Droga da Spagna e Marocco Trento, banda ko: 22 arresti

Per dare un’idea dell’entità dell’operazione basterebbero alcuni numeri: 150 militari in azione, 17 unità cinofile antidroga, 22 aresti in 16 città. Le foto e i video

Per dare un’idea dell’entità dell’operazione basterebbero alcuni numeri: 150 militari in azione, 17 unità cinofile antidroga, 22 arresti in 16 città diverse, tra Piemonte, Veneto, Lombardia e, ovviamente, Trentino Alto Adige. Ecco cosa è stata «Brown Apple», l’operazione della Guardia di Finanza di Trento che ha smantellato tre distinti gruppi criminali che avevano messo in atto un proficuo commercio internazionale di stupefacenti.

Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, sono durate un anno e hanno portato a:

  • denuncia di 60 persone
  • arresto di 14 persone in flagranza di reato
  • 22 ordinanze di custodia cautelare in carcere
  • sequestro di 52 kg di hashish
  • sequestro di 6 etti di cocaina e di eroina
  • sequestro di 2 automezzi
  • sequestro di denaro e banconote false


I reati contestati dal procuratore capo Giuseppe Amato e dal sostituto Davide Ognibene sono associazione per delinquere dedita al traffico illecito, alla detenzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti con l’aggravante, in una decina di casi, del reato transnazionale.

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Tutto aveva preso le mosse dall’identificazione di numero spacciatori che operavano sulle piazze di Trento e Rovereto, e da lì è stata ricostruita la «filiera» criminale che ha portato alla luce una comlessa organizzazione strutturata su tre distinti gruppi criminali, tra loro strettamente connessi.

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«Brown Apple»: l'operazione antidroga della Guardia di Finanza di Trento



Il campo d’azione dell’organizzazione spaziava in gran parte del nord Italia, comprendendo l’importazione dall’estero (prevalentemente Spagna e Marocco) della droga e la successiva distribuzione. In pratica, a Trento e Rovereto la «roba» non mancava mai.

Interessante scoprire come avveniva l’importazione della merce. La droga veniva trasportata generalmente in automobile, nascosta nelle intercapedini delle vetture. Per quantitativi minori, erano dei corrieri a viaggiare, con la roba nello zaino, in treno o in autobus.

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Per i pagamenti ci si regolava con il contante in Spagna, mentre per il Marocco veniva utilizzato l’«hawala», un sistema informale di trasferimento di valori, basato sulla fiducia di una vasta rete di mediatori.

Tra i componenti del gruppo figurano anche alcune coppie sposate, con mariti e moglie che collaboravano attivamente allo stoccaggio e al traffico della droga.

 

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