Fugatti fa lo «sceriffo»: furti? Non lamentiamoci se si spara!

di Renzo Moser

Che la Lega di Matteo Salvini abbia messo la barra a destra, ormai è risaputo. E non solo per l’alleanza (anti)europea con Marine Le Pen o le manifestazioni di piazza con Casapound, come l’altro giorno a Roma.
Anche i toni, peraltro mai troppo morbidi, riflettono la svolta salviniana. E la pattuglia trentina non fa eccezioni, adeguandosi alle direttive del «Kapo».
Così anche Maurizio Fugatti, pur non avendone, va riconosciuto, il physique du rôle, veste i panni dell’estremista più duro. Un esempio? Leggetevi il post che l’ex onorevole, oggi consigliere provinciale, ha postato su Facebook, e relativo al furto subito dal negozio Patrick Bike di Lavis:

«In questo negozio a Lavis - scrive Fugatti - ieri l’ennesimo furto. Sei furti in quattro anni! Negli occhi del titolare abbiamo letto la rassegnazione di chi si sente indifeso dallo stato».
Fin qui tutto bene. Ma, come spesso accade, «in cauda venenum». Ed ecco la chiosa finale: «E dopo non lamentiamoci se qualcuno, come a Vicenza, ha imbracciato il fucile».

Insomma, la giusta e comprensibile esasperazione di un commerciante che ha subito l’ennesimo furto diventa l’occasione per giustificare proprio la tentazione di una sommaria giustizia fai da te, fatta a colpi di fucile.

Una reazione simile ce la saremmo forse aspettata dalla vittima di questi ripetuti furti, in un momento di sconforto. Non ce la aspettiamo, invece, da un membro del Consiglio provinciale, nonché ex parlamentare, che dovrebbe ragionare più con la testa e meno con la pancia.

Ma forse oggi la saggezza è più fuori che dentro il palazzo.

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