In salvo alpinisti e turisti trentini nel Nepal devastato dal terremoto

Il terremoto che ha devastato il Nepal ha trasformato il campo base dell’Everest in un inferno bianco. Il sisma ha provocato il distacco di enormi masse nevose con valanghe che hanno colpito decine di alpinisti che si trovavano al campo base e a quelli avanzati. Notizie d’agenzia ancora frammentarie parlano di 18 alpinisti morti e altri dispersi. Alla base dell’Everest, in salvo insieme a tutto il suo gruppo, c’era anche il 33enne di Canazei Sebastiano Valentini che fa parte di una spedizione al Lhotse. Ieri mattina ha telefonato a casa per rassicurare i genitori.

Gli alpinisti della «Italy Lhotse Spedition 2015», di cui fa parte anche Valentini, ieri mattina si sono messi in contatto con l’Italia. Sulla pagina Facebook di Annalisa Fioretti (medico e alpinista membro della stessa spedizione), “A 8000 metri e oltre”, si legge: «Annalisa, Sebastiano, Mario e Marco stanno bene, ma il campo base è devastato nel senso che ci sono tende sepolte, materiale sparso in giro, gente ferita da soccorrere, non sono riuscito a sapere molto di più. Là era ovviamente è tutto concitato…pare che il terremoto abbia fatto crollare seracchi dalla zona del Pumori. Speriamo in bene».

La drammaticità del momento si coglie anche in un successivo messaggio inviato nel pomeriggio di ieri: «In questo momento il gruppo è a Gorak Shep,sono scesi dal campo base. Stanno tutti bene.Sono scesi per mettersi un po’ più al sicuro. Domani valuteranno il da farsi. Parte del materiale è su al campo base. La situazione là è tragica: metà campo base è stato spazzato via, molti sono i morti e molti sono i feriti in gravissime condizioni. Servirebbero gli elicotteri, ma l’intero Nepal è nel casino e in più il tempo non è bello. Diversi alpinisti e sherpa sono bloccati al C1 e al C2 con la via di discesa dall’Ice Fall che è collassata portandosi con sé altre vite. E’ un disastro e la paura per ogni piccolo rumore è una costante». 

Intanto a Kathmandu tre turiste trentine sono testimoni dirette della tragedia. Si tratta della perginese Lorenza Longo e delle amiche Albina e Serena Beber, che erano arrivate solo da poche ore ai piedi dell’Himalaya per un viaggio di piacere, alla scoperta dei parchi nazionali e delle bellezze artistiche. Partite da Trento giovedì pomeriggio, ieri al momento del sisma si trovavano proprio nella parte vecchia di Kathmandu, la più danneggiata dal sisma. Nella sfortuna, una fortuna: per loro nessun danno fisico ma tanto, tanto spavento. Ce lo conferma dopo poche ore Lorenza Longo, raggiunta via whatsapp: «Eravamo nella piazza di Durbar, nel centro antico della città: qualche minuto dopo il mezzogiorno locale c’è stata la scossa, terribile. Ci sono crollati davanti agli occhi degli antichi templi hindu. Il centro storico della capitale risulta in buona parte distrutto, la gente è in strada fra le macerie».

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