Polizia ceca marchia i migranti con numeri sul braccio Brennero: sospesi temporaneamente accordi di Schengen

Orrore e vergogna: adulti e bambini marchiati sull'avambraccio con un numero che identifica il treno d'arrivo e il vagone. Controlli rafforzati al Brennero

La polizia ceca sta procedendo a marchiare ogni migrante, anche i bambini, in arrivo a Breclav, al confine con l'Austria, con un numero scritto a pennarello sul braccio, che identifica il treno d'arrivo e il vagone. La notizia è sul sito Britske listy (pagine britanniche) ed è confermata da Vaclav Janous del quotidiano Mlada fronta Dnes (Mfd).

Le stesse cifre vengono poi scritte sul biglietto del treno che la polizia sequestra. Con i numeri sono marchiati non solo gli adulti ma anche i bambini: il Mfd ha riportato ad esempio la foto di una bambina di 5 anni addormentata sulla spalla della madre durante il controllo. Sull'avambraccio porta la scritta C5.

BRENNERO

Sono stati intensificati in queste ore i controlli di polizia al Brennero. Lo conferma la Questura di Bolzano. Come già avvenuto in occasione del G7, alla luce dell'attuale aumento di flussi migratori in Europa, è stata incrementata la presenza di agenti di polizia sui treni internazionali lungo la linea del Brennero, come anche nelle stazioni di Bolzano, Bressanone e Brennero. Sono anche stati intensificati i controlli al valico italo-austriaco.

ALTO ADIGE

L'Alto Adige accoglierà per qualche giorno - "come misura temporanea per permettere alla Baviera di riorganizzarsi e fronteggiare l'emergenza contingente" - un numero di profughi stimati tra i 300 e i 400. Come comunica la Provincia di Bolzano, saranno reperite alcune palestre, dove gli impianti igienici e le infrastrutture sono già funzionanti, mentre nella gestione e nell'assistenza la Provincia attiverà la Protezione civile e la collaudata collaborazione delle associazioni locali di volontariato.

"La Baviera - si legge nella nota della Provincia di Bolzano - registra un'ondata record di arrivi di profughi nelle ultime ore, principalmente attraverso la rotta dei Balcani, che sta creando una situazione ingestibile: si lavora per cercare nuove strutture e far fronte nell'immediato alla crescita esponenziale del numero di migranti. Davanti a questa emergenza la ministra bavarese Emilia Muller ha contattato l'assessore altoatesina Martha Stocker, per chiedere un sostegno logistico temporaneo nell'accoglienza di profughi. Il governatore altoatesino Arno Kompatscher ha informato il Governo italiano e chiesto il necessario via libera di Roma per un intervento di aiuto alla Baviera, "nell'ottica di un'autonomia responsabile e solidale, ma anche di una strategia di respiro europeo in grado di muoversi oltre i confini regionali e nazionali". "Il Governo - si legge ancora nella nota - si è prontamente attivato a sostegno della richiesta della Germania comunicando la disponibilità a ripristinare i controlli al confine del Brennero e a sospendere temporaneamente gli accordi di Schengen, analogamente a quanto avvenuto in occasione del G7. La Provincia di Bolzano accoglierà quindi per qualche giorno - come misura temporanea per permettere alla Baviera di riorganizzarsi e fronteggiare l'emergenza contingente - un numero di profughi stimati tra i 300 e i 400. Saranno reperite alcune palestre, dove gli impianti igienici e le infrastrutture sono già funzionanti, mentre nella gestione e nell'assistenza la Provincia attiverà la Protezione civile e la collaudata collaborazione delle associazioni locali di volontariato. Le spese per questo intervento umanitario straordinario saranno a carico dello Stato".

LA RETTIFICA

"Non si tratta di una sospensione degli accordi di Schengen al Brennero, ma esclusivamente di un'intensificazione dei controlli". Lo precisa il governatore Arno Kompatscher, rettificando così un comunicato stampa della Provincia autonoma di Bolzano.

UNGHERIA

Intanto in Ungheria altri 2.284 migranti e profughi sono entrati nelle ultime 24 ore, circa 500 in più rispetto alla giornata precedente: lo ha reso noto la polizia. Si tratta in gran parte di persone provenienti da Siria, Afghanistan e Pakistan. Sempre nelle ultime 24 ore in Ungheria sono stati arrestati sei trafficanti di esseri umani.

Mentre la stazione di Budapest Keleti, anche stamani, è inaccessibile ai migranti. Centinaia di persone continuano a manifestare, sedute sulla piazza Baross della capitale. Ieri, in seguito ai tumulti, provocati dagli immigrati che hanno preso d'assalto i treni per poter partire verso Germania e Austria, la polizia ungherese ha chiuso lo scalo ferroviario, per poi riaprirlo soltanto al traffico ordinario. La piazza è stata inoltre sgomberata dalle forze dell'ordine con i lacrimogeni. Intanto il governo ungherese ha disposto il rafforzamento della frontiera con la Serbia con 2.106 agenti di polizia. Lo riferisce il portale serbo 'Vojvodina danas'. Dall'inizio dell'anno fino alla mezzanotte di domenica scorsa, e' stato precisato dalla polizia, sono state intercettate 153.561 persone entrate illegalmente in Ungheria dalla Serbia.

BUDAPEST FERMA I TRENI, GAS SUI MIGRANTI

Ieri i treni erano partiti carichi di migranti, verso Germania e Austria, oggi Budapest li ha fermati. Ed è esploso il caos nella capitale ungherese. Con tumulti e scontri, fino alla chiusura della stazione Keleti, blindata per ore, e lo sgombero di piazza Boruss. Gli agenti hanno usato i lacrimogeni, anche contro i rifugiati della Siria. Ormai però tutti, nella capitale ungherese, si dicono siriani. E questo per poter raggiungere la Germania di Angela Merkel, che nei giorni scorsi ha annunciato lo stop agli accordi di Dublino. Una decisione che oggi il governo di Viktor Orban ha impugnato contro la cancelliera, incolpandola direttamente dei disordini scoppiati a Budapest. Dove la gente, al grido "Germany!" ha preso letteralmente d'assalto i treni. E alla fine il ministro della Difesa ha annunciato di inviare fino a 3.500 militari in difesa delle frontiere. Anche se i militari non potranno aprire il fuoco, ha precisato. Se il vicepremier Janos Lazar ha detto in Parlamento che il caos è tutta colpa della cancelliera tedesca, Merkel ha replicato di "non vedere corresponsabilità": le regole di Dublino valgono ancora in Europa, anche se la Germania ha smesso, di fatto, di spedire indietro i siriani. Una situazione molto complicata, che rinvigorisce le tesi di Viktor Orban, secondo il quale l'Ue è incapace di gestire l'emergenza. Le regole in vigore sull'immigrazione sono un fallimento, sostiene da tempo il premier di Fidesz, che giovedì è atteso a Bruxelles, dove incontrerà Jean-Claude Juncker, Martin Schulz e Donald Tusk. Tornando alla gestione della crisi, oggi ha segnato una chiara inversione. Ieri la polizia ungherese aveva consentito le partenze: e così stamani 2200 migranti hanno raggiunto la stazione di Monaco, in centinaia sono scesi in altri centri della Baviera, 3650 sono arrivati a Vienna. Tutti 'siriani', veri o presunti: ormai tutti sostengono di venire dalla Siria. Stamattina gli ordini erano diversi: dopo i tumulti alla stazione Keleti. La polizia ha tentato di impedire l'accesso ai treni, ma la folla ha rotto il cordone e si è riversata nei vagoni. A questo punto gli addetti all'ordine pubblico hanno fatto chiudere la stazione, e i migranti sono stati sgomberati con la forza. Dopo un paio d'ore lo scalo ferroviario è stato riaperto: ma solo per permettere agli altri utenti di partire e arrivare. Centinaia di sedicenti profughi si sono seduti quindi ai margini della piazza Baross, nella speranza di poter tentare di nuovo il viaggio della speranza verso l'ovest. "Vogliamo partire!", "Siamo siriani!" "Germany", "Please open the station" si leggeva su cartelloni. La polizia ha blindato con delle balaustre i tre ingressi, poi ha fatto sgomberare anche la piazza usando lacrimogeni. Invano tanti di loro hanno protestato impugnando biglietti già comprati. Disagi e ritardi, ovviamente, anche per tutti gli altri passeggeri: chi voleva viaggiare, doveva superare una serie di punti di controllo, mostrando passaporto, visto, biglietto. E anche nelle vicinanze della stazione la polizia controllava praticamente chiunque. "Che bisogno c'era di cacciarci dalla stazione? Io ho il biglietto", ha detto all'ANSA Khaled, 35 anni, che siriano lo è davvero, con la moglie e una bambina di 6 anni al seguito. Sdraiato su una coperta in un parco adiacente alla stazione di Budapest, si è lamentato facendo sventolare il suo biglietto del treno. Era riuscito a comprarlo ieri, ma ha perso il suo treno. Ingegnere, Khaled ha raccontato: "I miei genitori e molti dei miei parenti sono stati uccisi in Siria". Registrato come asilante dalle autorità ungheresi, non vuole aspettare la fine della procedura. Come la maggioranza dei 156.000 profughi, entrati fino ad oggi in Ungheria (secondo le ultime cifre dell'Ufficio di immigrazione) vogliono la Germania. Nel pomeriggio, la piazza è tornata nuovamente accessibile, e le proteste di massa sono ricominciate. I treni internazionali sono partiti, ma senza immigrati.

comments powered by Disqus