Assalto alla gioielleria Tomasi La banda dei Rolex ha patteggiato

Tra quattro anni saranno di nuovo «liberi »

A sei mesi dall’assalto alla gioielleria Tomasi i cinque lituani, fermati e arrestati dalle forze dell’ordine nel giro di un’ora, hanno già chiuso la loro posizione con la giustizia. Nei giorni scorsi in quattro hanno patteggiato una pena di 4 anni davanti al giudice Carlo Ancona: si tratta di Karolis Norkus, Sarunas Kuprevicius, Nikita Beliakov e Kestutis Smoriginas. Il quinto componente della banda ha invece chiuso con una pena di 3 anni e 6 mesi, avendo fornito agli inquirenti l’indicazione su dove era nascosta la refurtiva (si tratta di Mankus Julius).

La banda, arrivata in provincia alcuni giorni prima del colpo, era entrata in azione alle 10.30 circa. Il più giovane, un diciottenne dall’aria pulita, aveva suonato il campanello, ma quando la porta si era aperta era scattato il blitz degli altri criminali. Quattro rapinatori erano così entrati nella gioielleria di via San Pietro: avevano tirato fuori le pistole (poi risultate finte) e due martelli, con i quali avevano mandato in frantumi le vetrine che custodivano gioielli e i preziosi Rolex.

Erano stati minuti di puro terrore per il titolare, Giancarlo Tomasi, colpito con un calcio e gettato a terra, mentre la moglie Patrizia Del Gizzo, sotto la minaccia dell’arma, era rimasta immobile di fronte alla feroce razzia. Le immagini dell’assalto, violento quanto rapido, erano state immortalate dalle telecamere a circuito chiuso, dove si vedevano i quattro banditi a volto scoperto (due di loro ave vano anche delle ferite alle mani dovute ai colpi inferti alle vetrate, supplementare prova a loro carico). Nel giro di un minuto i quattro avevano già lasciato la gioielleria con il ricco bottino, ma la perfetta sinergia fra cittadini e forze dell’ordine aveva permesso di bloccare l’intera banda nel giro di un’ora.

Uno dei rapinatori era stato fermato da un passante, che l’aveva inseguito lungo via Suffragio e bloccato fino all’arrivo di una pattuglia della polizia locale. L’altro complice, fuggito verso vicolo del Vò, era stato bloccato da una vigilessa. Nel frattempo era scattata anche la caccia agli altri componenti del gruppo da parte di polizia e carabinieri.Nel giro di mezz’ora altri due rapinatori erano stati rintracciati alla stazione ferroviaria con un biglietto per il Brennero già in tasca. Uno era sui binari della stazione, l’altro era nascosto nei bagni e sarebbe uscito solo all’arrivo del treno. Il quinto uomo era stato invece arrestato grazie all’intuito di un poliziotto di quartiere che lo aveva notato al parco di piazza Dante. Per tutti e cinque si erano subito aperte le porte del carcere di Spini.

Alle 18 e 30 della sera anche l’ultima refurtiva era stata recuperata. Si trattava di nove Rolex del valore complessivo di 25 mila euro che i banditi avevano sotterrato in via Lung’Adige S. Nicolò sperando evidentemente di recuperarli in seguito. E invece i preziosi orologi erano stati trovati da polizia e carabinieri, che li avevano poi consegnati al gioielliere. I cinque lituani, che hanno tra i 18 e i 28 anni e che risultavano incensurati, ieri mattina sono stati processati e hanno chiuso la loro posizione con un patteggiamento davanti al giudice Carlo Ancona. Nessun risarcimento è stato versato ai titolari della gioielleria, che dopo quel fatto hanno peraltro deciso di avvalersi di un servizio di vigilanza privata.

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