Pensionata molestata nell'ascensore. «Diceva frasi oscene, mi ha toccato ovunque»

L'aggressione è avvenuta alla fermata Santa Chiara della Valsugana

di Marica Viganò

Stava raggiungendo i binari della Valsugana, di buon mattino, con la borsetta sotto braccio. Quando lo sconosciuto ha allungato le mani su di lei pensava ad una rapina. Ma non sono stati i soldi a spingere un giovane ad avvicinarsi alla donna, una settantacinquenne di Trento, e ad aggredirla: lo sconosciuto si è avventato sulla vittima non per derubarla ma per molestarla sessualmente. Sconvolta per l'accaduto, la signora ha urlato con tutto il fiato che aveva in corpo; il giovane è fuggito via ignorando sia la borsa che il portafoglio. 

L'episodio, denunciato dalla vittima alcuni giorni dopo l'accaduto, risale alla mattina del 26 giugno, San Vigilio. In occasione della festa patronale la città si era svegliata tardi: molte attività commerciali erano chiuse e le persone in giro davvero poche rispetto ad una qualunque giornata lavorativa. L'aggressione è avvenuta a pochi passi dall'ospedale Santa Chiara, in via Gocciadoro, dove c'è la fermata del treno della Valsugana. La signora, da sola, stava prendendo l'ascensore per raggiungere il piano dei binari. Lo sconosciuto le è comparso davanti, all'improvviso; quando si sono chiuse le porte dell'ascensore si è gettato sulla vittima. «Ha detto parole oscene e mi ha messo le mani addosso» ha raccontato la donna in sede di denuncia, specificando di essere stata palpeggiata con insistenza al seno ed al fondoschiena. Lei non si è potuta difendere con la forza, ma ha utilizzato l'unica arma che aveva per far scappare lo sconosciuto: ha gridato aiuto, riuscendo ad attirare l'attenzione di alcune persone che si trovavano vicino ai binari. Impossibile però fermare il giovane, fuggito via non appena le porte si sono aperte. 

Le telecamere nella zona sono poche e l'identificazione dell'aggressore è complessa. Rimane la testimonianza della vittima che, seppur sotto shock, è riuscita a ricordare qualche particolare. Si spera nella testimonianza delle persone che, quella mattina, si trovavano nella zona del parco di Gocciadoro, dell'ospedale e della fermata Santa Chiara della ferrovia della Valsugana: magari qualcuno ricorda di aver incrociato un giovane diretto verso i binari o che stava fuggendo. 

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