Da marzo la caccia ai «portoghesi». Telecamere sui bus

In funzione da marzo a Trento e a Rovereto

di Domenico Sartori

L'ultimo ostacolo è il Garante della privacy. Ma è praticamente superato. Da marzo, quindi, le telecamere potranno essere impiegate sugli autobus del servizio urbano di Trento e Rovereto anche per la lotta all'evasione: chi non valida od oblitera il ticket o la card, avrà molte meno possibilità di farla franca.
Il tasso di evasione.
La Provincia e Trentino Trasporti Esercizio hanno stimato un tasso di evasione che in alcune fasce orarie supera il 5% . I controlli effettuati nel giugno 2014, in collaborazione con la Polizia locale, accertarono che, su 23.274 passeggeri , 1.614 erano irregolari: il 6,9% . Un danno, per mancati incassi, di oltre 500 mila euro all'anno. Da qui il progetto, condiviso con le organizzazioni sindacali, di utilizzare anche la videosorverglianza sui bus non solo per la tutela degli autisti e dei passeggeri, ma anche per contrastare i «portoghesi».
Stanziati oltre 230 mila euro.
Per la installazione delle telecamere sui bus urbani, quello trentino è un progetto pilota: è il primo in Italia concepito anche per la lotta all'evasione. Per le misure finalizzate a garantire la sicurezza attraverso la videosorveglianza, la Provincia ha già stanziato, lo scorso anno, circa 200 mila euro. Trentino Trasporti ha poi proceduto, con gara di appalto (da 204.600 euro, importo in seguito rimpinguato con altri 30 mila euro), all'avvio della installazione di cinque dispositivi su ogni autobus. Obiettivo: allestire cento autobus, tra Trento e Rovereto (il 90% di quelli in servizio), che saranno 170 a regime, entro l'anno, considerando anche i bus di riserva. 
Immagini come mezzo di prova.
Il 27 dicembre, il Servizio trasporti pubblici della Provincia ha interpellato il Garante della privacy per poter attivare il progetto pilota. L'ha fatto considerando anche che il Governo - spiega Roberto Andreatta , dirigente del Servizio - ha predisposto un disegno di legge in materia di trasporto pubblico locale che espressamente attribuisce agli impianti di videosorveglianza installati sui mezzi o alle fermate finalità di contrasto all'evasione tariffaria. In concreto, vuol dire che le immagini (conservate per un massimo di 24 ore) potranno essere utilizzate come mezzo di prova per identificare eventuali trasgressori che si rifiutano di fornire le proprie generalità agli agenti accertatori. 
Tutela del patrimonio.
Nella sostanza, sta passando l'idea di «tutela del patrimonio»: «I mancati incassi» dice Andreatta «sono considerati quale potenziale patrimonio societario, la cui integrità va tutelata alla stessa stregua dei beni materiali a bordo del bus. Dal Garante della privacy c'è apertura: ci ha risposto nei giorni scorsi. Ora, noi dovremmo a breve chiarire bene alcuni aspetti, come le modalità di accesso alle immagini».
Controlli mirati.
Solo nella città di Trento, ci sono 1.850 corse urbane quotidiane. I controlli sono fisicamente impossibili. Ecco il vantaggio delle telecamere: poter controllare dove, in quali fermate, su quali mezzi e su quali corse si concentrano di più i «portoghesi», e pianificare di conseguenza interventi mirati «Andare colpo sicuro» dice Andreatta. Il 75% dei dispositivi è stato installato. Entro il mese, l'installazione sarà completata. Poi, il via ai controlli.

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