilevanza urbanistica «nelle quali sussistano esigenze e condizioni particolari di traffico».
Anche in quest’ultima sentenza i giudici della Suprema corte “promuovono” il Comune mostrando di condividere in pieno gli argomenti utilizzati dal tribunale di Trento per respingere i ricorsi degli automobilisti (ricorsi che, in parte, di fronte al giudice di pace inizialmente erano stati accolti): «Nel piano urbano dei parcheggi del Comune - si legge nella sentenza 4130 del 2016 della Cassazione rimbalzata sui siti che trattano temi di diritto - la zona dove sono state elevate le contravvenzioni è definita area di seconda corona centrale che mantiene ancora caratteristiche di area centrale, in funzione delle distanze dal centro storico - 500-600 metri - interessata da una consistente domanda di sosta, le cui condizioni di traffico giustificano la deroga al principio generale di cui all’articolo 7 così riconoscendo la legittimità della scelta discrezionale dell’amministrazione, insuscettibile di sindacato».

Inoltre «il riferimento del ricorso ad area di seconda corona, in cui ricade in via Perini, ben lungi dall’avere le caratteristiche dell’area centrale storica», secondo la Cassazione «non supera la valutazione discrezionale dell’amministrazione». Dunque i parcheggi blu, se il Comune ritiene, restano dove sono e chi parcheggia senza pagare rischia la multa.

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