Per i bimbi «poveri» una gita senza gelato

La denuncia all'Adige di Mario D'Alterio

Farà sicuramente discutere la lettera all'Adige di Mario D'AlterioEccola.

«Al rientro da una gita scolastica, come accade sempre, mia figlia mi racconta cosa hanno fatto e visitato e qual è stata la sua impressione. Al termine del racconto della gita, mi confida una cosa: "Papà, la maestra oggi, al termine della gita e durante una pausa, dice che i bambini che hanno i soldi possono andare con l'altra maestra a prendere il gelato, mentre chi non li ha può restare con lei a mangiare il resto della merenda".

Sono rimasto di ghiaccio. Per alcuni secondi non ho saputo reagire a questo racconto. Poi ho riflettuto e ho risposto a mia figlia che la maestra ha commesso un errore, perché non è giusto che si creino, soprattutto a scuola, delle situazioni di disparità e discriminazione sociale derivanti da possibilità economiche. Le ho detto che sarebbe stato giusto poter far mangiare il gelato a tutti, inserendo nella quota di partecipazione un'aggiunta di 2 euro, altrimenti nessuno doveva prenderlo.
Le ho anche spiegato che il ruolo della scuola e delle insegnanti è anche quello di trasmettere valori come uguaglianza, solidarietà e rispetto. E in questo caso, invece, si è trasmesso un concetto totalmente opposto e in contrasto con questi principi: quello che chi «ha soldi» può permettersi un gelato, chi non li ha resta a guardare i «fortunati».

Questa vicenda dovrebbe farci riflettere tutti, sia sul ruolo e sul comportamento delle insegnanti, che sono anche educatrici, sia su quello dei genitori, che non si rendono conto del danno sociale che arrecano ai loro figli permettendo questi comportamenti iniqui e diseducativi».

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