Ciclista «stende» automobilista, a processo per lesioni e ingiurie

Finisce il Tribunale il diverbio, per questioni viabilistiche, scoppiato il 9 febbraio del 2015 in piazza General Cantore tra un automobilista e un ciclista. Il conducente delle bicicletta elettrica, che pare abbia perso le staffe dopo che l’auto gli ha tagliato la strada rischiando l’investimento, è ora imputato per lesioni, ingiurie e danneggiamento. La particolarità del caso è che il ciclista è stato identificato anche grazie alle immagini di una telecamera di sicurezza.

Il procedimento penale parte dalla querela presentata dal conducente, neppure ventenne,  di una Peugeot 207, che sostiene di essere stato investito in modo del tutto immotivato dalla furia del ciclista. In realtà questi sostiene di aver perso le staffe dopo essere riuscito ad evitare per un soffio l’investimento. Ma pur ammettendo che il neopatentato abbia fatto una manovra pericolosa, certo questo non giustifica la reazione violenta del ciclista. L’imputato - sostiene l’accusa - si sarebbe avventato sul giovane schiacciando l’automobilista tra la portiera e la carrozzeria della Peugeot. Pare che il giovane neopatentato sia anche finito a terra. Le lesioni, tra cui trauma cranico e lussazione alla spalla, sono state ritenute guaribili in 30 giorni. Il ciclista deve rispondere anche di ingiurie per aver non solo pensato, ma anche detto «vaffanculo coglione, chi ti ha dato la patente?» Infine il ciclista è anche accusato di dannegiamento perché nel corso della collutazione avrebbe causato un lieve danno (valore 114 euro) al veicolo.

Il processo è stato rinviato. La difesa, sostenuta dall’avvocato Fabio Valcanover, ora potrebbe cercare un accordo che porti alla remissione della querela.

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