Graduatorie in val di Cembra, altro attacco di Civettini «Basta articoli buonisti che creano tensione sociale»

Le «spiegazioni» non sono bastate a Claudio Civettini, che torna con un comunicato stampa sulla questione riguardande le graduatorie con richiesta di alloggio a canone moderato in val di Cembra. L'articolo che abbiamo pubblicato ieri non ha convinto il consigliere di Civica Trentina, che si chiede perché si fa un bando se ai cembrani non interessa e perché gli stranieri, anche se risiedono regolarmente in Trentino mediamente da oltre venti anni, non certifichino tramite le ambasciate di non avere proprietà nei loro Paesi di origine. Infine l'invito di Civettini a rifondare Itea e ad evitare articoli retorici e buonisti che acuiscono la tensione sociale tra i bisognosi (trentini presumiamo) e chi sfrutta il sistema (gli stranieri, presumiamo).

Ps. Sapendo che Civettini è persona ironica, come dimostrano i titoli delle sue interrogazioni (Val di Cembra o val di Marrakech ad esempio), e per non intaccare la sua replica, non correggiamo la frase del suo comunicato «in pool position cittadini stranieri più o meno residenti», ma specifichiamo per i lettori e per evitare tensioni sociali che gli stranieri non avranno a disposizione alcuna piscina.

LA REPLICA DI CIVETTINI

Precisando che è gratuita e infondata la definizione che un atto ispettivo, sia una “tanica di benzina”, anche perché ad accendere la eventuale polemica, è stata proprio la pubblicazione asettica di una lista di pretendenti alloggio Itea nella Valle di Cembra, dove erano presenti nomi con una “sfilza di h e dittonghi, di consonanti finali e di doppie A o doppie O”.

Ma oltre a ciò, va ricordato il diritto/dovere del Consigliere di chiedere, dando a chi governa, la grande opportunità di spiegare dettagliatamente, ciò che “solo come curiosità” - così si dice - vedrebbero in pool position cittadini stranieri più o meno residenti e, a fronte delle considerazioni dell’assessore di Comunità, vanno fatte alcune precisazioni.

1) Perché si fa un bando per l’assegnazione di case popolare, se ai cembrani non interessano, anche per il basso costo degli immobili in valle, che, chiunque lavori o abbia un reddito, può acquistare, anche se non avente cognomi Tomasi o Pedrotti! Si prende atto che i cembrani, come dice l’assessore, sono “orgogliosi e tenaci” come tutti i trentini, ma altrettanto tenaci, dovranno essere tutti coloro che vorranno condividere quelle difficili terre e spazi, resi tesoro e d’oro, dal lavoro dei nostri avi.

2) Perché a Cembra ma non solo a Cembra, come nelle altre regioni, nella fattispecie Lombardia e Veneto, la famigerata valutazione Icef, che punisce ed esclude molti residenti, non prevede che anche per gli stranieri italianizzati, trentinizzati o i senza residenza, debbano produrre una certificazione accompagnata da adeguata documentazione rilasciata dall’Ambasciata che certifichi le eventuali proprietà nei paesi di origine.

Attraverso questa procedura, adottata, ad esempio, dalla Giunta di Vigevano, sembra che le richieste ammesse siano crollate di un 70%! Una moralizzazione del sistema assolutamente necessaria, che parifichi i cittadini in modo universale anche nei diritti/doveri e che non punisca solo i controllabili locali!

Poi, una considerazione generale che anche questa vicenda, ci insegni come l’Itea vada rifondata nella sua mission, cancellando quella SPA assurda che è costata un patrimonio ai trentini, rigenerando un Istituto serio che possa dare effettivamente risposte a chi, da residente, è nelle difficoltà reali, mettendo in vendita tutti quegli alloggi di coloro che, per reddito, sarebbero in grado di acquistarli anche a libero mercato. Tutto questo, dando vita ad un consistente e possibile “Piano Fanfani attuale”, come fu partorito negli anni 60, che, attraverso il principio del riscatto legato all’affitto, dopo gli anni necessari, con un equo affitto legato alla situazione reddituale, l’inquilino ne diventa proprietario, manutentandosi da subito e a spese proprie, l’alloggio affidato.

Tutto il resto sono facili retoriche buoniste e, senza esprimere alcun giudizio nel merito, si pensa che le loro declinazioni, generando palesi e fondate incomprensioni tra le persone più deboli, porteranno sempre più ad acuirsi la tensione sociale tra chi necessita veramente e coloro che usano il ventre molle di un sistema per averne degli ingiusti vantaggi.

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