I giorni della merla, un ricordo

di Matteo Lunelli

Forse sarebbe il caso di aggiornare la specifica voce su Wikipedia, o almeno cancellare le ultime parole: «I cosiddetti giorni della merla sono, secondo la tradizione, gli ultimi tre giorni di gennaio (29, 30 e 31) oppure gli ultimi due giorni di gennaio e il primo di febbraio e sarebbero i tre giorni più freddi dell'anno». Sarebbero, appunto. Invece basta guardare fuori dalla finestra o uscire di casa per rendersi conto che le temperature sono tornare sui valori dell'anomalo dicembre scorso. 

«I giorni della merla? Beh, direi che, se ci sono stati, sono già passati: la scorsa settimana è arrivato un po' di freddo, ma nulla di eccezionale». Gianluca Tognoni di Meteotrentino ci spiega, da scienzato il detto popolare. «Tradizionalmente negli ultimi giorni di gennaio arriva l'aria fredda e per questo è nata quella tradizione dei giorni più ghiacciati dell'anno. In realtà siamo tornati all'anomalo inverno che ha caratterizzato dicembre, dominato da alte pressioni che portano temperature piuttosto miti. C'è stata una breve parentesi la settimana scorsa, ma ora siamo tornati perfettamente in linea con l'anomalia». 

Il weekend che sta iniziando non porterà quindi precipitazioni o neve, ma sarà caratterizzato da un bel clima caldo. «Fino a metà della settimana prossima ci sarà il sole, con qualche annuvolamento ma senza precipitazioni. Poi ravvisiamo qualche segnale di possibile cambiamento, ma è assolutamente prematurlo dirlo: diciamo solo che qualcosa potrebbe cambiare». 

I dati degli ultimi giorni non rappresentano dei record, ma sono senza dubbio ampiamente sopra le medie: a Trento la massima è stata di 9,3 gradi, mentre la media degli ultimi dieci anni negli stessi giorni è di 6,8. Le precipitazioni negli ultimi trenta giorni sono state di 36 mm, mentre la media è di 50,5. «Per inquadrare il problema - sottolinea Tognoni - basti un dato: lo zero termico è a 3.000 metri. Questo la dice lunga per capire quanto l'aria sia calda anche in quota». 

Il meteo, come ovvio, ha condizionato molto anche la stagione turistica trentina, come spiega Luca Libardi, presidente dell'Associazione albergatori e imprese Turistiche della provincia di Trento (Asat). Ma cosa possiamo aspettarci per il futuro? Ovvero, dobbiamo scordarci di trovare il clima ideale prenotando le vacanze in maniera «classica»: luglio al mare e gennaio in settimana bianca? Tognoni, da buono scienziato, si fa una risata. Ma poi, pour parler, ci risponde. «Che qualcosa sia cambiato è sotto gli occhi di tutti. Si passa da un record all'altro, con fenomeni sempre più estremi, picchi verso l'alto o il basso. Basti pensare alle ultime due estati in Trentino: due anni fa la più piovosa di sempre, l'anno scorso la più secca di sempre. Negli ultimi anni si è detto e si è visto come le certezze siano sempre meno. Tuttavia adesso siamo dentro un periodo storico, quindi è difficile individuare cause, effetti, spiegazioni di quanto sta accadendo».

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