Scuola-lavoro, Rossi stronca la protesta del «Da Vinci»

La rabbia della maggioranza degli insegnanti del liceo Da Vinci di Trento contro l'obbligo degli stage scuola - lavoro. Ben 72 professori hanno firmato un documento contrario all'obbligo, previsto dalla «Buona scuola» del governo Renzi, del tirocinio degli studenti nelle aziende o nelle fabbriche. I firmatari sono pronti a boicottare la riforma e al termine di un collegio docenti molto burrascoso il progetto è stato sospeso, in attesa di un altro incontro.

Il presidente della Provincia, Ugo Rossi, in questa intervista non lascia molti margini di manovra: «La Buona scuola ormai è legge e va recepita anche in Trentino. Gli insegnanti devono guardare avanti».

Presidente Rossi, i docenti del Da Vinci bocciano la riforma che introduce l'alternanza scuola-lavoro rifiutando di collaborare alla sua attuazione.
Piaccia e meno, la riforma sulla Buona Scuola ormai è legge e va recepita anche in Trentino. C'è poco da dire: le leggi vanno applicate e rispettate, anche dagli insegnanti del Da Vinci.
I docenti temono che i tirocini, lungi dall'avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro, vadano a discapito della loro preparazione. Anche l'ex preside del Da Vinci, Alberto Tomasi, ritiene che così com'è il progetto è velleitario.
Tomasi ha sempre mille dubbi su tutte le novità. Lui guarda al passato, ma il Sessantotto è finito da un pezzo. Noi invece guardiamo al futuro, anche gli insegnanti dovrebbero farlo. Mi dispiace che al Da Vinci partano con il piede sbagliato.
Ci sarà flessibilità nell'applicazione in Trentino della norma su scuola-lavoro?
Premesso che i principi della legge vanno recepiti, lo faremo rispettando le esperienze, positive, che il Trentino ha già avviato per avvicinare il mondo della scuola a quello del lavoro e scegliendo modelli adeguati alle nostre scuole.
Tocchiamo un altro tema di cui si dibatte in questi giorni: perché la Provincia per le assunzioni dei docenti preferisce la strada del concorso a quella dell'albo che riconoscerebbe il lavoro svolto dagli insegnanti precari Tfa e Pas?
La decisione si fonda su ragioni giuridiche, ma anche strategiche. Sarebbe pericoloso per gli stessi docenti precari se invece del concorso creassimo gli albi. Ci esporremmo al fuoco di ricorsi presentati da insegnanti di tutta Italia che, respinti al concorso nazionale, cercherebbero di entrare in Trentino magari facendo valere criteri di anzianità. È già successo.
E quindi?
È più tutelante anche per i nostri precari organizzare un concorso in Trentino nello stesso momento in cui si svolge quello nazionale. Si evita così l'invasione di docenti da fuori provincia, mentre i nostri sarebbero comunque favoriti grazie all'attribuzione di punti a chi ha già insegnato nella scuola trentina e all'inserimento alla prova orale di domande che riguardano la specificità trentina in termini di modello organizzativo e normativo.
Quanti docenti assumerete?
Moltissimi docenti avranno la possibilità di entrare in modo stabile nel mondo della scuola grazie all'allargamento dell'organico: in totale saranno 1500 insegnanti, 900 dalle graduatorie provinciali per titoli e 600 attraverso il concorso.

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