«Orsi, permessi ai cacciatori per consentirne l'uccisione»

All'ex senatore Boso risponde Frattini

di Giuseppe Fin

«Sono i cacciatori i padroni del territorio, pagano 1800 euro all'anno per l'attività venatoria. Devono essere loro ad abbattere gli orsi e non la forestale». Che tra il leghista Enzo Erminio Boso e l'orso i rapporti non siano proprio idilliaci non è una novità. Già in passato non sono mancate le polemiche basta ricordare il banchetto a base di carne d'orso, bloccato poi dai Nas. Ora l'ex senatore leghista torna a tuonare contro la Provincia di Trento che dovrebbe, secondo Boso, copiare i paesi dell'est per risolvere il problema dell'orso e tranquillizzare le persone. Ma non solo. Critiche arrivano anche nei confronti della forestale. L'occasione è stata la consegna, da parte della Lega Nord, del quesito referendario a Palazzo Trentini. Ieri, infatti, è partito l'iter burocratico per arrivare, se tutto andrà per il verso giusto, a un referendum proposto dai leghisti ma appoggiato anche da Forza Italia e dal consigliere provinciale Claudio Cia, affinché la Provincia si attivi presso gli organi competenti per limitare la presenza del plantigrado sul territorio.

«I cittadini fotografano l'orso - ha spiegato Boso - e mostrano le foto ai forestali per avvisarli della presenza dell'animale. Si sentono però dire che sono foto non vere che gli orsi ritratti sono quelli del Canada. Ci vorrebbe più umiltà da parte di qualcuno per ammettere il problema. La colpa è tutta dell'ex assessora Berasi e di Dellai che hanno fatto gestire questo progetto da amici di amici lasciano fuori persone qualificate che avevamo qui in Trentino». La soluzione per Boso, oggi, è quella di emettere dei permessi di abbattimento dell'orso per i cacciatori. «In Jugoslavia ci sono 100 permessi per l'orso e 200 per i cinghiali. Lasciamo anche noi abbattere un determinato numero di capi e basta. Andiamo ad imparare da chi la situazione la sa gestire meglio».

 La risposta di Frattini

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