Croci degli Schützen sui monti, coro di no in Trentino

Sta suscitando un coro di critiche in Trentino l'iniziativa degli Schützen che quest'estate intendono collocare delle croci sui monti in ricordo dei loro caduti nella Prima guerra mondiale

Sta suscitando un coro di critiche in Trentino l'iniziativa degli Schützen che quest'estate intendono collocare delle croci sui monti in ricordo dei loro caduti nella Prima guerra mondiale. Ne parla quest'oggi Dolomiten. Il giornale ha sentito il governatore Trentino Ugo Rossi che sottolinea che il ricordo dei caduti va fatto senza alcuna distinzione.

«Nessuno si ricorderebbe degli Schützen senza la nostra iniziativa»  afferma invece un responsabile dei "tiratori scelti". Il responsabile della Sat Claudio Bassetti afferma invece che si tratta di un'iniziativa «per marcare il territorio».

Filippo Degasperi del M5S segnala con preoccupazione le iniziative assunte dalle associazioni che si occupano di folklore locale quest'ultima domenica con la benedizione delle croci che nelle loro intenzioni dovrebbero venire poste in tutto il territorio trentino a commemorazione dei soli caduti trentini e tirolesi inquadrati negli Standschuetzen. E dice: «Lascia sgomenti che il progetto di commemorare solo una parte dei caduti della Prima guerra mondiale possa proseguire senza contraddittorio e senza che nessuno in Trentino se ne assuma la responsabilità politica. Domenica hanno benedetto le 70 croci che hanno intenzione di piantare il prossimo 8 agosto e non risulta che si siano degnati di coinvolgere nessuno all'infuori dei loro associati. Viene da chiedersi a cosa servano il Museo storico di Trento, il Museo della guerra di Rovereto, l'Università e, soprattutto, il comitato per il Centenario se una qualsiasi associazione folkloristica può fare come gli pare".

E aggiunge: «Viene anche da domandarsi cosa succederebbe se la stessa iniziativa la volessero prendere gli Alpini o una qualche altra associazione  d'arma (non folkloristica) per commemorare i soli morti italiani. Sono pronto a scommettere che i primi ad ululare indignati sarebbero proprio quelli che domenica scorsa si sono dati appuntamento in Piazza Walter. Del resto quando l'Associazione Nazionale Alpini ha proposto l'adunata nazionale del 2018 a Trento non sono mancati interventi a sostegno di scelte corali e non divisive. Poi, dando prova di grande coerenza, organizzano commemorazioni ad uso proprio, solo per quelli che reputano i "loro morti", contrapposti a quelli dei "nemici" e proprio lì sta il punto: non si può chiedere condivisione quando torna comodo e fare esattamente il contrario quando si tratta delle proprie iniziative. O si punta al rispetto reciproco, oppure ognuno se ne assume le conseguenze. In questo caso mi pare evidente che le croci servano molto più a lanciare un progetto politico-culturale piuttosto che ad una serena riflessione sulla morte e sulle sofferenze di chi ha combattuto in queste terre 100 anni fa, e perciò mi sento profondamente contrario a quest'iniziativa». 

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