Arcivescovile in crisi di iscrizioni: dopo 150 anni stop ai licei, vanno bene il tecnico e le medie

Parlano i responsabili

di Sergio Damiani

A oltre 150 anni dalla sua fondazione il Collegio Arcivescovile di Trento l'anno prossimo potrebbe non avere più classi prime di liceo: non il classico, corso di studi di antica tradizione di questa scuola paritaria cattolica, non lo scientifico e neppure il linguistico che è stato il primo ad arrivare in città. Usiamo il condizionale perché la situazione non è ancora definitiva: le iscrizioni, quest'anno molto "fiacche", inducono al pessimismo, ma in via Endrici sperano ancora che l'arrivo di qualche studente possa permettere la partenza di una prima di liceo, magari anche a metà tra scientifico e linguistico come è accaduto l'anno scorso.

«Purtroppo - dice il rettore, don Bruno Tomasi - i numeri per ora sono troppo bassi per attivare una prima liceo. Diversi genitori hanno mostrato interesse, ma poi non l'hanno concretizzato con iscrizioni di cui noi abbiamo bisogno per formare le classi. Eppure nelle giornate aperte avevamo notato un buon afflusso di ragazzi e genitori, tutti molto motivati». 

La situazione è in evoluzione. Le iscrizioni non sono ancora chiuse e c'è tempo fino a giugno per un ripensamento. La spietata legge dei numeri, però, vale anche all'Arcivescovile: «È soprattutto per motivi pedagogici - sottolinea il rettore - che sotto i dieci iscritti preferiamo non partire. In 7 non si può fare una classe, ma siamo ancora in attesa di risposte. Siamo aperti a soluzioni flessibili: in qualche caso abbiamo attivato mezze classi, per esempio di linguistico e di classico, con ottimi risultati: i primi potenziano l'italiano, i secondi invece studiano meglio l'inglese». 

Qualora la situazione degli iscritti non dovesse cambiare, l'anno prossimo all'Arcivescovile a Trento partirà una sola classe superiore, ma non di liceo: l'istituto tecnico economico, che grazie al patrocinio della Federazione delle cooperative punta sull'integrazione tra scuola e lavoro, ha già un buon numero di iscritti. Tutto bene a Rovereto dove partirà un'altra prima del liceo internazionale (con il 4° anno di studio a Londra). Va bene anche sul fronte delle scuole medie dove la domanda è alta al punto che ci si iscrive con anni di anticipo: a settembre partiranno 5 sezioni a Trento (più 3 a Rovereto), una in più dell'anno in corso.

Come spiegare allora la crisi dei licei dell'Arcivescovile? «Le ragioni - spiega don Bruno Tomasi - sono molteplici: c'è il calo demografico, un trend che dura da anni e colpisce anche la scuola pubblica; c'è l'orientamento delle famiglie verso indirizzi quinquennali, ma più professionalizzanti; e per qualcuno ci può anche essere l'effetto della crisi economica che ha impoverito le famiglie. Ma quest'ultimo non è il fattore principale, noto anzi con favore che i genitori danno grande valore all'istruzione dei loro figli. Lo dimostra anche il fatto che all'Arcivescovile abbiamo un'utenza diversificata anche grazie a rette che sono la metà rispetto al resto d'Italia: c'è il figlio del primario, ma ci sono anche tanti figli di lavoratori».

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