Andreatta si ricandida e traccia un bilancio

di Franco Gottardi

Il 10 maggio la città andrà al voto per eleggere sindaco e consiglio comunale. Sei anni fa Alessandro Andreatta vinse a mani basse. Ora la consiliatura volge al termine ed è il tempo per fare un primo bilancio.


Sindaco Andreatta. In questi anni la città è cambiata anche fisicamente. È sorto il quartiere delle Albere, che lei già da assessore all'urbanistica aveva prima contribuito a progettare. Un quartiere con la luce del Muse ma anche le ombre di centinaia di appartamenti e spazi commerciali ancora vuoti. Se dovesse ripartire da capo farebbe le stesse scelte?
Rifarei sostanzialmente le stesse cose. Qui c'era la grande scommessa del rapporto tra pubblico e privato. Le due funzioni pubbliche sono state due grandi successi. Il Muse con 540.000 ingressi all'anno è tra i primi dieci musei italiani e il parco, che ci sarà consegnato ufficialmente nei prossimi giorni, è un parco straordinario, a dieci minuti dal centro storico e vicino alla ciclabile nord-sud. Dall'altra parte qualche negozio si è insediato e io credo che la biblioteca universitaria sarà una straordinaria occasione per rilanciare l'area. Con la presenza degli studenti universitari arriveranno altri negozi e penso che per la fine dell'anno anche un buon numero di appartamenti sarà vissuto.

Anche la prossima consiliatura dovrà affrontare grossi nodi urbanistici: area Italcementi, ospedale Santa Chiara, area "militare" di Mattarello. Dirà cose pensa di fare in campagna elettorale o gli elettori dovranno "comprare" a scatola chiusa?
Qualche proposta per quanto riguarda Piedicastello e le aree che dovevano servire per la caserma verrà sicuramente avanzata. Sull'ospedale vedremo perché ho sempre detto che non si possono fare previsioni quando siamo magari a 10-12 anni dal momento della disponibilità dell'area.

Recentemente la sua giunta è inciampata sul progetto di ristrutturazione e copertura della piscina olimpionica. Come pensa di spendere in alternativa quegli 8 milioni di euro disponibili?
Sono risorse che rischiavano di tornare alla Provincia. La nostra prima proposta era di ristrutturare la piscina Manazzon e farne una dedicata ai tuffi. Si è voluto fare degli approfondimenti e capire se non valga la pena fare una struttura nuova da un'altra parte, con tutto quel che comporta in termini di costi per terreni e progettazione. Io dico: si verifichi in fretta e poi si scelga. Per me l'importante è spendere bene gli 8 milioni a disposizione.

Rispetto a sei anni fa la città è un po' più arrabbiata per il degrado di alcune zone e una sicurezza venuta meno. Su questo qualcosa è stato fatto. Si può fare di più?
Certo. Qualche proposta l'avanzeremo nel programma. Comunque piazza Dante, immagine simbolo delle cose che non andavano, abbiamo cercato di trasformarla. L'approccio deve essere integrato e comprendere la riqualificazione degli spazi, la presenza delle telecamere, l'illuminazione, la presenza dei vigili e di persone in divisa. Anche il servizio di pattuglia notturno è stato apprezzato.

C'è poi la questione della pulizia. La raccolta differenziata è a livelli record ma le segnalazioni su sporcizia o sacchi di immondizie abbandonati sono quotidiane.
Anche qui faremo una proposta specifica che non anticipo. Da una parte c'è la maleducazione dei cittadini che chiama anche alle responsabilità di singoli, famiglia e della scuola. Sono tutti chiamati a un comportamento più attento che noi possiamo facilitare con qualche intervento che abbiamo in testa.

Trento è sempre al top delle classifica sulla qualità della vita, ma il problema della disoccupazione c'è e anche qui è pesante. Cosa può fare un sindaco in questo campo?
Può cercare di creare le condizioni per lo sviluppo economico. Se la città è attrattiva è più facile che qualcuno ci venga a lavorare e produrre. Certo dal turismo può scaturire lavoro. Altro ambito importante è l'agricoltura, a cui si avvicinano anche tanti giovani. Poi si può favorire il commercio, nel centro storico e non solo. Il prg dovrà dire qualcosa anche sulle aree industriali di Trento Nord, per vedere se dovranno rimanere tali o aprirsi anche all'artigianato e al commercio. Sarà un bene pensare sigle più flessibili, anche per attirare investitori.

Non da oggi si registrano lamentele sull'eccessiva burocrazia e lentezza dello Sportello per i cittadini e per le imprese. Cosa intende fare?
È un problema che è arrivato anche a me. Devo dire che ci abbiamo lavorato sopra molto negli ultimi anni, potenziandolo. Dovremo riprenderlo ulteriormente in mano anche se i dati dicono che la situazione è migliorata.

Una proposta per il futuro a cui tiene particolarmente?
Tutto il tema della partecipazione, della cittadinanza attiva e dei beni comuni. Eppoi il tema delle Smart City, della tecnologia al servizio dell'innovazione e della qualità della vita.
Recentemente ha dichiarato che se rieletto farà il sindaco ancora per cinque anni e poi chiuderà con la politica. Perché?
Perché se volevo decidere di andare in un'altra istituzione l'avrei fatto qualche anno fa. Ho deciso di restare qui. Dopodiché credo che una persona non debba fare politica tutta la vita. Io mi ricandido perché ho ancora grande passione ed entusiasmo. Mi entusiasmo per le cose riuscite, ma mi piace soprattutto vivere l'intensità del giorno dopo giorno. È impegnativo, anche nei fine settimana. Ma mi piace. E non sta scritto da nessuna parte che l'attività politica nata in Comune non possa finire nella stessa istituzione.

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