Valdastico: il comitato chiude i lavori «Interesse comune per il collegamento»

Il governatore veneto Zaia: si è aperto uno spiraglio importante

Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Regione del Veneto e Provincia Autonoma di Trento hanno condiviso oggi a Roma il documento conclusivo riguardante il corridoio infrastrutturale di interconnessione del Trentino con il Veneto.
«Si tratta - spiega l’assessore veneto ai lavori pubblici, infrastrutture e trasporti, Elisa De Berti, soddisfatta per l’esito del confronto e dei lavori - dell’atto definitivo del Comitato Paritetico appositamente costituito lo scorso anno per affrontare i temi legati ai collegamenti infrastrutturali tra Veneto e Trentino: un documento che, prima di essere sottoposto in via preliminare al CIPE, sarà preceduto da una fase di consultazione partecipativa a livello territoriale e quindi dall’adozione di atti decisionali amministrativi da parte degli organi provinciali, regionali e statali competenti». 

«La notizia è che il Trentino ha ribadito il suo no all’autostrada e c’è semmai la disponibilità a valutare l’ipotesi di interconnessione tra sistemi di viabilità locali, quindi tra strade extraurbane con caratteristiche e impatti limitati». Mauro Gilmozzi, assessore provinciale alle Infrastrutture e ambiente, considera la firma di ieri una pietra tombale sull’autostrada Valdastico. Se un nuovo collegamento si farà sarà una strada statale, ammesso che forare due montagne per chilometri per un collegamento che non avrà neanche il ritorno dei pedaggi sia un progetto sostenibile. «Certo - commenta Gilmozzi - i veneti non erano contenti ma alla fine su questo scenario abbiamo trovato una posizione comune. Abbandonato lo scenario della Valdastico ora si aprirà una fase di verifica con l’obiettivo di alleggerire il traffico sulla statale 47 tra Levico e Trento, bloccare i flussi provenienti da Bassano e garantire l’elettrificazione della ferrovia della Valsugana».

In ogni caso, prima di procedere ci saranno le «consultazioni territoriali», ma l’impressione che il «no» del Trentino alla Valdastico, o a un progetto simile, soprattutto in seguito alla soluzione della questione concessione A22, sia meno granitico, c’è.

Abbiamo imboccato  un percorso concreto che ci porterà a definire progetti e modalità operative per la realizzazione di quel collegamento di importanza strategica con le aree a nord del Veneto

Dopo aver constatato l’esistenza delle condizioni «per la prosecuzione dell’iter di perfezionamento dell’Intesa anche ai fini dell’assenso previsto dal Piano urbanistico della Provincia autonoma di Trento» e dopo aver «riconosciuto lo scenario maggiormente rispondente agli obiettivi strategici europei, nazionali e locali, analizzando e integrando le ipotesi progettuali allo studio nel quadro complessivo dei collegamenti che attraversano l’Arco Alpino Orientale», il Comitato Paritetico ha concluso che «lo scenario di comune interesse consiste nel corridoio d’interconnessione infrastrutturale tra la Valle dell’Astico, la Valsugana e la Valle dell’Adige, che in territorio trentino si contestualizza anche come un collegamento tra viabilità ordinarie e, segnatamente, tra la SS 47 della Valsugana e la SS 12 dell’Abetone e del Brennero il quale presenta le ricadute positive nel contesto dei territori interregionali».

«La premessa a questa conclusione - prosegue De Berti - è stata l’individuazione da parte del Comitato Paritetico di uno scenario di comune interesse riguardante i collegamenti trasportistici tra Veneto e Trentino, così articolato:

  1. un corridoio di collegamento viario tra la Valle dell’Astico, Valsugana e Valle dell’Adige;
  2. un’ottimizzazione dei collegamenti tra la SS 47 della Valsugana e la SS 12 del Brennero, in provincia di Trento;
  3. un efficientamento dei collegamenti che percorrono la Valsugana in territorio veneto, che prevedano interventi sulla SS 47 per risolvere le criticità presenti». 

Il documento, valutando «la necessità di risolvere le congestioni di traffico presenti nell’area pedemontana veneta, risolvendo il problema della connettività verso il Trentino, salvaguardando la Valsugana», ribadisce, inoltre, essere elemento prioritario, in linea con le politiche di trasporto europee e nazionali, il rafforzamento dell’opzione ferroviaria con il tunnel di base del Brennero e l’accesso allo stesso valico. 

«La progettazione viabilistica - conclude l’assessore De Berti - sarà redatta dal Ministero e sarà sottoposta nuovamente al CIPE entro due anni dall’approvazione da parte del CIPE stesso del documento approvato oggi. Insomma, abbiamo imboccato  un percorso concreto che ci porterà a definire progetti e modalità operative per la realizzazione di quel collegamento di importanza strategica con le aree a nord del Veneto».

Per il governatore veneto Luca Zaia «si apre finalmente uno spiraglio per rafforzare i collegamenti infrastrutturali fra Trentino e Veneto. Oggi è stato condiviso un importante documento che mi auguro sia il preludio alla definitiva soluzione di questo annoso problema, consentendo alla nostra regione uno sbocco a nord tanto atteso dai cittadini e dagli operatori economici». «Ne discuterò col ministro Delrio - ha concluso Zaia -, che ringrazio per la disponibilità e collaborazione che ci ha sempre garantito su questa fondamentale partita, e col collega presidente del Trentino Ugo Rossi. Si va verso una soluzione condivisa che è il miglior viatico per vedere il traguardo».

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