Si era messo «contro» la Preside, si è beccato un 7 in condotta

Prima di tutto un passo indietro, per ricostruire la vicenda. Siamo a fine gennaio 2015 e al Liceo Classico Giovanni Prati di Trento viene organizzato un dibattito con gli studenti, sul tema «Ius soli e matrimoni gay». Vengono invitati rappresentanti di tutte le forze politiche locali, da destra a sinistra passando per il centro. Tutti tranne gli esponenti del Movimento 5 Stelle. Uno studente, Lorenzo Borga, in nome della pluralità si mette di traverso: pur, come dichiara, essendo personalmente lontanissimo dalle idee politiche del Movimento, ritiene giusto che vengano almeno invitati anche loro. Scrive un post sul proprio blog e subito dopo anche il M5S chiede il perché dell'esclusione.

Storia finita? Assolutamente no. La preside scrive all'Adige, evoca la macchina del fango, difende la propria presa di posizione e anzi accusa lo studente. Studente che, invece, non si fa intimorire, difende le proprie idee e smentisce punto per punto lo scritto della preside. Ne seguono una serie di comunicati da parte di vari schieramenti politici, che cavalcano la polemica. La vicenda si chiude con il dibattito che si svolge, il M5S che resta a casa, Borga che continua ad andare a scuola, la preside che continua a fare la preside. Fino a ieri.

Ieri Lorenzo scrive un nuovo post sul proprio blog (lo trovate integralmente qui sotto), ancora una volta molto sincero, onesto, interessante. A fine anno si è beccato un 7 in condotta. La sua colpa? Beh, ovvio, essere andato contro l'Istituzione scolastica. Chiedere spiegazioni, cercare di far rispettare le regole, criticare, interessarsi, partecipare, anche "rompere le scatole" se vogliamo, non va bene. Per tutte queste "abominevoli e vergognose" mancanze Lorenzo Borga si è beccato un 7 in condotta.

IL NUOVO POST

Istruzioni per guadagnarsi un 7 in condotta

Non ho intenzione di utilizzare questo blog per alimentare banali polemiche. Il titolo “Lo stato solido” sta lì a ricordarmi -come un monito– di sfruttare questo spazio per commenti ragionati e non per sterili discussioni. Ma non posso fare finta di niente, proprio non ci riesco. Non si tratta di una battaglia personale, di una vendetta o di una lamentela. Questa è una denuncia per un fatto che nella Scuola italiana non può essere tollerato. Ciò che ho scritto qualche mese fa in questo post ed in questo a proposito del comportamento della Preside della mia (ormai ex) scuola mi è infatti costato un 7 di condotta in pagella (motivato dal professore coordinatore di classe proprio per il presunto mancato rispetto nei confronti dell’Istituzione scolastica). 

Per chi si fosse perso le puntate precedenti ecco una sintesi. A fine gennaio 2015 al liceo Prati si è tenuta la Cogestione, una due giorni di assemblee d’istituto organizzata dagli studenti. In tale occasione si è tenuto, tra gli altri incontri, un dibattito politico su ius soli e matrimoni gay con esponenti di sei diverse forze politiche, tra le quali non compariva nessun attivista del Movimento 5 Stelle. Benchè a livello personale distante politicamente dalle posizioni grilline, venuto a sapere in anticipo della loro assenza ho chiesto spiegazioni ai rappresentanti d’istituto che mi hanno risposto per messaggio con queste parole: “M5S l’ho proposto, ma la Preside lo definisce <<aria fritta>> […] e allora ce lo ha blindato.” e ancora “M5S ce l’ha proibito la Preside” perché “è uno di quei partiti che fanno polemica tanto per farla e in un dibattito con temi così delicati forse è meglio evitare.” A questo punto ho pubblicato il primo post di denuncia che ha avuto diffusione anche sui media provinciali, a cui la Preside ha risposto con una lettera al quotidiano L’Adige evocando la “macchina del fango”. Il giorno stesso, 24 gennaio, ho risposto pubblicando gli screenshot dei vari messaggi con le conversazioni di cui sopra (che potete trovare qui). 

Ognuno di noi può considerare giusto o sbagliato ciò che scrissi sul blog il 23 e 24 gennaio e i modi in cui lo scrissi -evidentemente ai piani alti del Prati non sono stati molto graditi- ma ciò che è accaduto durante gli scrutini è tutt’altra cosa. Con l’accusa di non aver mantenuto un rapporto corretto con l’Istituzione scolastica è stato punito uno studente che, in modo appropriato o meno, ha espresso la propria opinione su un fatto avvenuto all’interno delle mura scolastiche. Ma cosa deve insegnarci la Scuola? Che l’onorabilità e il buon nome di un’Istituzione valgono più del diritto-dovere di criticarla e di denunciarne le mancanze? Una contraddizione piuttosto evidente in una scuola in cui ancora vengono insegnate la democrazia ateniese e la parrhesia, tradotta letteralmente dal greco antico come “libertà di dire tutto”. 

Eppure la stessa Preside Pezzo ha frequentato da studentessa questo istituto. Che si sia dimenticata questi insegnamenti? Parrebbe di sì, se ha preso la decisione grave, e -fatemelo dire- anche triste nel 2015, di penalizzare uno studente per essersi esposto pubblicamente denunciando la presunta negazione di un proprio diritto. Certo non da sola ma insieme al Consiglio di Classe che ha potere decisionale su ogni voto che viene trascritto in pagella; ma sappiamo anche quanta influenza abbia il dirigente scolastico sui professori. Ed ancora meglio lo sa chi frequenta -da docente o da studente o da bidello- il liceo Prati. 

Sta di fatto che colei che era stata accusata -la Preside- ha giudicato (e punito) la stessa accusa che le era stata rivolta. Troppo facile farsi venire qualche dubbio su un certo conflitto d’interessi? Si spera che questo rimanga un caso isolato, soprattutto in vista dei maggiori poteri e responsabilità che saranno conferiti ai dirigenti scolastici dalla Riforma Renzi. 

Ognuno sceglie come agire e lo fa, spero, con le migliori intenzioni. Ma chi detiene delle responsabilità nei confronti di altre persone -esiste responsabilità più importante che educare i cittadini di domani?- dovrebbe forse farlo con maggiore equilibrio lasciando da parte i (ri)sentimenti personali. 

P.S.: Nessuno qui ritiene di avere la verità in tasca; questa è la mia verità e non ho intenzione di spendere altre parole sull’accaduto.

IL COMUNICATO DEL M5S

Molti ricorderanno la vicenda dello studente del liceo Prati di Trento, Lorenzo Borga che pur non essendo un simpatizzante del M5S ne denunciò l'esclusione dal dibattito sul tema dei matrimoni gay che si sarebbe tenuto presso la sua scuola perché la preside avrebbe ritenuto il moVimento "Aria Fritta". È notizia di oggi che l'onestà intellettuale di Borga è stata ripagata: 7 in condotta per "non aver mantenuto un rapporto corretto con l'istituzione scolastica", come riporta lo stesso Borga sul suo blog.

Sul tema prende la parola il consigliere provinciale del M5S, Filippo Degasperi:"Se fosse confermato che il 7 in condotta a Lorenzo Borga è conseguenza della sua denuncia riguardo all'esclusione del M5S dal dibattito pubblico tenuto al Prati saremmo di fronte ad una cosa gravissima. Si tratterebbe di un vero e proprio atto di bullismo verso uno studente da parte delle istituzioni scolastiche, una sorta di vendetta postuma verso il "delatore", reo di aver reso note, con tanto di prove, le ragioni dell'esclusione di una forza politica da una discussione di interesse pubblico sulla base delle private opinioni di una preside".

Degasperi continua andando a toccare il nocciolo della questione:"La riflessione che questa vicenda fa sorgere è semplice. La scuola dovrebbe insegnare il pensiero critico, dovrebbe risvegliare le coscienze, non reprimerle, e soprattutto non dovrebbe inculcare il conformismo della comodità. Se fosse vero che Borga è stato punito per aver parlato saremmo di fronte all'esatto opposto delle parole di E.B. Hall. Una scuola che al celebre "Non condivido le tue idee, ma mi batterò fino alla morte affinché tu possa esprimerle" preferisce il cupo motto di Mao Zedong "Colpirne uno per educarne cento". La scuola italiana ha lottato a lungo per emanciparsi dall'ombra del ventennio, quando lo scopo degli istituti educativi era forgiare gli italiani secondo i dettami del fascismo. Vicende come questa portano a ritenere che purtroppo i cambiamenti democratici non siano stati in grado di mutare una certa impostazione, ancora ben viva e presente in molti secondo la quale il "disturbatore" va attaccato, isolato e poi esemplarmente punito, affinché non possa indurre altri a contestare l'autorità costituita".

Degasperi ha apprezzato il resoconto postato da Borga sul suo Blog:"Ho letto la riflessione di Lorenzo Borga e la trovo condivisibile. In particolar modo trovo appropriato l'accenno alla riforma della scuola. Se già oggi un dirigente scolastico può influenzare un consiglio di istituto affinché punisca uno studente, cosa potrà succedere domani quando quello stesso dirigente avrà il potere di scegliersi gli insegnanti? Di fatto in questa vicenda si intravedono i riflessi di ciò che sarà la "cattiva scuola" targata Renzi, ma del resto in Trentino siamo sempre avanti e i presidi se li sceglie il presidente della provincia, quindi forse noi nel futuro ci siamo già, e sembra uscire da un libro di Orwell".

Degasperi conclude rivolgendosi allo studente:"A Lorenzo Borga voglio dire di non vergognarsi di quel 7 in condotta, ma anzi di portarlo con orgoglio, come fosse una medaglia al merito. In questo Paese nel 1931, degli oltre 1200 professori universitari italiani allora in ruolo soltanto 12 si rifiutarono di giurare fedeltà al fascismo e per questo persero la cattedra e vennero pubblicamente esecrati, eppure oggi noi ricordiamo e celebriamo la dirittura morale di quei 12 uomini coraggiosi, non la pavidità ed il conformismo di tutti gli altri. Il paragone è certo un po' azzardato ma nel suo piccolo Lorenzo Borga ha dato un esempio se non uguale almeno simile e di questo gli va dato merito".

comments powered by Disqus