Consumatori trentini sempre più agguerriti Il nemico numero uno? Gli operatori telefonici

La relazione 2015 del Crtcu: nel mirino anche bollette, banche e commercio

di Lorenzo Basso

Aumentano le richieste di informazione e assistenza da parte della popolazione al Centro di ricerca e tutela dei consumatori e degli utenti cittadino (Crtcu), che lo scorso anno ha trattato casi per un valori di quasi un milione e mezzo di euro, riuscendone a recuperare buona parte.

Nel 2015, infatti, più di 8.500 trentini, un migliaio in più rispetto all’anno precedente, si sono rivolti all’ufficio di assistenza per le vertenze extragiudiziali per denunciare truffe, richieste di pagamento per servizi non richiesti, pressioni indebite da parte di compagnie commerciali, violazioni degli accordi contrattuali, ma anche una scarsa trasparenza nell’accesso al credito bancario e problemi nel cosiddetto merito creditizio, l’affidabilità economica e finanziaria di un soggetto.

Come negli anni scorsi, le criticità maggiori rilevate dal centro (per il 41% dell’attività complessiva) riguardano gli operatori di telefonia fissa e mobile, un settore in cui si registrano, spiega il direttore Carlo Biasior, comportamenti ingannevoli, pratiche scorrette e, in alcuni casi, addirittura violazioni reiterate della normativa nazionale per le telecomunicazioni, con l’emergere di profili di responsabilità penale. Seguono, per numero di segnalazioni, i settori delle forniture energetiche (13%), del commercio (12%) e delle banche (6%).

«Fortunatamete - aggiunge Biasior - il sistema sta cambiando verso una maggiore tutela dei consumatori, con un’autorità amministrativa (nel nostro caso, facciamo riferimento soprattutto all’Antitrust) più attenta e con maggiori capacità sanzionatorie rispetto al passato».

«Ciò nonostante - precisa il responsabile dell’ufficio - rileviamo ancora comportamenti ingannevoli, soprattutto per quanto riguarda le compagnie telefoniche oppure la vendita di prodotti e la sottoscrizione di contratti mediante telefono. In merito, di fronte al ripetersi di pratiche scorrette e, talvolta, di vere e proprie truffe perpetrate a danno del consumatore, stiamo valutando la possibilità di iniziare a segnalare i casi più eclatanti direttamente alla Procura».

Stando ai dati riferiti dal Centro di tutela, lo scorso anno sono avvenute 5.598 richieste di informazione, con la chiusura della pratica senza un intervento diretto, e quasi tremila richieste di consulenza (a ci segue solitamente l’apertura di un fascicolo).
Il valore complessivo delle somme recuperate si aggira attorno agli 830 mila euro, mentre nel 2014 era stato di 995mila euro.

Tale riduzione, secondo Biasior, non sarebbe indicativa, in quanto i casi trattati dal centro - che dispone di un finanziamento pubblico, erogato dalla Provincia di Trento, pari a 300 mila euro annui - cambiano da un anno all’altro.

Su segnalazione dell’ufficio di Trento, ad ogni modo, l’Antitrust ha comminato sanzioni che, nell’insieme, superano i 5 milioni di euro. Alcuni dei casi trattati, inoltre, avrebbero addirittura creato dei precedenti giuridici a livello nazionale.
«Negli ultimi tempi - conclude Biasior - riceviamo diverse denunce anche per quanto riguarda le banche (al riguardo è interessante l’intervento dell’Antitrust su alcune prassi scorrette agli sportelli) e in relazione alla nuova legge per il sovraindebitamento, un ambito in cui non riusciamo ancora ad essere incisivi a causa della complessità delle procedure richieste dalla normativa. Tra i settori in cui invece proprio non riusciamo ad ottener alcuna risposta, vi sono quelli disciplinati unicamente dal Codice civile, come quello edile».
Tra le recenti attività del centro, anche l’attivazione di un ufficio mobile, collocato su un camper, che gira tra le valli del Trentino per fornire assistenza ai residenti delle zone decentrate.

Ecco la Relazione completa:

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