Boom di multe per eccesso di velocità In soli 2 anni si passa da 4.700 a 18.800

di Andrea Bergamo

La colpa non è tutta dei temuti bidoni arancioni che nascondono gli autovelox e che negli ultimi anni spuntano come funghi sulle strade del Trentino.

Perché dietro al boom di multe per eccesso di velocità che nel 2015 ha colpito migliaia di automobilisti c’è evidentemente il consolidamento di un’abitudine a spingere il piede sull’acceleratore. Tanto che in appena due anni sono quadruplicate le sanzioni per chi supera i limiti di velocità sulle strade della provincia, passate dalle quasi 4.700 del 2013 alle 18.800 dello scorso anno. Un dato clamoroso - al quale sembra abbia contribuito in particolare il velox di Strigno - contenuto nella relazione dell’attività dei corpi di polizia locale del Trentino, che contano un totale di 483 agenti.

Il 2015 è stato un anno di svolta, in cui si sono ridotte le violazioni legate alla sosta, mentre sono cresciuti gli accertamenti relativi alle norme di comportamento. Il motivo lo spiega il comandante della polizia locale Anaunia Vittorio Micheli, che quest’anno ha ospitato a Cles la giornata provinciale della polizia locale: «La maggior parte dei sinistri stradali avviene per la mancanza di attenzione mentre si è al volante, come conferma la cronaca quasi quotidiana sui giornali. Per questo ci concentriamo sulle violazioni di natura dinamica». Ecco dunque che le multe per divieto di sosta o per la mancata esposizione del disco orario sul cruscotto sono calate di quasi 10mila unità dal 2013.

Continuano invece ad essere centinaia le sanzioni comminate per l’uso del cellulare alla guida (1.609), per sorpassi azzardati (241), per il mancato rispetto della segnaletica stradale o dello stop in caso di luce rossa del semaforo (693) o per il cambio di direzione o di corsia (207) con i pericolosi contromano che nel 2015 hanno causato sette vittime in soli sei mesi. Tanto che la Provincia ha deciso di potenziare la segnaletica.

Questa disattenzione si riscontra anche negli accertamenti relativi all’omessa revisione dei veicoli (2.330 casi, contro i 1.084 dell’anno precedente) o alla mancata copertura assicurativa (725 automobilisti pizzicati, 60 in più del 2014). Comportamenti che sempre più spesso vengono rilevati grazie alla dotazione di telecamere in grado di «leggere» le targhe sia nei centri più popolosi sia nelle valli.

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I compiti degli agenti non si esauriscono tuttavia con il far rispettare il Codice della strada. Decine sono i controlli in materia di urbanistica (370 gli abusi rilevati) e ambiente, con l’odioso fenomeno di sacchetto selvaggio (576 multe). Forte è infatti il bisogno manifestato dai cittadini che la legalità sia garantita anche nei piccoli comportamenti. Non mancano poi gli accertamenti anagrafici, spesso il primo contatto dei Comuni con gli stranieri, ed i trattamenti sanitari: «Si tratta di interventi particolarmente delicati che richiedono una formazione professionale continua per gli agenti» commenta il comandante Micheli.

Sono molte le amministrazioni comunali che si stanno dotando di videosorveglianza per il controllo del territorio, anche per la forte richiesta di maggior sicurezza - specialmente negli ultimi mesi - a causa del perpetrasi di furti nelle abitazioni (4 al giorno secondo una recente statistica). «Per rendere efficaci ed efficienti questi strumenti è però necessaria una regia che coinvolga tutti i soggetti preposti alla sicurezza e al controllo del territorio» sostiene Micheli, secondo il quale «forse non si è compresa l’importanza del servizio associato di polizia locale, soprattutto nelle valli. E la scelta della Provincia di togliere l’obbligatorietà della gestione associata della municipale, non va nella direzione di un efficace controllo del territorio».

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