Cellulare in mano mentre guidava Multa valida anche se non telefonava

Un tempo il telefono cellulare serviva soltanto per parlare. Con l’avvento degli smartphone, invece, è diventato una piattaforma multimediale per intrattenere relazioni sui social network, consultare la posta elettronica, navigare in rete o giocare. Ma attenzione, perché chi viene pizzicato alla guida dell’auto con il telefono cellulare in mano e il «pollice» che viaggia su e giù per il display, viene multato. Anche se non sta parlando.

Lo ha ribadito, in una sentenza, il giudice di pace di Cles, Antonio Orpello, respingendo il ricorso di un’automobilista sanzionata dalla Polizia locale Alta val di Non: 160 euro di multa e decurtazione di 5 punti della patente. «Vero è - si legge - che nel momento dell’accertamento non aveva una conversazione in atto, ma la contestazione riguarda il mero uso con una mano del telefonino durante la marcia, in un tratto di strada pericoloso». Il verbale era stato emesso lo scorso settembre per violazione dell’articolo 173 comma, comma 2, del Codice della strada: «È vietato al conducente di far uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici ovvero di usare cuffie sonore, fatta eccezione per i conducenti dei veicoli delle forze armate e dei corpi di cui all’articolo 138, comma 11, e di polizia - recita la norma - È consentito l’uso di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare purché il conducente abbia adeguate capacità uditive ad entrambe le orecchie (che non richiedono per il loro funzionamento l’uso delle mani)».

L’automobilista era stata pizzicata durante un controllo nel centro del paese di Fondo: guidava con il telefono in mano, mentre imboccava una via stretta e pericolosa. Dunque, in un punto insidioso, che richiedeva di avere le mani sul volante. A notare l’automobilista erano stati due diversi agenti, posizionati ad un centinaio di metri l’uno dall’altro: la donna teneva in mano il telefono e aveva lo sguardo abbassato sul display. Circostanza, va detto, che la diretta interessata aveva negato, sostenendo che il telefonino era rimasta nel cruscotto.

Ma per il giudice, la ricostruzione del fatto riportata dai due agenti, era evidentemente pacifica. Nella sentenza, infatti, si limita a rilevare che «la contestazione riguarda il mero uso con una mano del telefonino durante la marcia, in un tratto di strada pericoloso». Poco importa, dunque, se la signora in quel momento non stesse parlando al telefono. E a questo proposito in sentenza si ricorda un precedente pronunciamento della Cassazione, che ha ritenuto legittima la sanzione elevata al conducente di un autoveicolo «che guidi utilizzando un registratore digitale, atteso che l’utilizzo dello strumento richiede l’uso delle mani, in violazione con quanto disposto dall’articolo di legge». Dunque, ricorso respinto e multa da pagare. In questo caso per intero, visto che la conducente non ha beneficiato della riduzione del 30% per chi salda il «debito» entro cinque giorni.

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